Nel 2022, gli incidenti stradali nei paesi dell'Unione
europea hanno causato la morte di 20.640 persone. Il tasso
medio di vittime è di 46 morti per milione di abitanti,
con variazioni considerevoli da uno Stato membro all'altro.
La Svezia e la Danimarca presentano il tasso di vittime più basso,
rispettivamente con 22 e 26 morti per milione di abitanti; il tasso
più elevato è registrato in Romania, con 86 vittime della strada
per milione di abitanti.
Si stima che per ogni vita persa, altre cinque persone subiscono gravi ferite
con conseguenze che cambiano la vita.
È quanto si legge nella Relazione speciale della Corte dei conti europea
dal titolo «Raggiungere gli obiettivi UE in materia di sicurezza stradale.
È ora di cambiare marcia», 85 pagine di dati e analisi disponibili
in formato pdf a questo
indirizzo.
Qui, invece,
in formato web.
In cifre assolute, al trasporto su strada è imputabile il costo più alto in termini di vite umane, se raffrontato con le altre tipologie di trasporto: 19 vittime nel 2022 nei trasporti ferroviari mentre il più recente incidente aereo mortale che ha interessato un vettore UE si è verificato nel 2016, con 2 vittime.
Pedoni, ciclisti e motociclisti sono le categorie particolarmente a rischio: il 47%
delle vittime del 2021, addirittura il 70% dei decessi nelle aree urbane.
Il più alto tasso di incidenti mortali si registra tra i giovani di età compresa tra 18
e 24 anni, cui fanno seguito le persone di età pari o superiore a 65 anni.
I decessi tra i giovani riguardano principalmente gli occupanti delle autovetture
(64 % nel 2019); metà delle vittime di età pari o superiore
a 65 anni è costituita da ciclisti o pedoni.
Le quattro cause principali dei decessi sulle strade individuate sono:
- velocità;
- guida sotto l'effetto dell’alcol;
- mancato uso della cintura di sicurezza;
- distrazione del conducente.
Nel 2018 - si legge nella Relazione della Corte dei conti -,
l'UE ha stabilito l'obiettivo di dimezzare - rispetto al 2019 (anno
in cui nell'UE si sono contate 22.800 vittime della strada) -
il numero di morti e feriti gravi sulle strade entro il 2030 e di azzerarlo
o quasi entro il 2050. Per raggiungere tali obiettivi, la Commissione ha basato
la propria politica sull'approccio
del "sistema sicuro", articolato in più pilastri.
Avvicinandosi la metà percorso dell'attuale quadro strategico 2021-2030,
la Corte dei conti ha valutato se la Commissione abbia operato efficacemente
nel definire l'approccio del "sistema sicuro" e nell'aiutare gli Stati membri
a conseguire gli obiettivi.
L'approccio del "sistema sicuro" è stato originariamente elaborato in Svezia e nei Paesi Bassi negli anni Novanta e si basa sul riconoscimento del fatto che le persone commettono errori e propone una serie di modi per evitare che tali errori non si traducano in decessi o feriti gravi. Tale strategia preventiva crea livelli di protezione multipli in modo che, se un elemento fallisce, un altro provvederà a compensare.
La Corte ha deciso di porre sotto esame le misure dell'esecutivo
«non solo perché la sicurezza stradale costituisce
un'importante questione sociale, ma anche perché, negli ultimi anni, i progressi nella
riduzione delle vittime della strada hanno registrato una stagnazione nell'UE».
In particolare, afferma la Corte, «con l'attuale ritmo dei progressi e senza ulteriore
impegno da parte dell'UE e degli Stati membri, è improbabile che questi obiettivi ambiziosi
vengano raggiunti».
Tra il 2014 e il 2020, l'Unione ha erogato circa 6,7 miliardi di euro a progetti che hanno contribuito alla sicurezza stradale. Tuttavia, i requisiti UE non riguardano le infrastrutture su cui si verifica il maggior numero di incidenti mortali, come strade nelle aree urbane, piste ciclabili e strade non primarie. Allo stesso tempo, i progressi conseguiti dai vari paesi sono molto diversi.
Nella sua Relazione, la Corte dei conti raccomanda alla Commissione di:
- migliorare la comunicazione dei dati sui feriti gravi e stabilire valori-obiettivo di performance;
- concentrare maggiormente l'attenzione sulle cause degli incidenti e introdurre ulteriori orientamenti che riguardino tutti gli ambiti di rischio;
- prevedere una definizione delle priorità più chiara e una valutazione ex post più accurata dei progetti cofinanziati dall'UE con obiettivi di sicurezza stradale.
Vittime della strada nell'UE suddivise per tipo di utenti (2021) (grafico Corte dei conti europea) (cliccare per ingrandire)
I dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità: 1,35 milioni di morti ogni anno. Il traffico stradale è il principale killer di persone di età compresa tra i 5 e i 29 anni
A livello mondiale, sulla base dei dati più recenti forniti dall'Organizzazione Mondiale
della
Sanità (OMS), l'Europa regge bene il confronto con altre regioni: presenta il più basso
tasso di
incidenti mortali e, a differenza di altre zone, tale percentuale è in calo. Tuttavia, se
da un
lato il numero di vittime della strada nell'UE è diminuito in misura sostanziale dal 2000,
dall'altro la tendenza al calo si è arrestata negli ultimi anni.
Lo afferma la Relazione della Corte dei conti europea.
Il Rapporto sullo stato globale della sicurezza stradale 2018, diffuso dall'OMS nel dicembre 2018, contiene un efficace sistema di data visualization che consente di visualizzare i dati relativi a 175 Paesi, per categorie di utenti e per scansioni temporali di ore, giorni, mesi e anni.
Secondo il Rapporto OMS, il numero di morti annuali per incidenti stradali
ha raggiunto la cifra di 1,35 milioni.
L'onere è sostenuto in modo sproporzionato da pedoni, ciclisti e motociclisti,
in particolare quelli che vivono nei Paesi in via di sviluppo.
Gli infortuni da traffico stradale sono oggi il principale killer di persone
di età compresa tra i 5 e i 29 anni.
Rappresentano l'ottava causa di morte per tutte le fasce d'età,
superando l'HIV/AIDS e la tubercolosi.
Tra il 2013 e il 2016, non è stata osservata alcuna riduzione del
numero di morti per incidenti stradali in tutti i Paesi a basso reddito,
mentre sono state osservate alcune riduzioni in 48 paesi a medio e alto reddito.
La Repubblica Democratica del Congo è il paese che presenta il tasso
più elevato di morti per incidenti stradali - 33,7 vittime ogni centomila abitanti -
mentre la Norvegia e la Svezia si collocano all'estremità opposta, con 2,7 e 2,8 vittime.
Altri paesi molto "a rischio" sono il Venezuela con 33,7 vittime e la Thailandia, con
32,7.
L'Italia, secondo l'OMS, è a quota 5,6 vittime ogni centomila abitanti,
la Francia a 5,5, la Germania a 4,1.
Negli Stati Uniti, il tasso di mortalità è di 12,4 vittime, in Cina è pari a 18,2.