Il 16 luglio la Commissione Cultura e istruzione ha approvato in sede deliberante il ddl n. 597, in materia di promozione delle manifestazioni in abiti storici e istituzione della «Giornata nazionale degli abiti storici».
Il provvedimento, che si compone di 9 articoli, riconosce il valore culturale e socio-economico degli "abiti storici" e delle "rievocazioni storiche" e istituisce una Giornata nazionale ad essi dedicata. A tal fine si propone di tutelare, promuovere e mantenere viva la tradizione nazionale, conosciuta a livello mondiale, mediante la celebrazione della «Giornata nazionale degli abiti storici» da istituirsi nel giorno dell'11 novembre di ogni anno.
L'esame in sede redigente
La Commissione 7a ha avviato la discussione in sede redigente il 10
gennaio con la relazione della senatrice Bucalo (FdI).
Il 19 gennaio è scaduto il termine per la presentazione di emendamenti
e ordini del giorno, che sono stati esaminati il 17 aprile,
accogliendone alcuni. Il 22
maggio, essendo pervenuti i pareri non ostativi delle Commissioni
affari costituzionali e bilancio, la Commissione 7a ha proceduto alla
votazione degli articoli, come modificati dagli emendamenti approvati. È
stato infine approvato all'unanimità il mandato alla relatrice Bucalo a
riferire all'Assemblea sul disegno di legge, come modificato nel corso
della discussione.
L'esame in sede deliberante
Il 26
giugno, in sede di Ufficio di Presidenza, a seguito della
riassegnazione del ddl in sede deliberante dalla Presidenza del Senato
il 25 giugno, i Gruppi hanno convenuto di considerare acquisite le fasi
procedurali già svolte in sede redigente, di adottare come testo base
quello già approvato e di rinunciare alla fissazione di un termine per
la presentazione di emendamenti. Il 3 luglio la Commissione ha perso
atto dell'assenza di rilievi da parte del Comitato per la legislazione,
titolato ad esprimersi sui ddl in sede deliberante ai sensi dell'art.
20-bis, comma 3, del Regolamento, e del parere non ostativo
espresso dalla Commissione Affari costituzionali.
Nella seduta del 16
luglio, pervenuto il parere non ostativo della Commissione
bilancio sul testo base, la Commissione ha approvato all'unanimità tutti
gli articoli, nonché il disegno di legge nel suo complesso, nel testo
formulato in sede redigente.
Approvato in prima lettura il ddl sull'istituzione del Museo del Ricordo. Il testo passa alla Camera
Il 16 luglio la Commissione Cultura e istruzione ha approvato in sede deliberante del disegno di legge n. 1021, di iniziativa governativa, sull'istituzione del Museo del Ricordo. Il testo passa all'esame della Camera dei deputati.
Il disegno di legge prevede l'istituzione del «Museo del Ricordo», con sede in Roma, al fine di tutelare e diffondere il ricordo delle violenze contro gli italiani sfociate nell'uccisione di donne e uomini innocenti attraverso, ma non esclusivamente, l'uso delle foibe e del grande esodo degli italiani dall'Istria, Fiume e Dalmazia avvenuto dopo la Seconda guerra mondiale, anche in coerenza con le finalità di cui alla legge 30 marzo 2004, n. 92, che ha istituito il "Giorno del ricordo".
L'esame in sede redigente
La discussione in sede redigente è stata avviata il 9 aprile nella 7a Commissione con la relazione del senatore Marcheschi (FdI). Il 18 aprile è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti, che sono stati esaminati nelle sedute del 7 e dell'8 maggio, approvandone alcuni. Il 15 maggio, essendo pervenuti i pareri non ostativi delle Commissioni affari costituzionali e bilancio sugli emendamenti approvati, sono stati posti ai voti e approvati l'articolo 1 (all'unanimità), come modificato dall'approvazione degli emendamenti, e l'articolo 2, quindi la Commissione ha conferito il mandato al relatore a riferire all'Assemblea sul disegno di legge.
