Nella seduta del 14 gennaio l'Assemblea del Senato ha approvato in testo unificato, in prima deliberazione, con 149 voti favorevoli e un'astensione i ddl costituzionali nn. 427, 731, 888 e 891 sulla modifica dell'articolo 111 della Costituzione in materia di tutela delle vittime di reati. Il testo è quindi passato alla Camera dei deputati per l'esame in prima deliberazione.
Le quattro iniziative prevedevano l'inserimento nell'articolo 111 della Costituzione di un comma aggiuntivo, volto a dare copertura, anche al più alto livello normativo, al principio della tutela risarcitoria in favore delle vittime di reato, già riconosciuto dall'ordinamento italiano e da quello dell'UE ma non ancora garantito con sufficiente pienezza e puntualità. La disposizione formulata nei ddl nn. 427, 888 e 891 è «la legge garantisce i diritti e le facoltà delle vittime di reato» mentre quella proposta dal n. 731 è «la vittima del reato e la persona danneggiata dal reato sono tutelate dallo Stato nei modi e nelle forme previsti dalla legge». La versione finale del testo unificato ha poi invece previsto l'inserimento all'articolo 24, anziché 111, della Costituzione, della disposizione: "La Repubblica tutela le vittime di reato".
L'esame in sede referente
La proposta è stata incardinata dalla 1a Commissione il 4 ottobre 2023, con la relazione del senatore Della Porta (FdI). Il 6 dicembre 2023 è stato adottato come base della discussione il testo unificato predisposto dal relatore. Il 3 ottobre 2024 si sono svolte audizioni informali e alcuni dei soggetti intervenuti hanno depositato contributi scritti. Il 16 ottobre si è svolta la discussione generale ed è stato deliberato lo svolgimento di ulteriori audizioni, che si sono svolte il 26 novembre e il 3 dicembre. Il 4 dicembre il relatore ha presentato un nuovo testo unificato condiviso da tutti i Gruppi parlamentari ad eccezione del M5S. Il 10 dicembre sono stati pubblicati gli emendamenti presentati, sui quali il relatore Della Porta ha anticipato il parere contrario. Nella seduta del 12 dicembre il Presidente Balboni ha dato conto dei pareri favorevoli resi dalle competenti Commissioni in sede consultiva sul nuovo testo unificato e sulle proposte di emendamento. Queste ultime sono state illustrate dalla senatrice Musolino (IV) e, poste ai voti, sono risultate respinte. I senatori Parrini (PD), De Cristofaro (AVS), Musolino (IV), Lisei (FdI), Tosato (LSP) e Gelmini (Cd'I) sono quindi intervenuti per dichiarazione di voto favorevole sul mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea sull'approvazione del disegno di legge costituzionale, che è stato conferito dalla Commissione con votazione unanime.
La discussione in Assemblea
Il 14 gennaio il relatore Della Porta ha illustrato il disegno di legge all'Assemblea, chiarendo che il testo unificato è frutto di un lavoro congiunto tra maggioranza e opposizione: dopo un ciclo di audizioni e confronti, si è deciso di collocare il nuovo comma all'articolo 24 della Costituzione, incentrato sui diritti, anziché all'articolo 111, di natura più processuale. La formulazione finale, snellita e condivisa unanimemente, sottolinea l'impegno della Repubblica nella protezione delle vittime, rappresentando un passo significativo per il sistema giuridico.
Hanno preso parte alla discussione generale i senatori Bazoli, Giorgis
(PD), Rastrelli, Iannone (FdI) e Castaldi (M5S). I senatori di opposizione
hanno sottolineato la convergenza di tutte le forze politiche, grazie a
una disponibilità al dialogo e al confronto, esortando il Governo a
seguire questo metodo di lavoro per tutti i provvedimenti.
Nelle dichiarazioni finali sono intervenuti la senatrice Ilaria Cucchi
(AVS), i senatori Zanettin (FI-BP), Marton (M5S), Tosato (LSP), Parrini
(PD) e Balboni (FdI). Tutti gli oratori hanno espresso ampio consenso
sulla necessità di introdurre nella Costituzione il principio di tutela
delle vittime di reato per colmare una lacuna storica nella protezione
delle vittime e rispondere a una domanda di giustizia proveniente da anni
di dibattito pubblico; l'inserimento della previsione all'interno
dell'articolo 24 ha evitato rischiose modifiche all'articolo 111, che
avrebbero potuto alterare l'equilibrio del processo penale.