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16 settembre 2024 | Numero 67
Segnalazioni → Banca centrale europea
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Una analisi nel blog della BCE. La quota europea delle esportazioni è diminuita di 11 punti percentuali dal 2000

Così la Cina sta erodendo la competitività dell'area euro

Concorrenza sempre più dura nei settori ad alto valore aggiunto come automobili e macchinari specializzati

I produttori dell'area euro hanno a lungo beneficiato delle esportazioni cinesi, ad esempio utilizzando semilavorati a basso costo per i propri prodotti. Negli ultimi anni, tuttavia, la Cina è diventata sempre più un esportatore di beni finali. Ciò ha coinciso con un calo significativo della quota dell'area euro nel mercato globale delle esportazioni, mentre la quota della Cina è aumentata costantemente (vedi grafico).
All'argomento è dedicato un articolo del blog della Banca centrale europea dal significativo titolo "Perché la concorrenza con la Cina sta diventando più dura che mai".

La forza delle esportazioni cinesi non è ovviamente l'unica ragione del calo della quota dell'area euro, che è diminuita di 11 punti percentuali dal 2000, in modo simile ma più graduale rispetto al calo della quota degli Stati Uniti.
Altri due fattori giocano un ruolo importante: la graduale transizione dell'Europa da un'economia basata sul settore manifatturiero a una più orientata ai servizi e la crescente integrazione della Cina e di altre economie emergenti nel mercato globale.

Più recentemente, la pandemia da Covid e l'aggressione russa all'Ucraina con il conseguente choc energetico hanno aggravato le difficoltà degli esportatori europei, erodendone ulteriormente la competitività.

Secondo gli autori del blog della Bce, le recenti perdite di competitività delle economie europee sono particolarmente legate alla concorrenza della Cina. In estrema sintesi, si può affermare che i tradizionali prodotti da esportazione dell'area euro sono diventati più costosi rispetto a quelli cinesi.

Due decenni fa, ad esempio, la Cina competeva principalmente in settori di basso valore, come l'abbigliamento, le calzature o la plastica. Ciò riguardava soprattutto le economie meridionali dell'area euro, che esportavano gli stessi tipi di beni. Con il tempo, però, le esportazioni cinesi si sono spostate verso l'alto della catena del valore, sfidando gli esportatori europei che operano in settori ad alto valore aggiunto, come quello automobilistico e dei macchinari specializzati.

In effetti, il numero di settori in cui sia l'area euro che la Cina hanno un vantaggio comparativo rivelato (RCA) - il che significa che esportano di più in questi settori rispetto alla media mondiale - è aumentato costantemente negli ultimi anni.

I prezzi delle esportazioni cinesi sono diminuiti principalmente a causa di tre fattori. In primo luogo, la flessione del mercato immobiliare del Paese ha frenato la domanda, determinando una sostanziale riduzione dei prezzi di alcune materie prime. I prezzi all'esportazione dell'acciaio, ad esempio, sono scesi di oltre il 50% dall'inizio della crisi nel 2022, così come i prezzi all'esportazione del cemento.
In secondo luogo, i settori manifatturieri avanzati della Cina stanno acquisendo un significativo vantaggio in termini di costi grazie a consistenti sussidi governativi, in particolare nei settori ad alta tecnologia.
In terzo luogo, l'eccesso di capacità produttiva all'interno del mercato nazionale cinese sta intensificando la concorrenza interna, portando a un calo dei prezzi e a una compressione dei margini di profitto all'interno del Paese. Ciò rende le esportazioni una fonte di reddito sempre più importante, poiché i margini di profitto al di fuori della Cina continentale, e in particolare nell'area euro, possono essere sostanzialmente più elevati.
I produttori cinesi di veicoli elettrici hanno già assunto una posizione dominante nel Sud-Est asiatico, nonostante vendano a un prezzo maggiorato rispetto al mercato nazionale. Dati i margini di profitto relativamente più elevati, le aziende cinesi hanno anche un notevole margine di manovra per ridurre ulteriormente i prezzi, aumentando così la loro competitività rispetto alle aziende dell'area dell'euro.

I produttori dell'area euro, conclude l'articolo del blog della BCE, devono adattarsi ad un panorama in evoluzione, anche perché il settore impiega oltre 20 milioni di persone e rappresenta il 15% del PIL dell'area. L'adozione dell'innovazione, gli investimenti in tecnologie sostenibili ed efficienti dal punto di vista energetico e il rafforzamento della resilienza della catena di approvvigionamento sono passi che possono contribuire a rafforzare la competitività. Inoltre, una diversificazione strategica dei mercati e una più stretta collaborazione all'interno dell'area euro potrebbero contribuire a mitigare i rischi posti dalle sfide esterne. Da parte loro, i responsabili politici dovrebbero puntare a sviluppare condizioni eque e paritarie nei legami commerciali con la Cina.

Quote del mercato globale delle esportazioni di beni non energetici
Quote del mercato globale delle esportazioni di beni non energetici (grafico Bce)