L'8 novembre 2023 la Commissione ha proposto di istituire uno strumento per le riforme e la crescita per i Balcani occidentali quale parte di un nuovo piano di crescita per la regione, con un finanziamento di 6 miliardi di euro. Sia il Parlamento europeo che il Consiglio hanno chiesto alla Corte dei conti europea di formulare un parere sulla proposta. Il parere è ora disponibile nel sito della Corte come "Relazione speciale 01/2022".
Il provvedimento Ue mira a promuovere la crescita economica, aumentare la convergenza socioeconomica con i paesi dell'Unione europea e accelerare l'allineamento con i valori e le leggi UE in vista della futura adesione all'Unione.
Gli auditor della Corte - si legge nel sito dell'istituzione - accolgono con favore l'introduzione di condizioni più stringenti per i finanziamenti, collegando i pagamenti al rispetto di condizioni che dovranno essere stabilite nei programmi di riforme per i vari paesi. «Vi è però il rischio che le condizioni di erogazione non siano abbastanza ambiziose e che gli indicatori non siano sufficientemente chiari e misurabili. Resta anche difficile garantire la sostenibilità delle riforme, in particolare alla luce della scarsa capacità amministrativa della regione», ha affermato Laima Liucija Andrikienė, Membro della Corte responsabile del parere. «Inoltre, la Commissione europea non dovrebbe solo formulare osservazioni, ma anche poter chiedere ai governi dei Balcani occidentali di rivedere e modificare di conseguenza i propri programmi di riforme». Gli auditor della Corte suggeriscono inoltre di elaborare orientamenti pertinenti per valutare il rispetto soddisfacente delle condizioni di pagamento stabilite nei programmi di riforme.
Per il periodo 2024-2027 è previsto un sostegno fino a 6 miliardi di euro (2 miliardi di euro
in sostegno a fondo perduto e 4 miliardi di euro in prestiti).
I Paesi interessati sono Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord e
Serbia.
Considerando che nell'attuale
bilancio UE sono già stati messi a disposizione dei paesi in fase di preadesione (compresa
la Turchia) oltre 14 miliardi di euro, la Corte sottolinea che gli importi da fornire
attraverso lo strumento rappresentano un aumento sostanziale (oltre il 40%) dei finanziamenti
previsti per i paesi dei Balcani occidentali fino al 2027.