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29 luglio 2024 | Numero 64
Segnalazioni → Agenzia esecutiva europea per la ricerca
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Articolo pubblicato dal sito dell'Agenzia per la ricerca

Inquinamento marino: 83 milioni di tonnellate di rifiuti plastici

La decomposizione in microplastiche è un processo pericoloso per gli ecosistemi marini e la salute umana

In Europa, l'80% dei rifiuti marini è attualmente costituito da plastica. Gli esperti stimano un quantitativo totale di circa 83 milioni di tonnellate di rifiuti plastici accumulati negli oceani.
L'ingestione di microplastiche è un processo pericoloso, che si verifica quando i rifiuti di plastica si decompongono in microplastiche attraverso la degradazione fotolitica, meccanica e biologica. Queste frazioni microscopiche si confondono con il plancton, vengono ingerite dai pesci e, successivamente, finiscono nei nostri piatti e nel flusso sanguigno umano.

Si tratta di un problema molto grave per gli ecosistemi costieri e marini, per le 48 mila specie di fauna marina che vivono in queste aree e per gli europei: quasi la metà della popolazione UE vive a meno di 50 km dal mare e consuma regolarmente pesce.

Su questo problema richiama l'attenzione l'Agenzia europea per la ricerca, in un articolo pubblicato il 16 luglio nel proprio sito e ricordando la campagna EU Beach Clean-Up, una iniziativa UE che invita all'azione collettiva per ripulire le spiagge e i mari di tutto il mondo dai rifiuti di plastica.
Nel 2024, la Giornata mondiale Clean-Up si celebra venerdì 20 settembre e la campagna riguarda gli eventi organizzati tra il 10 giugno e il 31 ottobre.

I seguenti progetti gestiti dall'Agenzia stanno cercando attivamente modi innovativi per affrontare i rifiuti marini:

  • Il progetto MAELSTROM, finanziato dall'UE, riunisce le principali parti interessate (centri di ricerca, aziende di riciclaggio, scienziati marini ed esperti di robotica) per progettare, produrre e integrare tecnologie scalabili, replicabili e automatizzate con energia rinnovabile per rimuovere, selezionare e riciclare tutti i tipi di rifiuti marini raccolti. Un esempio è il sistema Great Bubble Barrier, una tecnologia innovativa ed efficiente che cattura l'inquinamento plastico nei fiumi prima che raggiunga l'oceano, alimentato da energia solare.
  • Nel 2016, Saint Maarten - un territorio insulare dei Caraibi che fa parte dei Paesi Bassi - ha generato 9,7 kg di rifiuti solidi urbani pro capite al giorno, un livello superiore a qualsiasi altra isola dei Caraibi. Dal suo lancio nel 2020, il progetto In-No-Plastic, finanziato dall'UE, si è concentrato su modi innovativi per prevenire, rimuovere e riutilizzare i rifiuti di plastica. Le strategie sociali, come le presentazioni incentrate sull'impatto della plastica sull'ecosistema dell'isola e sui modi per ridurne l'uso, hanno avuto successo. Inoltre, cinque pulizie delle spiagge effettuate nell'arco di tre settimane hanno permesso di raccogliere ben 407 kg di rifiuti.
  • Attraverso una serie di eventi di sensibilizzazione, il progetto CLAIM mostra il grave problema ambientale delle micro e macro plastiche nei mari e illustra i modi per affrontarlo attraverso tecnologie innovative. L'obiettivo del progetto è aumentare la preoccupazione per le particelle di plastica nei mari Baltico e Mediterraneo, che sono le aree di studio del progetto. In queste aree, CLAIM installerà dispositivi speciali per impedire ai rifiuti di entrare in mare, oltre a raccogliere e degradare le microplastiche.

Rifiuti plastici in mare