24 marzo 1874 - 24 marzo 2024

Luigi Einaudi

Omaggio
a Luigi Einaudi

24 marzo 1874 - 24 marzo 2024

L'ingresso
nel Senato
della Repubblica

Luigi Einaudi

Nella seduta del 13 dicembre 1955, il Senato della Repubblica accoglie Luigi Einaudi, Senatore di diritto e a vita, a conclusione del mandato di Presidente della Repubblica. Di seguito, il testo tratto dal resoconto stenografico. Presiedeva la seduta il Presidente Cesare Merzagora.


Se non vi è libertà illimitata di discussione manca la ragione del Parlamento, manca la ragione della libertà politica


Luigi Einaudi

Saluto a Luigi Einaudi

(Entra nell'Aula il senatore Luigi Einaudi, accolto da vivi, generali applausi)

PRESIDENTE. Sono sicuro di interpretare il sentimento unanime del Senato rivolgendo un deferente e cordiale saluto al Presidente Einaudi, il quale interviene oggi per la prima volta ai lavori dell'Assemblea dopo la cessazione dalla suprema Magistratura della Repubblica, alla quale ha prodigato le sue insigni doti di studioso e di statista. Dalla sua rinnovata partecipazione ai lavori parlamentari il Senato attende, come per il passato, un prezioso contributo di scienza e di saggezza politica. Per questa attività formulo i voti più affettuosi. (Vivissimi, generali applausi).

SEGNI, Presidente del Consiglio dei ministri. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SEGNI, Presidente del Consiglio dei ministri. A nome del Governo e mio personale mi associo alle parole del Presidente di questa Assemblea e porgo al Presidente Einaudi, del quale ebbi l'onore di essere collega in un momento molto difficile per la politica monetaria italiana e al quale noi andiamo tutti debitori della stabilità della nostra moneta, bene prezioso tra i preziosi, il mio saluto e il più fervido augurio che egli possa ancora a lungo collaborare in questa Assemblea con quello spirito di solidarietà sociale, con quella nobiltà e con quella sapienza con la quale egli ha retto in questi anni la suprema Magistratura dello Stato. (Vivissimi, generali applausi).

EINAUDI. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EINAUDI. Ringrazio il Presidente del Senato delle cortesi espressioni che ha avuto a mio riguardo e ringrazio anche il Presidente del Consiglio del saluto che ha voluto porgermi. Sono orgoglioso di rientrare in questa Aula nella quale la prima volta ho fatto il mio ingresso il 9 dicembre 1919, quasi esattamente trentasei anni fa.

Molto spazio di tempo corre da quell'epoca ad oggi... (segue)

Quando sono entrato accompagnato, come allora era uso, al banco della Presidenza dai miei due carissimi amici senatori Francesco Ruffini e Luigi Albertini, l'impressione che ho avuto era quella di un certo timore reverenziale. Nell'Aula si vedevano molti più capelli canuti di quelli che io vegga adesso, molti più uomini dall'aspetto venerando - non che noi non l'abbiamo, ma allora questo aspetto era più diffuso ed incuteva soggezione; ma la soggezione che mi è venuta meno a grado a grado, non appena mi sono potuto persuadere che in quell'Aula dominava la più ampia e illimitata libertà di discussione intorno ai problemi, pure importanti, che si discutevano. Se non vi è questa libertà illimitata di discussione manca la ragione del Parlamento, manca la ragione della libertà politica. Un po' per volta questa libertà di discussione si è illanguidita e si è da libertà illimitata convertita gradatamente in una libertà tecnica, in una libertà oggettiva. Anche durante il ventennio c'era discussione, ma poteva attuarsi soltanto nell'ambito di certe idee, entro certi confini che non potevano essere oltrepassati. La limitazione fu causa di grave scadimento delle discussioni medesime.

