L'organico delle istituzioni e degli organi dell'UE, insieme
a quello delle agenzie esecutive, comprende circa 51 mila dipendenti
con diversi tipi di contratto: funzionari permanenti, agenti temporanei
e agenti contrattuali. Le agenzie decentrate comprendono ulteriori 12.500
dipendenti. Queste ultime dispongono di proprie politiche specifiche
in materia di risorse umane e meccanismi di governance.
Tra le istituzioni, la Commissione europea è il principale datore
di lavoro (con circa 30.000 membri del personale), seguita dal Parlamento
europeo (circa 7.000 presso il Segretariato generale) e dal Consiglio
dell'Unione europea (poco più di 3.000).
Nel quadro finanziario pluriennale (QFP) dell'UE per il periodo 2021-2027,
il finanziamento dell'amministrazione UE nel suo insieme - inclusi dunque personale,
immobili, pensioni e scuole europee - è quasi interamente coperto dalla rubrica 7:
Pubblica amministrazione europea.
Le spese amministrative relative alle agenzie decentrate ed esecutive
sono finanziate nell'ambito delle rubriche del QFP corrispondenti ai rispettivi
settori di intervento, ma le spese pensionistiche per il personale delle agenzie
sono incluse nella rubrica 7.
Il costo dell'amministrazione come percentuale della spesa totale
dell'UE è in calo dal 2019.
Secondo una relazione pubblicata il 7 novembre dalla Corte dei conti europea ("Relazione speciale 24/2024: Funzione pubblica dell'UE - Quadro occupazionale flessibile, ma non sfruttato a sufficienza per migliorare la gestione del personale"), le istituzioni dell'UE devono fare di più per soddisfare le esigenze di una forza lavoro sempre più diversificata. Nonostante la flessibilità del quadro occupazionale e i recenti miglioramenti, la funzione pubblica europea ha ancora difficoltà ad attrarre personale per determinati profili specifici. Inoltre, in alcuni settori di intervento le istituzioni fanno ampio ricorso a personale temporaneo : ciò, avvertono gli auditor della Corte, può mettere a rischio la continuità operativa. Altre criticità riguardano l'invecchiamento della forza lavoro, gli squilibri geografici e un quadro di performance troppo rigido.
«Pur offrendo condizioni di lavoro moderne e flessibili, le istituzioni UE ancora faticano ad attrarre profili e nazionalità specifici», ha dichiarato Jorg Kristijan Petrovič, membro della Corte responsabile dell'audit. «Le nostre raccomandazioni sono volte ad aiutare le istituzioni dell’UE a gestire meglio i propri dipendenti, a diventare datori di lavoro più attraenti e a migliorare le prospettive di carriera del proprio personale».
Nel corso degli anni - osserva la Corte - il numero di compiti svolti
dalle istituzioni UE è aumentato, ma il numero di posti è rimasto invariato.
Le istituzioni hanno gestito le priorità emergenti ridistribuendo il personale
ove più necessario e diversificando i canali di assunzione
.
Di conseguenza, dipendono sempre più da personale con contratti a
tempo determinato, nonostante il rischio di perturbazioni del servizio quando tali
contratti scadono.
Ci sono ancora difficoltà ad assumere candidati da tutti gli Stati membri
in modo da disporre di una forza lavoro geograficamente equilibrata,
e ad assumere e trattenere personale fondamentale, come gli esperti informatici.
Le istituzioni non sono state in grado, inoltre, di attrarre personale
più giovane in numero sufficiente a compensare l'invecchiamento della forza lavoro,
nonostante le iniziative rivolte ai giovani laureati.
La Corte ha inoltre riscontrato che i concorsi interni non sono sfruttati appieno al fine di offrire sufficienti opportunità di carriera al personale, in particolare a segretari, commessi e assistenti.
Amministrazione dell'UE - Istituzioni e agenzie esecutive:
dati essenziali (2023)
Fonte: Corte dei conti europea, sulla base dei documenti
di lavoro sul progetto di bilancio
Diminuzione della quota del costo dell'amministrazione nella spesa dell'UE dal 2019
Fonte: Corte dei conti europea, sulla base dei dati
sull'esecuzione del bilancio della Commissione
Le spese amministrative nel bilancio UE: pensioni e stipendi
rappresentano la quota maggiore
Fonte: Corte dei conti europea, sulla base
dei documenti relativi al progetto annuale di bilancio