Il 31 ottobre l'Assemblea del Senato ha approvato in prima lettura, con 77 voti favorevoli, 5 contrari e 45 astensioni, il ddl n. 1054 e connessi, sulla valorizzazione delle zone montane. Il testo è quindi passato all'esame dell'altro ramo del Parlamento. Sono risultati assorbiti i ddl n. 276 e n. 396, di argomento affine, abbinati in trattazione congiunta.
Il disegno di legge n. 1054, di iniziativa governativa mira a valorizzare il ruolo economico, sociale, ambientale e culturale delle comunità montane. Per ridurre le condizioni di svantaggio in cui attualmente versano, sono previste misure dirette a sostenere le attività produttive, a fronteggiare il problema dello spopolamento e a consentire ai cittadini che vi risiedono di fruire dei servizi pubblici in condizioni di parità con le altre aree del territorio nazionale. In particolare, le norme generali di cui al Capo I mirano a promuovere la crescita economica e sociale delle aree montane, in collaborazione tra Stato, Regioni e comunità locali, rispettando i limiti di bilancio e le risorse del Fondo dedicato. All'articolo 2 viene affidato al Governo il compito di riordinare la normativa vigente in materia di agevolazioni, inclusi incentivi di natura fiscale, per i Comuni montani. Il Capo II (articoli 3-5) introduce la Strategia per la montagna italiana (SMI), con obiettivi di sviluppo economico e sociale, mentre il Capo III (articoli 6-10) affronta i servizi pubblici, con incentivi per il personale sanitario che lavora in montagna, misure specifiche per la scuola, interventi per i tribunali e per l'infrastrutturazione tecnologica e digitale. Il Capo IV (articoli 11-18) tratta la tutela ambientale attraverso la valorizzazione agroforestale, con maggiore supporto alla manutenzione del territorio montano e incentivi per i piccoli imprenditori agricoli. Il Capo V (articoli 19-25) concerne lo sviluppo economico e incentivi per contrastare lo spopolamento e la denatalità. Le disposizioni finali del Capo VI (articoli 26-29) garantiscono l'applicabilità del testo anche nelle Regioni a statuto speciale e definiscono le risorse finanziarie del provvedimento. L'articolo 27 introdotto in Commissione consente a Regioni e Comuni di applicare ulteriori esenzioni fiscali per sostenere le aree montane e incentivare nuove iniziative economiche.
L'esame in sede referente
Il disegno di legge è stato incardinato nella Commissione Affari costituzionali il 12 settembre 2023, con la relazione del Presidente Balboni (FdI). Il 7 maggio, sono stati abbinati in trattazione congiunta i ddl n. 276 e n. 396, presentati rispettivamente dalla senatrice Gelmini (Az) e dal senatore Enrico Borghi (IV). L'8 maggio la senatrice Pirovano (LSP) è stata nominata correlatrice. Le audizioni informali, avviate il 28 maggio, si sono concluse il 25 giugno. Nella stessa data la Commissione ha adottato come testo base della discussione il ddl n. 1054 di iniziativa governativa. La discussione generale, avviata il 27 giugno, si è conclusa il 3 luglio. Il 10 luglio sono stati pubblicati e illustrati gli emendamenti e ordini del giorno presentati. Il 24 luglio si è svolta la votazione degli emendamenti riferiti agli articoli 1, 2 e 3. È risultato approvato tra gli altri, in un testo riformulato su richiesta della relatrice Pirovano, l'emendamento 3.9 (testo 2), Parrini (PD) e altri, aggiuntivo della disposizione in base alla quale il decreto ministeriale che ogni tre anni definisce le linee strategiche delle politiche per le zone montane è trasmesso alle Camere per l'espressione del parere. Il 30 luglio sono stati esaminati gli emendamenti riferiti agli articoli 4, 5, 6, 7 e 10. Sono risultati approvati, tra gli altri, l'emendamento del Governo 4.200, che posticipa dal 2024 al 2025 gli stanziamenti del Fondo sviluppo montagne italiane, e alcuni riferiti agli articoli 6 e 7, riguardanti il credito di imposta per chi prenda in locazione un immobile ad uso abitativo per prestare servizio in strutture sanitarie o in scuole di montagna e il numero minimo delle classi nelle scuole di montagna. Il 31 luglio sono stati approvati numerosi emendamenti agli articoli 8, 9 e da 11 a 23 riguardanti, tra l'altro, il potenziamento dei servizi di connessione digitale, il monitoraggio delle risorse idriche, la manutenzione forestale e boschiva, gli incentivi ad agrcoltori e silvicoltori, la promozione e la sicurezza dell'attività escursionistica, l'imprenditoria giovanile e il lavoro agile nelle zone montane. È risultato inoltre approvato, con il parere favorevole del Governo e della relatrice, l'emendamento 21.0.2 di iniziativa dei senatori del Gruppo del Pd, recante un articolo aggiuntivo che riconosce l'autonomia degli enti regionali e locali nel definire eventuali ulteriori agevolazioni ed esenzioni fiscali per le zone montane. Il 5 agosto l'esame degli emendamenti si è concluso con l'approvazione di ulteriori modifiche riguardanti, tra l'altro, la copertura delle piante organiche dei tribunali delle aree montane, la tutela di alberi e boschi monumentali, un contributo una tantum per i figli nati o adottati nei comuni montani con meno di 5.000 abitanti. È stato inoltre approvato l'emendamento 2.101 dei relatori, che prevede l'adozione di un decreto legislativo per il riordino delle agevolazioni a favore dei comuni montani previste da altre disposizioni di legge e il relativo coordinamento con la nuova classificazione introdotta.