L'esame in sede deliberante
Nell'Ufficio di Presidenza del 26 giugno, a seguito della riassegnazione del ddl in sede deliberante dalla Presidenza del Senato il 25 giugno, i Gruppi hanno convenuto di considerare acquisite le fasi procedurali già svolte in sede redigente, di adottare come testo base quello già approvato e di rinunciare alla fissazione di un termine per la presentazione di emendamenti. Il 16 luglio la Commissione ha esaminato l'unico ordine del giorno presentato, relativo alla valorizzazione e alla conoscenza delle vicende avvenute nel Campo Fossoli, presso Carpi. L'ordine del giorno è risultato accolto dal rappresentante del Governo nella riformulazione testo 2, presentata dalla senatrice Rando (PD), con l'integrazione proposta del senatore Speranzon (FdI) sul riferimento alla dittatura comunista titina della Repubblica socialista federale di Jugoslavia. In assenza di interventi in dichiarazione di voto e non essendo stati presentati emendamenti, la Commissione ha proceduto alla votazione dei due articoli e del disegno di legge nel suo complesso, approvati all'unanimità nel testo formulato in sede redigente.
Approvata la proroga della delega per il riordino delle norme in materia di spettacolo. Il testo passa alla Camera
Il 17 luglio si è svolto l'esame del ddl di iniziativa governativa n. 1185 in materia di proroga del termine per l'esercizio delle deleghe per il riordino delle disposizioni in materia di spettacolo. Al termine del dibattito il disegno di legge è stato approvato con 87 voti favorevoli, 63 contrari e un'astensione. Il testo è quindi passato all'esame dell'altro ramo del Parlamento.
Il disegno di legge interviene prorogando di un anno il termine per l'esercizio delle deleghe previste dall'articolo 2 della legge n. 106/2022, in scadenza il 18 agosto 2024. La proroga risponde alle richieste, avanzate dalle rappresentanze delle varie categorie e delle parti sociali, di una maggiore e più approfondita partecipazione all'elaborazione dei provvedimenti normativi di riforma del settore dello spettacolo. I decreti legislativi allo studio riguardano l'attività delle fondazioni lirico-sinfoniche, nonché la disciplina nei settori del teatro, della musica, della danza, degli spettacoli viaggianti, delle attività circensi, dei carnevali storici e delle rievocazioni storiche, mediante la redazione di un «codice dello spettacolo»; i contratti di lavoro nel settore dello spettacolo; la disciplina dell'equo compenso per i lavoratori autonomi; il riordino e la revisione degli ammortizzatori e delle indennità e l'introduzione di un'indennità di discontinuità, strutturale e permanente, in favore dei lavoratori dello spettacolo.
L'esame in sede referente
La 7a Commissione ha avviato l'esame in sede referente il 10 luglio, con la relazione illustrativa del Presidente relatore Marti (LSP). Nella stessa seduta si è svolta la discussione generale. I Gruppi di opposizione hanno chiesto le motivazioni del mancato esercizio delle deleghe nei tempi previsti. Il sottosegretario per la cultura Mazzi ha replicato richiamando la necessità di un approfondito confronto con i sindacati e le parti sociali per via della complessità dell'intervento normativo, lungamente atteso dalle categorie di riferimento. Nella seduta del 16 luglio, è iniziato l'esame di emendamenti e ordini del giorno. È stato respinto l'ordine del giorno G/1185/1/7, presentato dai Gruppi di opposizione per impegnare il Governo a riferire alle Camere sull'avanzamento delle interlocuzioni con gli operatori del settore e sulle linee di indirizzo dei decreti legislativi. È stato approvato l'emendamento 1.3 (testo 2), che proroga al 31 dicembre 2024 il termine per l'esercizio della delega al Governo in materia di semplificazione e controlli sulle attività economiche, con particolare riferimento alla salvaguardia del decoro urbano e delle caratteristiche commerciali specifiche dei centri storici. Il 17 luglio, giunti i prescritti pareri sull'emendamento approvato e previa dichiarazione di voto contrario della senatrice D'Elia (PD) a nome del proprio Gruppo, la Commissione ha conferito il mandato al relatore a riferire favorevolmente all'Assemblea sul disegno di legge, con le modifiche proposte.
