In risposta all'aggressione russa, i Paesi dell'Unione Europea stanno aumentando i loro bilanci per la difesa, con una spesa collettiva stimata in circa 326 miliardi di euro nel 2024, circa l'1,9% del Pil europeo, con una quota di investimenti pari al 31% della spesa totale per la difesa. È quanto si legge nell'ultima edizione di European Defence Matters (pdf), il magazine dell'Agenzia europea per la difesa (AED), disponibile nel sito dell'Agenzia anche in forma di webzine. Titolo di copertina: "Autonomia operativa - prende forma un nuovo panorama della difesa dell'Ue".
I ministri della difesa - ricorda il sito dell'Agenzia - hanno approvato la Coordinated Annual Review on Defence (CARD) per il 2024, una sorta di "Stato dell'Unione" in materia di difesa, che raccomanda agli Stati membri di sviluppare in maniera coordinata capacità militari critiche. In particolare, i ministri hanno firmato lettere d'intenti in quattro aree chiave:
- difesa aerea e missilistica integrata;
- munizioni vaganti (tra cui i cosiddetti "droni suicidi");
- guerra elettronica;
- sviluppo di una nave da combattimento.
Le lettere d'intenti, pur non essendo impegni finanziari
vincolanti, rendono più realistici quelli che potrebbero essere tra i
più grandi progetti di collaborazione finora realizzati. Non si tratta
solo di spendere di più, ma di spendere insieme, si sottolinea.
Per ognuna delle quattro aree, il lavoro si svilupperà
lungo diverse linee, tra cui l'acquisto congiunto di armi
esistenti nel breve termine e lo sviluppo congiunto di nuovi mezzi
in futuro.
Germania, Francia e Italia sono leader nella difesa aerea e missilistica.
Nel frattempo, altri Paesi UE si sono impegnati a potenziare
le proprie capacità di guerra elettronica.
Per quanto riguarda in particolare la difesa aerea e missilistica,
18 Stati membri hanno firmato una lettera d'intenti,
dichiarando la loro intenzione di colmare collettivamente le urgenti
lacune di capacità nel breve termine, acquistando sistemi aerei senza pilota,
difesa aerea da terra e munizioni. A medio termine, gli Stati membri
intendono sviluppare tecnologie per contrastare sciami di droni
e minacce ad alta velocità. A lungo termine, intendono costruire
una solida architettura di difesa missilistica.
L'Ucraina ha dimostrato che è possibile costruire difese aeree
in tempi rapidi, ma è un'impresa estremamente costosa. Per l'Europa,
si tratterebbe di miliardi di euro, una prospettiva scoraggiante per molte nazioni.
La guerra in Ucraina ha anche dimostrato che le munizioni vaganti,
cioè i droni suicidi che possono librarsi sopra gli obiettivi
per lunghi periodi prima di colpire, sono fondamentali
nei nuovi scenari di guerra e ora i Paesi UE
stanno collaborando per sviluppare questi sistemi.
17 Stati membri hanno firmato lettere di intenti
per acquistare insieme questi sistemi nel breve termine
e per lavorare al loro ulteriore sviluppo nel medio-lungo
termine. Inoltre, verranno condotti addestramenti,
esercitazioni e test congiunti.
«La guerra in Ucraina ha dimostrato l'uso diversificato di questi
sistemi, dalla distruzione dei carri armati all'individuazione
di infrastrutture critiche. Alcuni Stati membri stanno pianificando
delle acquisizioni a breve. Ma senza coordinamento,
le industrie europee potrebbero perdere terreno rispetto
alle tecnologie mature dei paesi extra-UE"», afferma
Giuseppe Dello Stritto, responsabile dell'unità "Land
and Logistics" dell'AED.
La guerra elettronica, nella sua essenza,
consiste nel manipolare lo spettro elettromagnetico per disturbare,
degradare o reindirizzare i segnali nemici, siano essi onde radio,
emissioni infrarosse o trasmissioni radar.
Finora 14 Stati membri hanno firmato lettere d'intenti
per migliorare congiuntamente le loro capacità acquistando insieme
attrezzature, creando piattaforme per la condivisione dei dati
e sviluppando una dottrina comune, oltre a formazione, esercitazioni
e strutture. A lungo termine, si concentreranno sullo sviluppo di nuovi
sistemi.
In Ucraina, un conflitto invisibile si svolge quotidianamente
attraverso lo spettro elettromagnetico, mentre gli sforzi russi
per disturbare i segnali dei droni ucraini si scontrano
con i successi di Kiev nel paralizzare i sistemi di guerra
elettronica della Russia stessa.
Per quanto riguarda la nave da combattimento europea,
7 nazioni UE - tra cui Belgio e Paesi Bassi - si sono impegnate
a sviluppare una imbarcazione militare di nuova generazione.
Questo sforzo, che inizierà con l'armonizzazione dei requisiti
e la preparazione di appalti congiunti, si pone l'obiettivo di
far navigare la nuova nave militare entro il 2040.
«Il rapporto CARD 2024 sottolinea che la capacità di difesa dell'Europa dipende dall'allineamento delle esigenze operative a breve termine con gli obiettivi strategici a lungo termine», afferma Ralph Briers, capo dell'unità Pianificazione della cooperazione della direzione "Capacità, armamento e pianificazione" dell'AED. «Cogliendo le opportunità di collaborazione, gli Stati membri possono rafforzare la sicurezza nazionale e collettiva attraverso la tecnologia, una maggiore interoperabilità e lo sviluppo di capacità sostenibili».