Lo shock combinato della crisi da COVID-19 e della crisi energetica ha colpito
duramente l'economia europea, ma quest'ultima si è dimostrata molto più resistente
rispetto alle crisi passate. Parte di questa resistenza è dovuta
alla forza degli investimenti pubblici.
Dopo la crisi finanziaria globale, i governi europei avevano ridotto drasticamente
gli investimenti per ridurre le spese. Questa volta, invece, gli investimenti pubblici
sono stati ampiamente risparmiati.
Anche le riserve finanziarie accumulate dalle aziende durante la pandemia
hanno stimolato gli investimenti. Il sostegno pubblico ha messo al riparo molte aziende
dal fallimento e, passato l'allarme più acuto per la pandemia , la domanda repressa
ha provocato un'impennata dei profitti aziendali.
Risultato: l'80% delle imprese UE è risultato redditizio nel 2023,
2 punti percentuali al di sopra della media storica.
È quanto afferma il Rapporto sugli investimenti 2023/2024 della BEI, Banca Europea per gli Investimenti (European Investment Bank (EIB)), che ha sede a Lussemburgo, pubblicato il 7 febbraio.
Ecco alcuni dati citati dal Rapporto:
- Gli investimenti reali sono più alti del 5% rispetto a prima della crisi COVID-19. A titolo di confronto, dopo la crisi finanziaria globale gli investimenti erano scesi dell'11%.
- Il 70% delle imprese UE utilizza tecnologie digitali avanzate. Il divario con gli Stati Uniti si è ridotto ma le imprese UE sono ancora indietro di 6 punti percentuali rispetto alle aziende statunitensi nell'uso dell'intelligenza artificiale e dei big data.
- Il 90% delle aziende UE ha adottato misure per ridurre le proprie emissioni di carbonio. Ma solo il 36% ha adottato misure per adattarsi al cambiamento climatico.
- Il 51% delle aziende UE intervistate ha investito nell'efficienza energetica nel 2023.
- In risposta alle interruzioni degli approvvigionamenti, il 20% delle aziende UE ha investito in sistemi digitali di tracciabilità dell'inventario e il 24% degli importatori ha adottato misure per diversificare le proprie catene di approvvigionamento.
Sebbene gli investimenti delle imprese rimangano forti in tutta l'Unione Europea, esistono però grandi differenze tra i membri UE. In alcuni Paesi, ad esempio, gli investimenti aziendali reali hanno superato il livello precedente alla pandemia del 5%, o più, all'inizio del 2023, mentre in altri hanno ristagnato.
Attualmente, gli investimenti delle imprese mostrano segni di indebolimento,
a causa degli alti tassi di interesse e di una crescita economica lenta o inesistente.
Quando è stata condotta l'indagine sugli investimenti della BEI (EIBIS) nell'estate del 2023,
molte imprese prevedevano già di ridurre gli investimenti nell'anno successivo.
Le imprese sono anche pessimiste sulla disponibilità di reperire finanziamenti
esterni per gli investimenti.
Un'altra stretta agli investimenti potrebbe derivare dall'inasprimento dei bilanci pubblici. L'Unione Europea ha sospeso le regole di bilancio durante la pandemia, consentendo ai Paesi di spendere liberamente per sostenere l'economia e successivamente per dare sollievo alle imprese e alle famiglie in seguito all'impennata dei prezzi dell'energia. Ora è però attesa una stretta sulle spese pubbliche.
Un'analisi della BEI sugli episodi passati di riduzione della spesa pubblica in 16 Paesi dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ha rilevato che un consolidamento fiscale pari all'1% del prodotto interno lordo porta a un calo dell'1% degli investimenti privati.
Gli investimenti potrebbero essere protetti dal Fondo per la ripresa e la resilienza, che mette a disposizione 723 miliardi di euro per modernizzare l'economia dell'Unione e facilitare la transizione verde e digitale. Le sovvenzioni fornite dal PNRR sono di entità simile ai tagli di spesa che sarebbero richiesti dal ripristino delle regole di bilancio dell'UE, in particolare per i Paesi dell'Europa meridionale, centrale e orientale. Tuttavia, l'attuazione dei progetti e delle riforme finanziate dal PNRR sta già incontrando ostacoli, con conseguenti ritardi nelle erogazioni.
Europa leader nelle tecnologie verdi, in ritardo nell'innovazione digitale
L'Europa mantiene un ruolo di primo piano nelle tecnologie verdi, ma è in ritardo nell'innovazione digitale e rischia di essere superata dalla Cina nel rilascio complessivo di brevetti. Lo afferma il Rapporto BEI citato in questa pagina.
- Le imprese europee rappresentano il 18% delle prime 2.500 imprese per gli investimenti di ricerca e sviluppo a livello globale. Ma solo il 10% dei nuovi ingressi in questo gruppo è di aziende UE, contro il 45% degli Stati Uniti e il 32% della Cina.
- L'Unione Europea è ancora in testa nel numero di brevetti per le tecnologie verdi, ma la Cina sta recuperando terreno. Cina e Stati Uniti rilasciano già il doppio dei brevetti per le tecnologie digitali (vedi grafico sopra).
Le imprese europee sono in ritardo anche nell'adozione di nuove tecnologie.
I dati dell'indagine BEI indicano che l'Unione Europea ha una quota inferiore
di imprese che investono per sviluppare o introdurre nuovi prodotti,
processi o servizi rispetto agli Stati Uniti (39% contro 57%).
Questa differenza è determinata soprattutto dal numero di imprese che
investono per adottare prodotti, processi o servizi già utilizzati
nel loro settore, ma nuovi per l'azienda.
Il finanziamento del capitale di rischio nell'Unione Europea è poco
sviluppato rispetto agli Stati Uniti ed è stato penalizzato da condizioni
finanziarie più rigide. Ciò influisce in particolare sui finanziamenti
alle imprese che cercano di scalare le proprie attività.
Nonostante il forte sostegno pubblico, la frammentazione dei mercati
dei capitali europei limita le opportunità degli investitori di uscire
dai loro investimenti e determina un'eccessiva dipendenza da investitori
esterni all'Unione Europea.
L'Europa soffre in particolare di una carenza di finanziamenti per
le attività di scale-up più mature. I finanziamenti per queste
attività sono da sei a otto volte superiori negli Stati Uniti.
Il venture debt è un mercato nascente in Europa, mentre altre forme
di finanziamento della crescita sono ancora agli inizi.