La percentuale di giovani che ha svolto un tirocinio prima di trovare un lavoro stabile è aumentata fortemente negli ultimi 10 anni. Si stima che il numero annuale di tirocinanti nell'Unione europea abbia raggiunto i 3,7 milioni.
Coloro che hanno svolto uno o più tirocini generalmente hanno avuto esiti occupazionali positivi. Nel 2021, il 71% dei partecipanti a tirocini nell'ambito della garanzia per i giovani in tutta l'UE aveva un lavoro dopo sei mesi dall'uscita dalla garanzia per i giovani.
Affinché un tirocinio sia utile, i tirocinanti devono essere sicuri della sua qualità e non dovrebbero sostituire i lavoratori stabilmente occupati. Nel 2014, il Consiglio UE ha raccomandato agli Stati membri di mettere in pratica una serie di requisiti minimi per i tirocini di qualità, che comprendono obiettivi di apprendimento, un contratto scritto, condizioni di lavoro eque e durata ragionevole. Questi requisiti sono al momento in fase di aggiornamento per riflettere il quadro della situazione attuale.
In un'analisi pubblicata il 6 febbraio, la Corte dei conti europea evidenzia diverse criticità: definizioni di tirocinio che differiscono tra loro; disponibilità limitata di dati attendibili; attuazione non uniforme della raccomandazione del Consiglio del 2014 sui tirocini di qualità negli Stati membri.
La raccomandazione del 2014 invitava gli Stati membri ad avvalersi del Fondo sociale europeo (FSE) e dell'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile (IOG) per aumentare il numero e la qualità dei tirocini. La Commissione gestisce direttamente Erasmus+ ed EaSI, che possono fornire fondi per i tirocini transfrontalieri. Inoltre, tutte le istituzioni UE offrono ai giovani opportunità di tirocinio, finanziate tramite i propri bilanci amministrativi.
Dei 188 programmi FSE/IOG del periodo 2014-2020, la Corte ne ha identificati 76
in 22 dei 27 Stati membri che avevano assegnato fondi per l'integrazione dei giovani
nel mercato del lavoro per un totale di circa 13,6 miliardi di euro.
Tuttavia, nel rispondere all'indagine della Corte, la maggior parte delle autorità di
gestione non è stata in grado di indicare l'esatto ammontare speso per i tirocini.
Secondo l’analisi effettuata dalla Corte, tutti i programmi previsti nel contesto della garanzia per i giovani per il 2021 sono disciplinati da un accordo scritto e due terzi prevedono un tutor. Allo stesso tempo, la durata di questi programmi che offrono tirocini varia da alcuni giorni (ad esempio in Francia) a più di sei mesi in sette paesi (Bulgaria, Spagna, Croazia, Italia, Cipro, Lussemburgo e Portogallo). Inoltre, solo per un terzo dei programmi viene rilasciata una certificazione alla fine del programma. Infine, per oltre tre quarti dei programmi viene fornita una remunerazione.
“I tirocini sono diventati sempre più importanti per molti giovani che entrano nel mondo del lavoro; è quindi essenziale che queste opportunità siano di qualità adeguata”, ha dichiarato Eva Lindström, il componente della Corte responsabile dell’audit. “L’attuale aggiornamento del quadro strategico dell’UE sui tirocini è un’opportunità per affrontare le problematiche che sono state individuate dalla Corte”.
I quadri legislativi degli Stati membri sono molto diversi tra di loro e in 16 Stati membri su 27 non esiste una definizione giuridica di tirocinio. Sebbene l'UE stia creando dal 2013 un quadro strategico, la raccomandazione non vincolante del Consiglio del 2014 non chiarisce se i tirocinanti debbano essere considerati lavoratori, ed eventualmente a quali condizioni.
Il documento della Corte non è una relazione di audit, bensì un'analisi basata prevalentemente su informazioni di dominio pubblico e anche su materiale raccolto appositamente e per precedenti lavori di audit. L'obiettivo è fornire ai portatori d'interesse e al grande pubblico una fonte di informazioni obiettiva e utile in vista dell'aggiornamento del quadro strategico UE relativo ai tirocini.