La Relazione annuale 2023 dell'EPPO (European Public Prosecutor's Office)
dimostra che la grande criminalità organizzata continua a
fare incetta di entrate dall'UE, considerando le frodi
all'IVA e le frodi relative ai fondi UE come un "settore pulito": alto profitto, basso
rischio e nessuna vittima evidente che possa denunciare tali reati.
È quanto si legge nel
sito della Procura
europea
che, al 31 dicembre 2023, contava 1.927 indagini attive, per un danno stimato di oltre
19,2 miliardi di euro alle casse dell'Unione.
Sono 139 i rinvii a giudizio (oltre il 50% in più rispetto al 2022)
davanti ai tribunali nazionali.
In linea con l'obiettivo dell'EPPO di concentrarsi sul recupero dei danni,
i giudici hanno concesso ai Procuratori delegati europei ordini di congelamento
per 1,5 miliardi di euro, un importo quattro volte superiore a quello del 2022.
Rispetto al danno finanziario totale stimato, il 59% (11,5 miliardi di euro) è legato
a frodi transfrontaliere in materia di IVA.
Questo tipo di crimine - sottolinea la Procura europea -
è quasi impossibile da scoprire da una prospettiva puramente nazionale e spesso
coinvolge organizzazioni criminali sofisticate, che non rinunciano alla violenza estrema quando
si tratta di proteggere i propri interessi e hanno mezzi quasi illimitati per corrompere le
istituzioni democratiche.
Circa il 34% dei reati indagati dall'EPPO riguarda presunte frodi
sulle spese non legate agli appalti. Questo tipo di frode è commessa attraverso l'uso o la
presentazione di dichiarazioni o documenti falsi, inesatti o incompleti, che hanno come effetto
l'appropriazione indebita di fondi o beni provenienti dal bilancio UE o da
bilanci gestiti dall'UE, o per suo conto, come ad esempio aiuti e sovvenzioni finanziarie.
Circa il 20% dei reati indagati dall'EPPO ha riguardato le forme più gravi di frode all'IVA,
legate al territorio di due o più Stati membri dell'UE partecipanti e che hanno causato un
danno complessivo di almeno 10 milioni di euro.
Alla fine del 2023, l'EPPO aveva 206 indagini attive relative ai finanziamenti NextGenerationEU (PNRR), con un danno stimato di oltre 1,8 miliardi di euro. Questo dato rappresenta circa il 15% di tutti i casi di frode alla spesa gestiti dall'EPPO durante il periodo di riferimento, ma in termini di danni stimati corrisponde a quasi il 25%. Ciò dimostra che i finanziamenti dell'UE di nuova generazione sono un obiettivo per i truffatori.
Ventidue Procuratori europei che possono svolgere indagini ed esercitare le funzioni di pubblico ministero dinanzi ai tribunali degli Stati membri
EPPO (European Public Prosecutor’s Office) è la Procura indipendente
dell'Unione europea. È competente a individuare, perseguire e
portare in giudizio i reati che ledono gli interessi finanziari dell'UE. Rientrano in tale
contesto diversi tipi di frode, come ad esempio frodi in materia di IVA con danni
superiori a 10 milioni di euro, riciclaggio di denaro, corruzione, ecc.
EPPO svolge indagini, esercita l'azione penale ed esplica le funzioni di pubblico
ministero
dinanzi agli organi giurisdizionali competenti degli Stati membri partecipanti fino alla
pronuncia del provvedimento definitivo.
Con queste parole si presenta l'EPPO nel proprio sito.
La Procura europea è costituita da due livelli: centrale e decentrato
(nazionale). La sede centrale è a Lussemburgo. Opera in veste di ufficio unico
pienamente indipendente in tutti i paesi UE partecipanti (la cosiddetta «zona EPPO»)
e coordina gli sforzi europei e nazionali. La fase operativa è iniziata il
1° giugno 2021.
Il livello centrale è costituito dal Procuratore capo europeo, da 22 Procuratori
europei (uno per ogni paese UE partecipante), due dei quali
fungono da sostituti del Procuratore capo europeo (attualmente i procuratori europei di
Germania e Cechia) e dal direttore amministrativo. Il Procuratore capo europeo e i 22
Procuratori europei costituiscono il collegio dell'EPPO.
L'attuale Procuratore capo è Laura Codruţa Kövesi, ex procuratore capo della Direzione nazionale anticorruzione della Romania ed ex Procuratore Generale della Romania.
Il Procuratore europeo italiano è Andrea Venegoni, già giudice presso il Tribunale di Savona e Procuratore della Repubblica presso la Procura di Genova.
Gli atti procedurali della Procura europea sono soggetti a controllo giurisdizionale da parte degli organi giurisdizionali nazionali. La Corte di giustizia dell'Unione europea, attraverso le pronunce pregiudiziali o i ricorsi giurisdizionali in relazione agli atti dell'EPPO, dispone di competenze residue per garantire un'applicazione coerente del diritto dell’Unione.