L'esame in Assemblea
Nella seduta del 17 luglio il relatore Marti (LSP), ha illustrato la proposta. Non essendovi iscritti in discussione generale, l'Assemblea è passata all'esame dell'articolato, che ha visto l'accoglimento dell'ordine del giorno Verini (PD) G1.101, in un testo riformulato, che impegna il Governo a includere gli stuntman tra i beneficiari della pensione anticipata. Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato voto favorevole i senatori Guidi (Cd'I), che ha sottolineato l'importanza dello spettacolo e del teatro come espressione di democrazia; Paroli (FI-BP), che ha criticato le polemiche dell'opposizione, esprimendo stima per il Ministro Sangiuliano e rimarcando il ruolo di FI nella valorizzazione delle tradizioni italiane; Marti (LSP), che ha giustificato la proroga per permettere una riforma approfondita e partecipata del settore dello spettacolo, rispondendo alle richieste delle rappresentanze delle categorie e delle parti sociali; Marcheschi (FdI), che ha accusato l'opposizione di una retorica senza contenuti sostenendo che la proroga di dodici mesi è un passo ragionevole per affrontare le sfide storiche del settore, laddove i Governi precedenti non hanno esercitato i propri doveri. Hanno dichiarato voto contrario i senatori Daniela Sbrollini (PV), che si è detta delusa per il rinvio del codice dello spettacolo, richiamando l'importanza di garantire stabilità al settore attraverso risposte certe e costruttive; Magni (AVS), che ha accusato il Governo di incapacità e inerzia, sottolineando che, dopo due anni, mancano risposte su temi cruciali come il contratto di lavoro e gli ammortizzatori sociali; Pirondini (M5S), che ha ribadito l'urgenza di affrontare questioni fondamentali come la precarietà lavorativa e le condizioni delle fondazioni liriche, richiedendo maggiore trasparenza e collaborazione con il Parlamento; Verducci (PD), che ha evidenziato l'importanza di riconoscere i diritti e le specificità della filiera culturale, enfatizzando il fallimento del Governo Meloni nell'attuare riforme promesse e denunciando la riduzione dell'indennità di discontinuità.
Approvato in prima lettura il ddl sulla riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie
Il 17 e 18 luglio l'Assemblea del Senato ha svolto l'esame del ddl n.1161 di conversione in legge del decreto-legge 7 giugno 2024, n.73, recante misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie. Al termine del dibattito il disegno di legge è stato approvato con 87 voti favorevoli e 50 contrari. Il testo è quindi passato all'esame dell'altro ramo del Parlamento.
Il provvedimento introduce misure urgenti volte a ridurre le liste d'attesa per la fruizione delle prestazioni erogate dalle strutture sanitarie pubbliche. Tra le misure principali si segnalano l'obbligo delle direzioni generali di ricorrere ai privati accreditati o alle prestazioni libero-professionali intramurarie in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi senza ulteriori costi per gli utenti, la riduzione al 15% del prelievo tributario sugli straordinari svolti nell'ambito dei piani di riduzione delle liste, lo svolgimento delle visite diagnostiche e specialistiche anche di sabato e domenica con orario prolungato. Si prevede inoltre una riorganizzazione dei servizi di prenotazione delle prestazioni sanitarie, volta ad assicurare la convergenza nei Centri unici (CUP) di tutte le informazioni relative alle agende dei soggetti pubblici e privati convenzionati. L'articolo 2, che è stato oggetto di un ampio dibattito e di numerose modifiche in Commissione, istituisce presso il Ministero della salute l'Organismo di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria, destinato a operare sotto la diretta supervisione del Ministro. La versione originale conferiva all'Organismo ampi poteri di ispezione e verifica presso le strutture sanitarie, sia pubbliche che private, per garantire l'efficienza e l'appropriatezza dei servizi, nonché il corretto funzionamento delle liste di attesa. La Commissione ha limitato anzitutto i poteri di accesso dell'Organismo, eliminando la possibilità di esercitare poteri istruttori su segnalazione e rimuovendo la clausola che prevedeva che gli esiti delle verifiche fossero utilizzati per sanzioni e premi; i risultati delle verifiche dovranno essere comunicati al nuovo Responsabile unico regionale dell'assistenza sanitaria (RUAS). Rimane la possibilità per l'Organismo di avvalersi del Comando carabinieri per la tutela della salute nelle proprie funzioni. È stata inoltre eliminata la disposizione che riconosceva al personale dell'Organismo le funzioni di polizia amministrativa e giudiziaria. Le modifiche includono altresì la ristrutturazione dell'Organismo in un ufficio dirigenziale generale e quattro uffici di livello dirigenziale non generale e sono state introdotte disposizioni che istituiscono, da parte delle Regioni e delle Province autonome, l'Unità centrale di gestione dell'assistenza sanitaria e delle liste di attesa, che individua il RUAS e disciplina i suoi compiti e i poteri sostitutivi dell'Organismo in caso di inefficienze.
L'esame in sede referente
Il disegno di legge è stato incardinato nella 10a Commissione il 12 giugno con la relazione del senatore Zullo (FdI). Nella stessa seduta è intervenuto il ministro della Sanità Schillaci per alcune precisazioni sulle finalità del decreto. Le audizioni informali, avviate il 18 giugno, si sono concluse il 2 luglio. La discussione generale si è svolta nelle sedute del 2 e 3 luglio. Il 4 luglio sono stati pubblicati gli emendamenti e ordini del giorno presentati ed è stata avviata l'illustrazione degli emendamenti, che si è conclusa il 9. Il 15 luglio è stata preannunciata la presentazione di due ulteriori emendamenti, frutto di un'interlocuzione con la Conferenza delle Regioni, e i Gruppi di opposizione hanno contestato il ritardo nell'esprimere i pareri sulle proposte di emendamento. Il 16 luglio sono stati presentati tre nuovi emendamenti del relatore e i submenedamenti all'emendamento 2.100, riguardante le funzioni dell'Organismo di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria istituito presso il Ministero della salute e la limitazione dei suoi poteri ispettivi e sostitutivi nei confronti delle amministrazioni regionali, concordata in sede di Conferenza Stato-Regioni. Al termine delle votazione degli emendamenti sono risultati approvati, tra gli altri, il citato 2.100 e il 3.7, finalizzato a garantire ai pazienti cronici o affetti da malattia rara un accesso diretto alle prestazioni senza onere di prenotazione al CUP. L'esame si è concluso il 17 luglio con il conferimento al relatore del mandato a riferire favorevolmente in Assemblea sull'approvazione del disegno di legge, con le modifiche apportate.
