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26 febbraio 2024 | Numero 43
Segnalazioni -> Eurostat
Import-export

Continua diminuire il commercio Ue-Russia. In un anno il deficit commerciale passa da 18,6 a 0,1 miliardi di euro

Import-export UE-Russia

Il commercio tra Unione europea e Russia è sempre più influenzato dalle restrizioni imposte in seguito all'invasione dell'Ucraina.
I valori destagionalizzati mostrano che la quota della Russia nelle importazioni extra-UE è scesa dal 9,5% nel febbraio 2022 all'1,9% nel dicembre 2023, mentre la quota delle esportazioni extra-UE è scesa dal 3,8% all'1,4% nello stesso periodo. È quanto si legge nei dati diffusi da Eurostat il 22 febbraio (vedi grafico dal sito Eurostat).

Nel marzo 2022 il deficit commerciale con la Russia era pari a 18,6 miliardi di euro, principalmente a causa dei prezzi elevati dei prodotti energetici. Questo deficit si è poi ridotto ad appena 0,1 miliardi di euro nel marzo 2023 e non è cambiato molto fino al dicembre 2023, quando è stato pari a 0,8 miliardi di euro.

Complessivamente, gas naturale, petrolio, ferro, acciaio e fertilizzanti hanno rappresentato circa i due terzi del totale delle importazioni extra-UE dalla Russia nel quarto trimestre del 2023.
Tra il quarto trimestre del 2021 e il quarto trimestre del 2023, la quota della Russia nelle importazioni extra-UE è diminuita significativamente per petrolio e gas naturale. I cali per i fertilizzanti, il ferro e l'acciaio sono stati meno pronunciati.

Le importazioni di petrolio dalla Russia rappresentavano il 28% di tutte le importazioni extra-UE di petrolio nel quarto trimestre del 2021. Questa percentuale si è ridotta al 3% nel quarto trimestre del 2023. I maggiori fornitori di petrolio dell'UE nello stesso trimestre del 2023 sono ora gli Stati Uniti (16%), la Norvegia (11%) e il Kazakistan (9%).
Analogamente, nel gas naturale la quota della Russia nelle importazioni extra-UE è diminuita dal 33% nel quarto trimestre del 2021 al 13% nello stesso trimestre del 2023. I maggiori fornitori di gas naturale dell'UE nel quarto trimestre del 2023 sono ora gli Stati Uniti (22%), la Norvegia (21%) e l'Algeria (18%).