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20 gennaio 2025 | Numero 84
Segnalazioni → Corte dei conti europea
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Relazione della Corte pubblicata il 15 gennaio

Inquinamento atmosferico e acustico: difficile raggiungere gli obiettivi fissati

250 mila morti all'anno nell'Unione a causa degli inquinanti atmosferici. Già spesi dalla UE 46 miliardi di euro tra il 2014 e il 2020; altri 185 miliardi di investimenti tra il 2021 e il 2027

Tre quarti dei cittadini dell'Unione europea vivono in aree urbane e sono particolarmente esposti all'inquinamento atmosferico ed acustico.
L'inquinamento atmosferico uccide almeno 250 mila persone all'anno in Europa, secondo l'Agenzia europea per l'ambiente.
Anche l'esposizione prolungata a un rumore eccessivo può avere effetti negativi sulla salute, come disturbi del sonno, ansia, disturbi cognitivi e problemi di salute mentale, che ogni anno sono all'origine di 48 mila nuovi casi di patologie cardiache e di 12 mila decessi prematuri in Europa.
È quanto si legge nel sito della Corte dei conti europea che il 15 gennaio ha pubblicato la relazione speciale dal titolo "Inquinamento urbano nell'UE - Le città hanno aria più pulita, ma sono ancora troppo rumorose".

Per tutelare i cittadini, l'UE ha introdotto norme che disciplinano la qualità dell'aria e i livelli di rumore ambientale. Più di recente, nell'ambito del Green Deal europeo del 2021 sono stati fissati obiettivi specifici per la riduzione dell'inquinamento atmosferico ed acustico entro il 2030 .
La Corte ha deciso di condurre l'audit poiché la Commissione è a metà strada nel conseguimento degli obiettivi.
Ad esempio, il quadro giuridico UE in materia di qualità dell'aria è in fase di revisione per introdurre norme più rigorose entro il 2030, ma la direttiva UE del 2002 sul rumore ambientale non è mai stata rivista.
L'obiettivo dell'audit è aiutare i responsabili delle politiche ad adottare misure efficaci contro l'inquinamento.

La Commissione stima che il sostegno UE per conseguire gli obiettivi in materia di aria pulita sia ammontato a circa 46,4 miliardi di euro nel periodo di programmazione 2014-2020 e a circa 185,5 miliardi di euro nel periodo 2021-2027.
La Corte ha esaminato le misure adottate per affrontare il problema dell'inquinamento atmosferico e acustico (incluse alcune misure che hanno beneficiato del sostegno finanziario dell'UE), nonché l'azione della Commissione volta a far rispettare l'attuazione della legislazione UE.

Gli auditor della Corte hanno preso atto del complessivo miglioramento della qualità dell'aria nell’UE. Avvertono però che l'inquinamento atmosferico, in particolare la concentrazione di biossido d'azoto (NO2) causata da auto e mezzi pesanti, resta un problema grave .
Nel 2022, 10 Stati membri registravano ancora livelli di NO2 superiori all'attuale limite dell'UE.
Dato che ben presto le norme UE sulla qualità dell'aria verranno inasprite, le città europee dovranno impegnarsi ulteriormente per attuarle ed avvicinarsi così ai livelli raccomandati dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

Inquinamento
Principali problemi sanitari dovuti all'inquinamento atmosferico e acustico
Fonte: Corte dei conti europea, sulla base dei dati dell'OMS.

Il rumore è l'altra faccia dell'inquinamento urbano, ed è spesso trascurato . La Corte conclude che è praticamente impossibile valutare i progressi conseguiti nel ridurre questo tipo di inquinamento.
Il monitoraggio delle emissioni acustiche è lacunoso e tardivo nella maggior parte degli Stati membri, per cui non si riesce a definire una tendenza. I dati indicano che è improbabile che venga raggiunto l'obiettivo per l'"inquinamento acustico zero" entro il 2030 e di ridurre del 30% il numero di persone che sviluppano patologie a causa del rumore generato dai trasporti.
Le stime mostrano che potrebbe scendere, nella migliore delle ipotesi, del 19% e, nello scenario peggiore, potrebbe addirittura aumentare del 3% entro il 2030.