L'esame in Assemblea
Nella seduta del 17 luglio, dopo la relazione del senatore Zullo, hanno preso parte alla discussione generale i senatori Daniela Sbrollini, Dafne Musolino (IV), Calenda (Az), Elisa Pirro, Barbara Guidolin, Maria Domenica Castellone (M5S), Elena Murelli, Clotilde Minasi (LSP), Annamaria Furlan, Susanna Camusso, Ylenia Zambito (PD), Russo, Cinzia Pellegrino, Elena Leonardi (FdI) e Magni (AVS). I Gruppi di opposizione hanno duramente contestato il decreto in quanto inefficace per la mancanza di risorse economiche: Italia Viva ha criticato la burocrazia aggiuntiva e il rischio di un centralismo che contraddice l'autonomia differenziata; il M5S ha accusato il Governo di presentare un provvedimento vuoto, privo di misure concrete, che apre le porte al privato a discapito della sanità pubblica; il PD ha ribadito la necessità di interventi seri per affrontare il divario sanitario tra Nord e Sud e ha accusato il Governo di incapacità di dialogo con le Regioni; AVS ha evidenziato l'inefficacia delle disposizioni, che non affrontano le vere problematiche, come il rinnovo contrattuale del personale sanitario; Azione, pur condividendo l'approccio del dl, ha chiesto una revisione del finanziamento della sanità, suggerendo una collaborazione nella prossima legge di bilancio. I Gruppi di maggioranza, nel riconoscere che i problemi della sanità derivano da anni di politiche inadeguate e da un lungo definanziamento, hanno elogiato l'operato del Governo, evidenziando l'aumento dei fondi e le riforme per affrontare le liste d'attesa, migliorare le condizioni di lavoro degli operatori sanitari e l'efficienza del sistema, garantendo il diritto alla salute con misure di razionalizzazione e monitoraggio, in collaborazione con le Regioni. In replica, il relatore ha richiamato la complessità del sistema sanitario italiano e l'importanza di una consapevolezza condivisa per affrontare le sfide; ha quindi rivendicato i progressi fatti dal Governo, come l'aumento del tetto di spesa per le assunzioni e il rinnovo dei contratti del personale, insieme a incentivi per la formazione di medici e infermieri.
Nella seduta del 18 luglio si è svolto l'esame dell'articolato. Sono stati accolti diversi ordini del giorno, tutti in testi riformulati: G2.100, Cantù (LSP) e altri, G3.100, Russo e Mancini (FdI), G3.101, Garavaglia (LSP) e altri, G3.102, Elena Murelli (LSP) e altri, G4.100, Mazzella (M5S) e altri, G5.100, Maria Domenica Castellone (M5S) e altri e G6.100, Naturale e Mazzella (M5S). Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato il voto favorevole i senatori Guidi (Cd'I), che ha condiviso esperienze personali di emarginazione e difficoltà, sostenendo il valore di un sistema scolastico e sanitario inclusivo e solidale; Silvestro (FI-BP), che ha evidenziato l'importanza di utilizzare la tecnologia, ottimizzare le agende di prenotazione e coinvolgere il privato convenzionato per migliorare il sistema sanitario pubblico; Maria Cristina Cantù (LSP), che ha enfatizzato la necessità di ridurre il carico sui medici, migliorare il reclutamento e aumentare la collaborazione tra sistema ospedaliero ed extraospedaliero; Zaffini (FdI), secondo il quale il problema delle liste d'attesa è cronico e complesso ma il Governo ha stanziato quasi un miliardo di euro per affrontare la situazione ed è stato altresì approvato un ddl per ulteriori risorse e interventi strutturali a partire dal 2025. Hanno dichiarato voto contrario i senatori Mariastella Gelmini (Az), che ha proposto una riorganizzazione urgente del sistema sanitario, con più risorse economiche e umane, maggiore formazione e integrazione dei servizi; Durnwalder (Aut), che, pur apprezzando i miglioramenti apportati dagli emendamenti, ha criticato l'approccio centralista del provvedimento che non rispetta la natura regionalista del servizio sanitario e rischia di intaccare le competenze delle autonomie speciali; Renzi (IV), che ha suggerito di investire in tecnologia e intelligenza artificiale per migliorare le prestazioni e ottenere risparmi, invitando a un approccio serio e collaborativo per rispondere alle esigenze dei malati e degli operatori sanitari; Magni (AVS), che ha ribadito la necessità di affrontare il tema della sanità privata, del ruolo dei medici di famiglia e della mancanza di integrazione tra i sistemi regionali, proponendo di utilizzare meglio le risorse disponibili; Mazzella (M5S), secondo cui le misure più apprezzate dall'opinione pubblica, come la creazione di un organismo di controllo e l'estensione degli esami diagnostici al weekend sono inattuabili senza nuove assunzioni; Sandra Zampa (PD), che ha parlato di una soluzione superficiale che non affronta le cause profonde delle liste d'attesa e risulta essere solo un tentativo di propaganda pre-elettorale, mancando di una vera strategia di spesa e personale, penalizzando ulteriormente cittadini e operatori sanitari.