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27 maggio 2024 | Numero 56
Segnalazioni → Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare
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Relazione epidemiologica dell'EFSA

Peste suina africana: nel 2023 quintuplicati i focolai infettivi negli allevamenti

In Croazia e Romania il 96% dei casi nell'Unione europea. Infezioni in aumento anche tra i cinghiali

Nel 2023 quattordici Stati membri dell'Unione europea sono stati interessati dalla peste suina africana (PSA). In rapporto all'anno precedente, sono quintuplicati i focolai infettivi nei suini domestici, raggiungendo il picco già registrato nel 2019. Sono queste le principali risultanze della relazione epidemiologica dell'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA, European Food Safety Authority), pubblicata il 16 maggio.

L'EFSA ha ricevuto dalla Commissione europea il mandato di produrre analisi epidemiologiche annuali sulla diffusione e sull'impatto della PSA nell'UE e nei Paesi limitrofi.

L'aumento è in gran parte determinato dalla comparsa della PSA in Croazia (1124 focolai) e dalla recrudescenza in Romania (736 focolai) . Questi due Paesi rappresentano il 96% dei focolai dell'UE nel 2023.
Tutti i focolai in Croazia sono stati notificati in tre regioni confinanti con la Bosnia-Erzegovina e la Serbia. In Romania sono stati segnalati in tutto il Paese. Nel resto dell'Unione, i focolai nei suini domestici sono stati sporadici (30 in Polonia, 16 in Italia e meno di 10 negli altri 6 Stati membri colpiti).
In tutta l'UE, la PSA nei suini domestici è stata notificata in 11 regioni che non erano mai state colpite prima (rispetto alle 5 del 2022), situate in Croazia, Grecia, Germania, Italia e Polonia, il che indica una maggiore diffusione in nuove aree.

La maggior parte dei focolai (96%) si è verificata in piccoli stabilimenti con meno di 100 suini , mentre i sei focolai che si sono verificati in stabilimenti con più di 10.000 suini erano tutti situati in Romania.

Nei Paesi e territori non UE, la PSA è stata rilevata per la prima volta in Bosnia-Erzegovina e in Kosovo. È stato osservato un aumento molto importante nel numero di focolai notificati (18 volte di più), guidato dalla comparsa e dalla diffusione in Bosnia-Erzegovina e dal forte aumento dell'incidenza in Serbia (nove volte più focolai rispetto al 2022). Questi due Paesi hanno rappresentato il 99% dei focolai notificati nei suini domestici tra i Paesi e i territori non UE inclusi nel rapporto.

È stata osservata una chiara stagionalità estiva della PSA nei suini domestici, con l'88% dei focolai segnalati tra luglio e ottobre. Questa stagionalità è stata particolarmente evidente per gli stabilimenti di piccole dimensioni con meno di 100 suini, che hanno rappresentato la maggior parte dei focolai notificati nell'UE (96%).

Tra i cinghiali, nonostante l'introduzione in nuovi Paesi (Croazia, Grecia e Svezia) e la diffusione in nuove aree dell'Italia, è stato osservato un aumento del 10% del numero di focolai notificati nell'UE rispetto al 2022, con notevoli variazioni tra i Paesi.
Nel 2023, la PSA è stata notificata nei cinghiali in 17 regioni mai colpite prima (rispetto alle 14 regioni del 2022), situate in Croazia, Svezia, Italia, Germania, Grecia, Polonia e Slovacchia. Nei Paesi e territori non UE, è stata notificata nei cinghiali in Bosnia-Erzegovina e in alcune nuove aree della Serbia nord-occidentale, con un aumento del numero di focolai notificati. Tra gli Stati membri, la Polonia ha notificato il maggior numero di focolai di PSA nei cinghiali: 2.686 focolai , che rappresentano il 34% dell'UE.

Nell'ottobre 2024 l'EFSA emanerà un parere scientifico che rivedrà i fattori di rischio per la comparsa, la diffusione e la persistenza del virus nelle popolazioni di cinghiali selvatici e nei suini domestici. L'obiettivo è quello di fornire un ausilio a coloro che devono gestire i fattori di rischio, per continuare a elaborare misure per prevenire, controllare ed eradicare la diffusione del virus.

Allevamento di suini

Virus mortale per gli animali ma innocuo per l'essere umano

La peste suina africana (PSA) è una malattia virale dei suini e dei cinghiali selvatici che causa un'elevata mortalità negli animali infettati.
Il virus che la provoca è però innocuo per l'essere umano.
È quanto si legge nel sito dell'EFSA.

Le aree interessate da PSA subiscono notevoli perdite economiche, anche per il costo delle misure di controllo. L'eradicazione della malattia - sottolinea l'EFSA - può richiedere diversi anni.
Non ci sono vaccini né cure.
I segni tipici della PSA sono febbre, aborti, emorragie e morte improvvisa.

Maiali e cinghiali selvatici di solito vengono infettati per:

  • contatto diretto con animali infetti
  • contatto indiretto da ingestione di prodotti ricavati da animali infetti, e contatto con indumenti, veicoli o attrezzature contaminati
  • punture di zecche infette

La PSA è endemica nell'Africa sub-sahariana, dove la malattia venne inizialmente scoperta. In Europa, tra il 1995 e il 2007, la PSA era presente solo in Sardegna. Nel 2007 si verificarono focolai in Georgia e la malattia si diffuse ai Paesi limitrofi, colpendo maiali e cinghiali selvatici. Nel 2014 vennero segnalati i primi focolai nell'Unione europea, tra i cinghiali selvatici degli Stati baltici e della Polonia. Da allora la malattia si è diffusa ad altri Paesi UE e ai Paesi terzi confinanti.
Negli ultimi anni si sono verificati focolai anche in Asia, Oceania e in alcuni Paesi americani.