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16 settembre 2024 | Numero 67
Segnalazioni → Servizio Ricerca del Parlamento europeo
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Rapporto dell'EPRS: dalle fonti rinnovabili il 39% dell'elettricità prodotta nell'UE

Transizione verde e autonomia energetica: la sfida dell'elettrificazione

Nell'Unione europea la domanda di elettricità rappresenta solo il 23% del consumo finale di energia

Secondo Eurostat, nel 2022 la domanda di elettricità rappresentava solo il 23% del consumo finale di energia dell'UE. Il mix di energia elettrica comprende sia le energie rinnovabili che i combustibili fossili, ciascuno dei quali rappresenta circa il 39% della produzione di energia elettrica, mentre l'energia nucleare contribuisce per il restante 22%.
L'energia eolica è la fonte di energia rinnovabile predominante, fornendo il 15% dell'elettricità, seguita dall'idroelettrico (10%), dal solare (8%) e dai biocarburanti (5%).

È quanto ricorda un rapporto-podcast del Servizio Ricerca del Parlamento europeo (EPRS - European Parliamentary Research Service) dal titolo "E se l'elettrificazione trasformasse l'economia dell'UE?".

L'elettrificazione - ricorda l'autore del rapporto - è il processo di sostituzione delle tecnologie e dei sistemi che si basano sui combustibili fossili con quelli alimentati dall'elettricità, spesso proveniente da energie rinnovabili. L'elettrificazione sta prendendo piede in molti settori, tra cui i trasporti, gli edifici e l'industria, sotto la spinta delle ambizioni in materia di clima e sicurezza degli approvvigionamenti.
Poiché il costo delle tecnologie per le energie rinnovabili, come l'energia solare ed eolica, continua a diminuire, l'elettrificazione - afferma l'EPRS - rappresenta un'opportunità per rimodellare l'economia europea, migliorando la competitività e promuovendo la crescita sostenibile.

Uno studio dell'Istituto di Potsdam per la ricerca sull'impatto climatico prevede che sia possibile elettrificare il 78% della domanda di energia industriale dell'UE con tecnologie già disponibili, e il 99% se si considerano le tecnologie attualmente in fase di sviluppo.
Le industrie della carta, del legno e del tessile, che insieme rappresentano il 40% delle emissioni industriali di CO2, possono essere quasi interamente elettrificate utilizzando tecnologie consolidate, come caldaie elettriche e pompe di calore. Al contrario, l'acciaio primario, i prodotti chimici e il cemento avranno bisogno di tecnologie più avanzate e costose, tra cui l'idrogeno.

Nonostante i potenziali impatti positivi dell'elettrificazione e delle fonti rinnovabili, il rapporto dell'EPRS ricorda che esistono diversi ostacoli. In primo luogo, la necessità di accelerare la diffusione delle energie rinnovabili, di aggiornare le infrastrutture (circa un terzo della rete europea a bassa tensione ha più di 40 anni) e di fornire uno stoccaggio per garantire la stabilità della rete con una quota maggiore di produzione variabile di elettricità eolica e solare.
In secondo luogo, la scala richiesta per l'elettrificazione del riscaldamento e del raffreddamento (negli edifici e nell'industria) è significativa.
In terzo luogo, l'elettrificazione dei trasporti richiede investimenti in infrastrutture di ricarica e l'esplorazione del potenziale della tecnologia "vehicle to grid" per migliorare la stabilità della rete e ridurre i picchi di domanda.
Tutti questi aspetti richiedono significativi investimenti iniziali di capitale, che potrebbero limitare la riduzione dei prezzi dell'elettricità, almeno nel breve periodo.

Infine, occorre citare la dimensione dell'autonomia strategica dell'UE. Se da un lato le energie rinnovabili e l'elettrificazione aiutano a ridurre le importazioni di petrolio e gas, dall'altro dovrebbero contribuire allo sviluppo dell'industria delle tecnologie pulite dell'UE. Attualmente questo non è il caso delle tecnologie solari e delle batterie, che sono essenziali per l'elettrificazione.
Tuttavia, l'UE è ancora leader in altre tecnologie chiave, come l'energia eolica onshore e offshore, l'efficienza energetica e le reti intelligenti.

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