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12 febbraio 2024 | Numero 41
Segnalazioni -> Banca Centrale Europea

La Bce: stop misure di sostegno all'economia, accrescere produttività e competitività

Le raccomandazioni della Banca Centrale Europea nel Bollettino Economico n. 1 del 2024

Bollettino Economico della Banca Centrale Europea

Intanto negli Stati Uniti e in Cina...

Negli Stati Uniti ci si attendeva che la crescita economica mostrasse segnali di moderazione alla fine dello scorso anno, dopo la crescita vigorosa del terzo trimestre. Gli indicatori ad alta frequenza, come gli acquisti con carta di credito, indicano un rallentamento della spesa per consumi a fine anno. Allo stesso tempo, l'aumento dei casi di insolvenza dei crediti al consumo indica che i bilanci delle famiglie sono sottoposti a crescenti pressioni. L'inflazione complessiva sui dodici mesi ha raggiunto il 3,4 per cento.
È quanto si legge nel Bollettino Economico della Banca Centrale Europea nella sezione dedicata al "Contesto esterno".

In Cina l'attività economica ha subito un rallentamento nel quarto trimestre del 2023, per effetto del persistere di condizioni sfavorevoli nel settore immobiliare. Per il 2023, nel complesso, la crescita del PIL ha raggiunto il 5,2 per cento, un livello ampiamente in linea con l'obiettivo di crescita del governo di "circa il 5 per cento" per il 2024. Ma il settore immobiliare continua a frenare l'economia. I prezzi delle abitazioni continuano a scendere, mentre l'attività nel settore delle costruzioni rimane bassa, gravando sugli investimenti complessivi. Sebbene la crescita della spesa per consumi sia positiva rispetto al periodo corrispondente, il consumo di beni e servizi connessi alle abitazioni (come il mobilio) continua a contrarsi.

In Giappone la spesa per consumi mostra segnali di una moderata ripresa, nonostante il perdurare delle pressioni inflazionistiche. Gli indicatori dell'attività economica segnalano un graduale rafforzamento della domanda interna, in quanto la fiducia dei consumatori sta migliorando a fronte delle attese di un aumento delle retribuzioni.

Nel Regno Unito l'attività economica rimane modesta, mentre l'inflazione dovrebbe ulteriormente attenuarsi. La crescita del PIL nel terzo trimestre del 2023 è stata rivista al ribasso al -0,1 per cento rispetto al trimestre precedente. I dati ad alta frequenza recenti segnalano una maggiore capacità di tenuta e indicano un modesto miglioramento della crescita del PIL nel quarto trimestre dell'anno.
In prospettiva, l'attività economica dovrebbe rimanere modesta nei prossimi trimestri, in quanto il precedente inasprimento della politica monetaria e i più elevati costi di finanziamento per le imprese dovrebbero gravare sulla domanda. Tuttavia, il recente calo dei tassi sui mutui ha stimolato la domanda di nuovi mutui ipotecari e potrebbe in qualche misura spingere la spesa per consumi.

I governi dovrebbero continuare a revocare le misure di sostegno connesse alla crisi energetica per evitare di sospingere al rialzo le pressioni inflazionistiche a medio termine. Le politiche strutturali e di bilancio dovrebbero essere formulate con l'obiettivo di accrescere la produttività e la competitività dell'economia dell'area dell'euro e ridimensionare gradualmente gli elevati rapporti tra debito pubblico e PIL.
È quanto raccomanda la Banca Centrale Europea nel suo ultimo Bollettino Economico, il primo del 2024, pubblicato l'8 febbraio.

A dicembre 2023 - osserva la Bce - l'inflazione è salita al 2,9 per cento, in quanto è venuto meno l'effetto sul tasso di inflazione sui dodici mesi di alcune misure di bilancio precedentemente adottate per attenuare l'impatto degli elevati prezzi dell'energia; l'incremento è risultato tuttavia più debole rispetto alle attese. Al di là di questo effetto base, l'inflazione ha confermato la propria complessiva tendenza discendente. A dicembre la sua componente alimentare si è ridotta al 6,1 per cento.

Tra i rischi al rialzo per l'inflazione figurano le accresciute tensioni geopolitiche, soprattutto in Medio Oriente, che potrebbero determinare un rialzo dei costi di energia e di trasporto nel breve periodo, ostacolando il commercio mondiale.

L'orientamento restrittivo della politica monetaria del Consiglio direttivo continua a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento generali. I tassi sui prestiti alle imprese sono diminuiti lievemente, portandosi al 5,2 per cento a novembre, mentre i tassi sui mutui ipotecari sono ulteriormente aumentati, collocandosi al 4,0 per cento.
Il portafoglio del programma di acquisto di attività si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, in quanto l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.

Per quanto riguarda il "contesto esterno", la BCE osserva che la crescita economica mondiale è rallentata nel quarto trimestre del 2023. Le vendite al dettaglio mondiali indicano un rallentamento della spesa per consumi intorno alla fine dell'anno. Ciò riflette il venir meno dei fattori positivi che hanno sostenuto i consumi nelle grandi economie avanzate: le tensioni sui mercati del lavoro si stanno gradualmente attenuando, la crescita dei salari nominali è in fase di moderazione e i risparmi in eccesso accumulati dalle famiglie diminuiscono.

La crescita dell'interscambio mondiale dovrebbe migliorare ulteriormente, ma le turbative nel settore del trasporto marittimo comportano rischi al ribasso. La Bce ricorda che alcune compagnie di navigazione hanno sospeso i servizi sulla rotta del Mar Rosso e del Canale di Suez in seguito agli attacchi contro le navi da carico. Il dirottamento delle navi attorno al Capo di Buona Speranza comporta l'allungamento dei tempi di consegna, mentre le tariffe spot per il trasporto via container sono aumentate, in particolare tra la Cina e l'Europa.

Dalla riunione del Consiglio direttivo di dicembre i prezzi delle materie prime energetiche hanno mostrato andamenti eterogenei, per effetto dell'aumento dei corsi petroliferi e del calo dei prezzi del gas. I prezzi del petrolio in dollari statunitensi hanno registrato un aumento del 10,4 per cento, in un contesto caratterizzato dal timore che gli attacchi alle navi nel Mar Rosso possano incidere sul trasporto di petrolio attraverso il Canale di Suez.