"La corruzione indebolisce le istituzioni, è strumento per le ingerenze straniere"
«La corruzione è un fenomeno che reca gravi danni alla società, alle nostre democrazie, all'economia e ai singoli cittadini. Indebolisce le istituzioni da cui dipendiamo, ne compromette la credibilità e la capacità di realizzare politiche pubbliche e di offrire servizi pubblici di qualità. Agisce inoltre da catalizzatore per la criminalità organizzata e le ingerenze straniere ostili. Il successo della prevenzione e della lotta contro la corruzione è essenziale sia per salvaguardare i valori dell'Unione europea e l'efficacia delle politiche dell'UE, sia per conservare lo Stato di diritto e la fiducia nei governanti e nelle istituzioni pubbliche».
Sono le prime righe della relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla lotta contro la corruzione nella quale sono coinvolti funzionari delle Comunità europee o degli Stati membri dell'Unione europea (Doc. XVIII-bis, n. 12, relativo all'all'Atto COM(2023). 234).
«I dati dell'indagine Eurobarometro 2022 - si legge ancora nella relazione - segnalano che il 68% dei cittadini UE e il 62% delle imprese con sede nell'UE ritengono che la corruzione sia diffusa nel loro paese».
« La corruzione rappresenta inoltre uno strumento per le ingerenze straniere nei processi democratici , fenomeno che è al centro dell'azione in fase di sviluppo nell'ambito del pacchetto per la difesa della democrazia, parte anch'esso del programma di lavoro della Commissione per il 2023».
L'obiettivo della proposta «è garantire che tutte le forme di corruzione siano perseguibili penalmente in tutti gli Stati membri, che anche le persone giuridiche possano essere ritenute responsabili di tali reati e che questi ultimi siano passibili di sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive».
Dal 2020 la Commissione monitora gli sviluppi della lotta contro la corruzione a livello nazionale, considerata uno dei pilastri fondamentali del ciclo annuale della relazione sullo Stato di diritto. Dal 2022 le relazioni comprendono anche raccomandazioni per ciascun paese, volte a coadiuvare gli Stati membri nella realizzazione delle riforme in corso o programmate.
La Commissione raccomanda alle autorità nazionali competenti di «assicurare alle persone che forniscono elementi di prova o collaborano in altro modo alle indagini penali la protezione, il sostegno e l'assistenza necessari nel contesto dei procedimenti penali».
La proposta si occupa anche dei cosiddetti programmi di
soggiorno e di cittadinanza per investitori ("visti d'oro"
e "passaporti d'oro") che, afferma, «possono servire a
occultare o facilitare i reati finanziari ed economici, tra cui la
corruzione».
In particolare, «suscita preoccupazione la mancanza di trasparenza
e di controlli di tali programmi, legata anche al ruolo ivi svolto
dagli intermediari. La proposta di un nuovo regolamento
antiriciclaggio presentata dalla Commissione intende istituire una
supervisione sulle attività degli intermediari nei programmi di
soggiorno per investitori».
Secondo la Commissione, i programmi di cittadinanza per
investitori, in base ai quali la cittadinanza di uno Stato membro,
e pertanto la cittadinanza dell'UE, sono sistematicamente concesse
in cambio di pagamenti o investimenti predeterminati, e senza un
legame effettivo con lo Stato membro che la concede, «violano il
diritto dell'Unione. Di conseguenza la Commissione ritiene che gli
Stati membri non debbano adottare tali programmi».
«La Commissione ha agito contro gli Stati membri che si valgono di
questi programmi, direttamente sulla base delle sue prerogative di
custode dei trattati, al fine di sopprimerli».