Il Fondo UE per asilo, migrazione e integrazione (Asylum, Migration
and Integration Fund - AMIF) è una delle strutture che sostengono
le misure di integrazione dei migranti all'interno
dei singoli Paesi dell'Unione.
In totale, le risorse del Fondo AMIF assegnate a misure quali
formazione linguistica, orientamento professionale
e sociale nei diversi programmi degli Stati membri
sono ammontate a circa un miliardo di euro per il periodo di bilancio
2014-2020, e sono quasi raddoppiate per il periodo 2021-2027
raggiungendo 1,9 miliardi di euro circa.
Anche altri fondi UE, quali il Fondo sociale europeo (FSE),
il Fondo sociale europeo Plus (FSE+), il Fondo europeo di sviluppo
regionale e programmi come Erasmus+, possono contribuire all'integrazione
dei migranti.
Secondo una nuova relazione della Corte dei conti europea, resa nota il 3 dicembre, va appurato se l'impatto effettivo degli aiuti sia stato davvero adeguato ed efficace.
Dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia nel 2022,
il numero di cittadini non-UE soggiornanti regolarmente in un paese UE
ha raggiunto i 27,3 milioni, pari al 6,1% della popolazione
totale nel 2023.
Circa il 73% dei migranti viveva in soli quattro Stati membri:
Germania (28%), Spagna (16%), Francia (15%) e Italia (14%).
La Corte ha riscontrato che la Commissione aveva esaminato
le relazioni degli Stati membri nel quadro di un sistema esistente
e ben strutturato, ma che i dati forniti non erano sempre affidabili.
In Spagna, ad esempio, i dati forniti per tutti i progetti di integrazione
indicavano un numero dei partecipanti doppio rispetto
a quello effettivamente comunicato alla Commissione.
Il monitoraggio si è basato in larga misura sulle realizzazioni,
come il numero di partecipanti alle misure di integrazione finanziate
dall'AMIF o il numero di progetti di integrazione da questo sostenuti.
Tali dati forniscono però solo informazioni parziali,
in quanto dipendono in larga misura dai modelli nazionali scelti
per dare attuazione al Fondo.
Dall'audit è emerso che, in linea generale, gli Stati membri
non hanno allineato il numero (perlopiù decrescente) dei migranti inclusi
nei rispettivi programmi nazionali di integrazione in funzione
dell'aumento dei finanziamenti AMIF.
Nonostante il riconoscimento delle capacità e delle qualifiche
sia sempre più importante ai fini dell'integrazione nel mercato del lavoro,
il sostegno dell'AMIF in questo settore è stato marginale.
«Il Fondo Asilo, migrazione e integrazione dovrebbe svolgere un ruolo importante nel sostenere l'integrazione dei migranti nell'UE» ha dichiarato Viorel Ştefan, il responsabile dell'audit. «Tuttavia, in assenza di obblighi di legge, gli Stati membri non monitorano in modo uniforme le azioni intraprese per aiutare i migranti a superare gli ostacoli sul cammino verso l'integrazione. Pertanto, è difficile valutare il contributo apportato dal Fondo».
Gli auditor della Corte hanno effettuato visite di audit in Germania,
Spagna, Francia, Svezia e rilevato che il sostegno del Fondo
ha avuto un ruolo importante nell'integrazione dei cittadini di paesi
terzi nell'UE, ma che il suo impatto non ha potuto ancora essere dimostrato.
Inoltre, è stato riscontrato il rischio che il valore aggiunto
apportato dal Fondo sia limitato dalla complessità amministrativa
che lo caratterizza.
A conclusione della sua relazione, la Corte formula quattro raccomandazioni miranti a migliorare l'efficienza e l'efficacia di futuri interventi:
- individuare le carenze di finanziamento e razionalizzare la programmazione del sostegno AMIF a favore dell'integrazione;
- raccogliere, analizzare e divulgare le migliori pratiche sul sostegno dell'AMIF alle misure di integrazione;
- migliorare l'affidabilità dei dati, il monitoraggio e la rendicontazione;
- migliorare il quadro di rendicontazione dell'AMIF al fine di consentire la valutazione della performance.