Il fatto è che le città hanno difficoltà a ridurre l'inquinamento atmosferico e acustico per tutta una serie di motivi che vanno dallo scarso coordinamento tra le autorità a misure di dubbia efficacia, per non parlare dell'opposizione locale a tali misure. Prendiamo ad esempio le "zone verdi", dove pedoni e ciclisti hanno la precedenza sulle auto. La Corte ha riscontrato che tali misure comportano benefici per chi vive in quelle zone, ma peggiorano la qualità dell'aria ed i livelli di rumore nelle strade limitrofe .
Analogamente, le zone a basse emissioni, che contribuiscono a ridurre l'inquinamento atmosferico ed acustico, sono un tema sempre più controverso. A Barcellona o a Cracovia, ad esempio, la loro introduzione ha provocato una serie di azioni legali per discriminazione o ostacolo alla libertà di movimento, per cui la misura è stata ridimensionata o ritardata.

La Corte ha rilevato inoltre che la procedura d'infrazione della Commissione europea è lunga e non sempre efficace nel garantire il rispetto delle norme UE sull'inquinamento atmosferico ed acustico nelle città sottoposte ad audit.

«Sono stati compiuti progressi nella lotta contro l'inquinamento urbano, ma sarebbe un errore dormire sugli allori» ha dichiarato Klaus-Heiner Lehne, il consigliere della Corte responsabile dell'audit. «L'UE e gli Stati membri devono capire che gli obiettivi ambiziosi potranno essere raggiunti soltanto a prezzo di notevoli ulteriori sforzi».

Inquinamento
Quota delle principali sostanze inquinanti nelle emissioni provenienti dalle diverse fonti
Fonte: Corte dei conti europea, sulla base dei dati dell'Agenzia europea dell'ambiente.

Principali inquinanti atmosferici

In base alle dimensioni, il particolato (PM) si distingue tipicamente in PM10 o PM2,5, entrambi emessi principalmente dalla combustione di combustibili solidi per il riscaldamento domestico (che è responsabile del 43% delle emissioni di PM10 e del 62% delle emissioni di PM2,5). Nelle regioni d'Europa in cui spesso si utilizzano ancora combustibili solidi per il riscaldamento domestico, le emissioni di inquinanti atmosferici, in particolare di PM, tendono ad aumentare con gli inverni più rigidi. Alcuni PM provengono da fonti naturali, come il sale marino, la polvere del Sahara e i vulcani, mentre altri tipi (detti PM secondari) derivano da reazioni chimiche che si verificano nell'atmosfera.

Il biossido di azoto (NO2) è un gas inquinante di colore marrone rossiccio ed è uno degli ossidi di azoto (NOx). La principale fonte delle emissioni di NOx è il trasporto su strada, che rappresenta il 49% di tali emissioni.

Il biossido di zolfo (SO2) è un gas inquinante incolore di odore pungente. Il settore dell'approvvigionamento energetico è la principale fonte di emissioni di S02 (44% di tali emissioni).

L'ozono troposferico (O3) è un gas incolore che si forma vicino al suolo a seguito di reazioni chimiche tra sostanze inquinanti, come gli N0x, che si producono alla luce del sole; l'ozono è inoltre trasportato verso l'Europa da altre parti dell'emisfero settentrionale e dallo strato superiore dell'atmosfera.

I composti organici volatili non metanici (COVNM) comprendono una miscela di composti organici con composizioni chimiche diverse. Le principali fonti delle emissioni di tali inquinanti sono le industrie manifatturiere ed estrattive (46% delle emissioni).

L'ammoniaca (NH3) è un gas incolore, emesso principalmente dal settore agricolo (93% di tali emissioni), che contribuisce in modo significativo alla formazione di PM2,5 nell'atmosfera.

Fonte: Corte dei conti europea, sulla base delle informazioni dell'Agenzia europea per l'ambiente .