C'è la prescrizione elettronica per medicinali o trattamenti, firmata da un operatore sanitario e trasmessa direttamente alla farmacia; poi c'è la cartella sanitaria elettronica con le informazioni sulla salute fisica e mentale, passata e presente, del paziente; infine c'è la telemedicina, termine che indica la prestazione di servizi di assistenza sanitaria, comprese teleassistenza e teleconsulto, mediante l'uso di tecnologie dell'informazione e della comunicazione, in situazioni in cui il professionista sanitario e il paziente non si trovano nello stesso luogo.
Sono tre esempi tra i più diffusi di "sanità digitale" che l'UE promuove da almeno vent'anni principalmente attraverso misure "non vincolanti", quali la raccomandazione di azioni o la definizione di obiettivi non obbligatori. La crisi della pandemia da COVID-19 ha portato al rafforzamento del quadro strategico dell'UE in questo settore mediante l'adozione di decisioni e regolamenti vincolanti.
Durante i periodi di programmazione 2014-2020 e 2021-2027, l'UE aveva previsto fondi per 2,4 miliardi di euro a titolo della politica di Coesione. Ai quali si erano poi aggiunti 13,6 miliardi di euro con il dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF) seguito alla pandemia da COVID-19. Ulteriori finanziamenti sono disponibili mediante altri programmi.
All'argomento è dedicata la relazione speciale 25/2024 della Corte dei conti europea, resa nota il 20 novembre con il titolo " Digitalizzazione dell'assistenza sanitaria - il sostegno dell'UE agli Stati membri è stato nel complesso efficace, ma vi sono state difficoltà nell'utilizzo dei relativi fondi ", disponibile nel sito della Corte.
«I fondi UE a favore della digitalizzazione dell'assistenza sanitaria sono stati erogati mediante vari programmi gestiti dai servizi della Commissione europea, con norme specifiche e modalità di gestione differenti», ha dichiarato Joëlle Elvinger, il componente della Corte dei conti europea responsabile dell'audit. «Ciò ha reso difficile per alcuni Stati individuare i fondi dell'UE disponibili e presentare domanda per beneficiarne».
La Corte ha esaminato le azioni della Commissione volte a sostenere gli Stati membri nella digitalizzazione dei rispettivi sistemi sanitari. L'audit ha valutato non solo se il quadro strategico dell'UE abbia fornito sostegno e obiettivi chiari agli Stati membri, ma anche se la Commissione abbia aiutato questi ultimi a individuare e utilizzare i fondi UE disponibili per finanziare i loro progetti e abbia monitorato i progressi compiuti dagli Stati membri.
La relazione finale evidenzia diversi problemi. Gli Stati membri si sono imbattuti in ostacoli al momento di utilizzare i fondi UE: una complessa serie di opzioni di finanziamento, capacità amministrativa insufficiente e difficoltà ad ottenere il cofinanziamento nazionale. La Corte ha constatato che né la Commissione né la maggior parte degli Stati membri dispongono di una panoramica completa di tutti i fondi UE utilizzabili per i progetti di digitalizzazione dei sistemi sanitari.
La Corte ha quindi raccomandato alla Commissione di migliorare la rendicontazione sul parametro di riferimento per l'eGovernment e sull'indicatore della sanità elettronica per il decennio digitale, nonché sull'uso dei fondi UE per la digitalizzazione dell'assistenza sanitaria.
Indicatore della sanità elettronica per il decennio digitale
Fonte: Commissione europea,
Digital Decade 2024: e-Health indicator study.
Relazione principale, pag. 11. I dati si riferiscono al 2023.