L'esame in Assemblea
Nella seduta del 30
ottobre la relatrice Pirovano ha illustrato il disegno di legge.
Hanno preso parte alla discussione generale i senatori Tosato, Elena
Testor, Bergesio (LSP), Sabrina Licheri, Elisa Pirro (M5S), Fina, Martella
(PD), Dafne Musolino (IV), Mariastella Gelmini (Misto) e Paola Ambrogio
(FdI). I Gruppi di opposizione hanno denunciato l'insufficienza dei fondi
e lamentato il mancato coinvolgimento delle Regioni e l'assenza di visione
strategica per superare le disparità territoriali. La maggioranza ha
elogiato un provvedimento che dà risposte concrete offrendo incentivi
fiscali, il sostegno all'agricoltura e all'allevamento locali, il
contrasto dello spopolamento e la valorizzazione delle risorse naturali
montane. Anche la senatrice Gelmini ha apprezzato misure come incentivi
per medici e insegnanti, supporto per start-up giovanili e
investimenti per i servizi essenziali. In replica, il Ministro per gli
affari regionali e le autonomie Calderoli ha rivendicato l'importanza di
definizioni chiare su cosa significhi essere montano in Italia, ha
evidenziato la necessità di un piano strategico per affrontare i problemi
delle aree montane e marginali e ribadito il supporto della Conferenza
unificata al disegno di legge.
Durante l'esame dell'articolato sono stati approvati gli emendamenti a
prima firma Occhiuto (FI-BP) 1.151
e 2.150,
entrambi in testi riformulati, 6.155,
6.156
e 11.152;
gli emendamenti 2.152,
15.151,
16.300,
23.300
e 29.300
dei relatori, il 3.152
(Nicoletta Spelgatti e Tosato (LSP)), il 6.157
(testo 2) a prima firma Alessandra Maiorino (M5S), il 12.156
(testo 2) (Durnwalder (Aut) e altri), il 16.151
(testo 2) (Durnwalder e Patton (Aut)), il 18.150
(Nicoletta Spelgatti e altri), il 23.0.152
(testo 2) (Martella (PD) e altri). Sono stati altresì accolti gli ordini
del giorno G1.150,
G2.150,
G4.150,
G6.150,
G6.151,
G6.152,
G16.150,
G16.151
e G16.152
(Occhiuto e altri), G2.151
(Tosato e altri), G3.150
(Nicoletta Spelgatti e Tosato), G10.150
(Tosato e Nicoletta Spelgatti).
Nella seduta del 31 ottobre il disegno di legge è stato posto in votazione. Sono intervenuti, per dichiarazione di voto favorevole a nome dei rispettivi Gruppi, la senatrice Michaela Biancofiore (Cd'I), che ha apprezzato l'impegno del Governo Meloni nel sostegno alle comunità montane, con l'obiettivo di attrarre investimenti e concedere a pari opportunità rispetto alle aree urbane; la senatrice Daniela Ternullo (FI-BP), che ha enfatizzatato in particolare la necessità di garantire infrastrutture digitali e potenziare i servizi da remoto, nonché di rimuovere le barriere per l'accesso alla banda ultralarga; la senatrice Nicoletta Spelgatti (LSP), che ha criticato l'assistenzialismo ed elogiato un provvedimento che riconosce il valore del lavoro dei montanari nella salvaguardia del territorio, includendo misure concrete per la crescita economica e sociale; il senatore De Carlo (FdI), che ha apprezzato la definizione di una strategia per le aree montane e sottolineato l'importanza di una legge concreta con risorse adeguate, criticando le politiche precedenti che hanno portato allo spopolamento e auspicando una visione più realistica e pratica delle necessità delle comunità montane. Anche il senatore Durnwalder (Aut) ha annunciato il voto favorevole della componente per le Autonomie, indicando l'astensione degli altri membri del Gruppo, manifestando apprezzamento particolare per la proposta che mira a riequilibrare la presenza di grandi carnivori. Il senatore Enrico Borghi (IV) ha annunciato un voto contrario, criticando un approccio individualista che indebolisce le comunità locali, sottolineando la scarsità di risorse e l'incoerenza dell'articolo 2, che esclude molti Comuni montani del Sud e delle isole, aggravando le disuguaglianze. I senatori Magni (AVS), Cataldi (M5S) e Parrini (PD) hanno annunciato l'astensione. Secondo AVS la misura non rappresenta un'inversione di tendenza reale, ma rischia di essere solo simbolica: occorrono politiche mirate che rafforzino l'economia locale e la qualità della vita; il M5S ha accusato l'Esecutivo di spendere fondi pubblici in modo inefficiente e di non utilizzare adeguatamente gli oltre 200 miliardi del PNRR, creando false aspettative per le nuove generazioni; il PD ha definito il provvedimento un manifesto più che una legge quadro, privo di stanziamenti adeguati, auspicando che l'altro ramo del Parlamento apporti migliorie, adottando un approccio più serio e concreto.