Il punto di svolta è rappresentato dalla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina che ha cambiato le priorità in termini di difesa dell'Unione europea. Sotto pressione, l'UE ha pubblicato, nel novembre 2022, il Piano d'azione sulla mobilità militare 2.0 dove si legge:
La mobilità militare è essenziale per la sicurezza e la difesa dell'Europa. Le forze degli Stati membri dell'UE devono essere in grado di rispondere rapidamente e su scala adeguata alle crisi che divampano alle frontiere esterne dell'UE e all'esterno dell'Unione. Nel contesto dell'aggressione russa nei confronti dell'Ucraina abbiamo inoltre appreso quanto sia importante trasferire aiuti militari nel modo più rapido e fluido possibile.
Per la prima volta nella storia, il bilancio per il periodo 2021-2027 ha quindi riservato una dotazione per la mobilità militare pari a 1,7 miliardi di euro.
Ma, secondo le conclusioni di una relazione della Corte dei conti europea, resa nota il 5 febbraio, le forze armate degli Stati UE non sono ancora in grado di spostarsi rapidamente a livello transfrontaliero. Il Piano d'azione ha riscontrato progressi eterogenei a causa di carenze di progettazione e l'attuazione appare tuttora ostacolata. L'obiettivo di spostare personale, equipaggiamento e attrezzature militari in modo rapido e scorrevole nell'UE e al di fuori dell'Unione, anche con breve preavviso e su larga scala, non è stato ancora raggiunto .
Un esempio: lo spostamento di carri armati da un paese a un altro dell'UE non è possibile se i mezzi superano il peso massimo consentito dalle normative sulla circolazione stradale.
Inoltre, la Corte ha riscontrato che la Commissione europea non aveva condotto una valutazione dei bisogni approfondita nella progettazione del Piano d’azione 2.0. La dotazione totale di 1,7 miliardi di euro è stata resa disponibile rapidamente, ma, poiché la domanda superava di gran lunga l'offerta, la dotazione stessa si è esaurita a fine 2023. Di conseguenza, vi sarà un intervallo significativo, di oltre quattro anni, prima che i fondi UE vengano nuovamente resi disponibili, il che ostacola la stabilità e la prevedibilità dei finanziamenti.
I fondi - osserva ancora la Corte - devono essere ben mirati perché abbiano
impatto, ma
non sono stati presi in considerazione fattori geopolitici e militari
nella selezione dei progetti infrastrutturali da finanziare
. I progetti sono stati
anzi selezionati in modo frammentario, non sempre tenendo conto delle zone
più strategiche né del quadro più ampio.
I progetti finanziati erano ubicati principalmente nell’Europa orientale, ma
l'UE non ha finanziato quasi nessun progetto sulla rotta meridionale verso l'Ucraina.
Perdipiù, l'UE aveva già selezionato i progetti da finanziare ben prima che fossero
stabilite le necessità più urgenti.
Infine, sottolinea la Corte dei conti europea, i dispositivi di governance
per la mobilità militare nell'UE sono complessi e frammentati, e non presentano
alcun punto di contatto. Ciò rende difficile sapere con esattezza chi fa cosa.
Al fine di aiutare l'UE a fare progressi, la Corte suggerisce di migliorare
tali dispositivi e la focalizzazione dell'intervento dell'UE, oltre a rendere
i finanziamenti più prevedibili. Per alleviare le strozzature della mobilità militare,
l'UE può inoltre sfruttare le potenzialità dei fondi
UE attualmente destinati al trasporto civile.