Il commercio tra Unione europea e Russia è sempre più influenzato dalle restrizioni
imposte in seguito all'invasione dell'Ucraina.
I valori destagionalizzati mostrano che la quota della Russia nelle
importazioni extra-UE è scesa dal 9,5% nel febbraio 2022 all'1,9% nel dicembre 2023,
mentre la quota delle esportazioni extra-UE è scesa dal 3,8% all'1,4%
nello stesso periodo. È quanto si legge nei
dati diffusi da Eurostat il 22 febbraio (vedi grafico dal sito
Eurostat).
Nel marzo 2022 il deficit commerciale con la Russia era pari a 18,6 miliardi di euro, principalmente a causa dei prezzi elevati dei prodotti energetici. Questo deficit si è poi ridotto ad appena 0,1 miliardi di euro nel marzo 2023 e non è cambiato molto fino al dicembre 2023, quando è stato pari a 0,8 miliardi di euro.
Complessivamente, gas naturale, petrolio, ferro, acciaio e fertilizzanti hanno
rappresentato circa i due terzi del totale delle importazioni extra-UE
dalla Russia nel quarto trimestre del 2023.
Tra il quarto trimestre del 2021 e il quarto trimestre del 2023, la quota della Russia
nelle importazioni extra-UE è diminuita significativamente per petrolio e
gas naturale. I cali per i fertilizzanti, il ferro e l'acciaio sono stati meno
pronunciati.
Le importazioni di petrolio dalla Russia rappresentavano il 28% di tutte le importazioni
extra-UE di petrolio nel quarto trimestre del 2021. Questa percentuale si è ridotta
al 3% nel quarto trimestre del 2023. I maggiori fornitori di petrolio
dell'UE nello stesso trimestre del 2023 sono ora gli Stati Uniti (16%),
la Norvegia (11%) e il Kazakistan (9%).
Analogamente, nel gas naturale la quota della Russia nelle importazioni extra-UE
è diminuita dal 33% nel quarto trimestre del 2021 al 13% nello stesso trimestre
del 2023. I maggiori fornitori di gas naturale dell'UE
nel quarto trimestre del 2023 sono ora gli
Stati Uniti (22%), la Norvegia (21%) e l'Algeria (18%).