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18 marzo 2024 | Numero 46
Segnalazioni -> Parlamento europeo

Intelligenza artificiale, le regole UE per proteggere i diritti fondamentali, la democrazia, lo Stato di diritto

Via libera del Parlamento europeo ad un testo di 458 pagine, 103 articoli e 13 allegati

Mercoledì 13 marzo, il Parlamento europeo ha approvato il regolamento sull'intelligenza artificiale (IA), frutto dell'accordo raggiunto con gli Stati membri nel dicembre 2023, con 523 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni.
L'obiettivo - come si legge nel sito del PE - è di proteggere i diritti fondamentali, la democrazia, lo Stato di diritto e la sostenibilità ambientale, promuovendo nel contempo l'innovazione e assicurando all'Europa un ruolo guida nel settore.
Il testo del Regolamento, nella sua versione italiana, occupa 458 pagine, con 103 articoli e 13 allegati.
Data l'importanza dell'argomento, riportiamo integralmente di seguito le informazioni pubblicate dal sito del Parlamento europeo.

Applicazioni vietate

Le nuove norme mettono fuori legge alcune applicazioni di IA che minacciano i diritti dei cittadini. Tra queste, i sistemi di categorizzazione biometrica basati su caratteristiche sensibili e l'estrapolazione indiscriminata di immagini facciali da internet o dalle registrazioni dei sistemi di telecamere a circuito chiuso per creare banche dati di riconoscimento facciale. Saranno vietati anche i sistemi di riconoscimento delle emozioni sul luogo di lavoro e nelle scuole, i sistemi di credito sociale, le pratiche di polizia predittiva (se basate esclusivamente sulla profilazione o sulla valutazione delle caratteristiche di una persona) e i sistemi che manipolano il comportamento umano o sfruttano le vulnerabilità delle persone.

Eccezioni per le forze dell'ordine

In linea di principio le forze dell'ordine non potranno fare ricorso ai sistemi di identificazione biometrica, tranne in alcune situazioni specifiche espressamente previste dalla legge.
L'identificazione "in tempo reale" potrà essere utilizzata solo se saranno rispettate garanzie rigorose, ad esempio se l'uso è limitato nel tempo e nello spazio e previa autorizzazione giudiziaria o amministrativa.
Gli usi ammessi includono, ad esempio, la ricerca di una persona scomparsa o la prevenzione di un attacco terroristico. L'utilizzo di questi sistemi a posteriori è considerato ad alto rischio. Per questo, per potervi fare ricorso, l'autorizzazione giudiziaria dovrà essere collegata a un reato.

Obblighi per i sistemi ad alto rischio

Sono previsti obblighi chiari anche per altri sistemi di IA ad alto rischio (che potrebbero arrecare danni significativi alla salute, alla sicurezza, ai diritti fondamentali, all'ambiente, alla democrazia e allo Stato di diritto). Rientrano in questa categoria gli usi legati a infrastrutture critiche, istruzione e formazione professionale, occupazione, servizi pubblici e privati di base (ad esempio assistenza sanitaria, banche, ecc.), alcuni sistemi di contrasto, migrazione e gestione delle frontiere, giustizia e processi democratici (come nel caso di sistemi usati per influenzare le elezioni). Per questi sistemi vige l'obbligo di valutare e ridurre i rischi, mantenere registri d'uso, essere trasparenti e accurati e garantire la sorveglianza umana.
I cittadini avranno diritto a presentare reclami sui sistemi di IA e a ricevere spiegazioni sulle decisioni basate su sistemi di IA ad alto rischio che incidono sui loro diritti.

Obblighi di trasparenza

I sistemi di IA per finalità generali e i modelli su cui si basano dovranno soddisfare determinati requisiti di trasparenza e rispettare le norme UE sul diritto d'autore durante le fasi di addestramento dei vari modelli.
I modelli più potenti, che potrebbero comportare rischi sistemici, dovranno rispettare anche altri obblighi, ad esempio quello di effettuare valutazioni dei modelli, di valutare e mitigare i rischi sistemici e di riferire in merito agli incidenti.
Inoltre, le immagini e i contenuti audio o video artificiali o manipolati (i cosiddetti "deepfake") dovranno essere chiaramente etichettati come tali.

Misure a sostegno dell'innovazione e delle PMI

I paesi dell'UE dovranno istituire e rendere accessibili a livello nazionale spazi di sperimentazione normativa e meccanismi di prova in condizioni reali (in inglese sandbox), in modo che PMI e start-up possano sviluppare sistemi di IA innovativi e addestrarli prima di immetterli sul mercato.

Citazioni

Durante il dibattito conclusivo di martedì, il correlatore della commissione per il mercato interno Brando Benifei (S&D, Italia) ha dichiarato: "Dopo due anni intensi di lavoro siamo finalmente riusciti ad approvare la prima legge vincolante al mondo sull'intelligenza artificiale, volta a ridurre i rischi e aumentare opportunità, combattere la discriminazione e portare trasparenza. Grazie al Parlamento europeo, le pratiche inaccettabili di IA saranno proibite in Europa. Tuteliamo i diritti dei lavoratori e dei cittadini. Dovremo ora accompagnare le aziende a conformarsi alle regole prima che entrino in vigore. Siamo riusciti a mettere gli esseri umani e i valori europei al centro dello sviluppo dell'IA".

Il correlatore della commissione per le libertà civili Dragos Tudorache (Renew, Romania) ha dichiarato: "L'UE ha mantenuto la promessa. Abbiamo collegato per sempre al concetto di intelligenza artificiale ai valori fondamentali che costituiscono la base delle nostre società. Ci aspetta molto lavoro che va oltre la legge sull'intelligenza artificiale. L'intelligenza artificiale ci spingerà a ripensare il contratto sociale che sta alla base delle nostre democrazie. Insieme ai nostri modelli educativi, ai nostri mercati del lavoro, al modo in cui conduciamo le guerre. La legge sull'IA non è la fine del viaggio, ma piuttosto il punto di partenza per un nuovo modello di governance basato sulla tecnologia. Ora dobbiamo concentrarci per trasformarla da legge sui libri a realtà sul campo".

Prossime tappe

Il regolamento deve ancora essere sottoposto alla verifica finale dei giuristi-linguisti e dovrebbe essere adottato definitivamente prima della fine della legislatura (procedura di rettifica). Inoltre, la legge deve ancora essere formalmente approvata dal Consiglio.

Entrerà in vigore venti giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'UE e inizierà ad applicarsi 24 mesi dopo l'entrata in vigore, salvo per quanto riguarda: i divieti relativi a pratiche vietate, che si applicheranno a partire da sei mesi dopo l’entrata in vigore; i codici di buone pratiche (nove mesi dopo); le norme sui sistemi di IA per finalità generali, compresa la governance (12 mesi) e gli obblighi per i sistemi ad alto rischio (36 mesi).

Intelligenza artificiale

A maggio l'esame da parte del Comitato dei Ministri

E il Consiglio d'Europa vara il "Progetto di Convenzione quadro sull'intelligenza artificiale, i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto"

Il 14 marzo il Comitato sull'intelligenza artificiale del Consiglio d'Europa, nel corso dell'ottavo incontro, ha presentato i risultati del proprio lavoro: il "Progetto di Convenzione quadro sull'intelligenza artificiale, i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto". Il progetto sarà sottoposto al Comitato dei Ministri per l'adozione e sarà aperto alla firma in una fase successiva.

«Questo trattato, primo nel suo genere, assicurerà che la diffusione dell'intelligenza artificiale rispetti le norme giuridiche del Consiglio d'Europa in materia di diritti umani, democrazia e Stato di diritto. Il suo completamento da parte del Comitato sull'intelligenza artificiale è un traguardo straordinario e dobbiamo celebrarlo come tale», ha dichiarato la Segretaria generale del Consiglio d'Europa, Marija Pejčinović Burić.

«La Convenzione - ha aggiunto la Segretaria generale - stabilisce un quadro giuridico che copre i sistemi di IA in tutto il loro ciclo di vita, dall'inizio alla fine.
Sebbene questo trattato sia stato elaborato dal Consiglio d'Europa con partner internazionali che condividono le stesse idee, sarà uno strumento globale, aperto al mondo. Dopo la sua adozione da parte del Comitato dei Ministri nelle prossime settimane, i paesi di tutto il mondo potranno aderirvi e rispettare gli elevati standard etici che stabilisce.
Il testo raggiunge il giusto equilibrio in ambito normativo proprio grazie al contributo di governi ed esperti, come anche del settore e della società civile. Ringraziamo tutti i partner per il loro contributo e il completamento di questo testo fondamentale. Siamo convinti che, una volta adottato, questo trattato susciterà un consenso generale quanto alla portata del suo impatto».

Il testo di 16 pagine e 36 articoli è stato elaborato dal Comitato, presieduto dallo svizzero Thomas Schneider, composto dai rappresentanti dei 46 Stati membri del Consiglio d'Europa, designati dai rispettivi governi, esperti nel campo della governance digitale e delle implicazioni giuridiche del funzionamento delle diverse forme di IA. Fanno parte del Comitato anche rappresentanti degli Stati osservatori (Argentina, Australia, Canada, Costa Rica, Santa Sede, Israele, Giappone, Messico, Perù, Stati Uniti d'America, Uruguay), rappresentanti di organizzazioni internazionali e regionali, del settore privato, della società civile, della ricerca e delle istituzioni accademiche.

Prima di essere aperto alla firma e alla ratifica dei paesi, la Convenzione dovrà essere adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa. Questo passaggio dovrebbe avvenire a maggio, il mese in cui l'organizzazione compirà i suoi 75 anni.