Ed io ricordo che negli ultimi anni, mancando l'animo della discussione, mancando l'animo dell'opposizione senza limiti, era necessario qualche volta che il Presidente del Senato invitasse almeno due oratori a rapppresentare le parti opposte. Quella non era discussione vera e propria, quella era un camuffamento della libertà politica e della libertà di discussione. Debbo dire che durante tutti gli anni in cui sono stato assente avendo sentito il dovere di seguire i dibattiti di questa Assemblea, dalla quale io non mi sono mai sentito idealmente distaccato, la lettura attenta di essi mi ha persuaso che noi siamo tornati a quella che è veramente discussione, perché senza limitazioni e sola garanzia di libertà politica.
Allo spirito di libertà che domina nella Assemblea nella quale oggi rientro rendo omaggio come al ritorno alle migliari tradizioni delle epoche passate. (Vivissimi, generali applausi. Molte congratulazioni).

Luigi Einaudi 
                              con Alcide De Gasperi

L'attività nel Senato della Repubblica

In occasione del centocinquantesimo anniversario della nascita di Luigi Einaudi, il Senato della Repubblica rende omaggio all'ex Senatore di diritto e a vita con una selezione di documenti e materiali d'archivio riguardanti la sua nomina e le sue attività nel Senato della Repubblica e nel Senato del Regno.

Di seguito i link ai resoconti stenografici delle sedute in cui Luigi Einaudi ha preso la parola nel Senato della Repubblica e al resoconto della seduta durante la quale si è svolta la commemorazione dopo la scomparsa dell'ex Presidente della Repubblica. Tutta la documentazione è disponibile nel sito delle Legislature precedenti ed è qui riproposta in un unico file pdf, di agevole consultazione.

  • Seduta n. 346 del 13 dicembre 1955 (II Legislatura): il Senato della Repubblica accoglie Luigi Einaudi, Senatore di diritto e a vita, a conclusione del mandato di Presidente della Repubblica
  • Seduta n. 379 del 20 marzo 1956 (II Legislatura): intervento nella discussione del disegno di legge n. 1277, "Provvidenze per la stampa"
  • Seduta n. 380 del 21 marzo 1956 (II Legislatura): intervento nella discussione del disegno di legge n. 1277, "Provvidenze per la stampa"
  • Seduta n. 632 del 19 febbraio 1958 (II Legislatura): intervento nella discussione dei disegni di legge "Durata dei brevetti per invenzioni industriali" (1654), "Concessione di licenze obbligatorie sui brevetti industriali" (1854), "Istituzione di licenze obbligatorie sui brevetti per invenzioni industriali" (2235)
  • Seduta n. 486 del 7 novembre 1961 (III Legislatura): Commemorazione del Senatore Luigi Einaudi. Intervengono il Presidente del Senato Cesare Merzagora e il Presidente del Consiglio dei ministri Amintore Fanfani
Con Papa Pio XII Con Alcide De Gasperi Con Mario Scelba e Palmiro Togliatti

Nella prima immagine, da sinistra, Luigi Einaudi con Papa Pio XII. Nella seconda è con Alcide De Gasperi. Nella terza, con Mario Scelba (a sinistra) e Palmiro Togliatti (a destra) (cliccare per ingrandire)

L'attività
nel Senato
del Regno

L'attività nel Senato del Regno

Di seguito, per la prima volta in formato digitale, la documentazione relativa al Senato del Regno, dove Luigi Einaudi fece il suo ingresso nel 1919, rientrante nella "categoria 18": membro della Regia Accademia delle Scienze da almeno 7 anni.
La documentazione completa è disponibile in due file pdf: Discorsi (120 MB) (i resoconti stenografici delle sedute in cui prese la parola, relativamente agli interventi di Luigi Einaudi) e Relazioni sui disegni di legge (14 MB).
Nei box qui di seguito, la sintesi e i link alle pagine dei fascicoli pdf con i contenuti indicati. Nel caso di più interventi in Aula nella stessa seduta, il link è alla pagina del primo intervento.
Per i dati anagrafici e il curriculum vedi la scheda nel sito dell'Archivio Storico del Senato e il Fascicolo del Senatore

Gli interventi in Aula

Resoconto Senato del Regno

  • Interpellanza: «Al ministro del tesoro intorno ai provvedimenti presi ed a quelli predisposti riguardo all'elevamento dei corsi dei cambi»
    Seduta: Legislatura XXV - 1a sessione 1919-20 - seduta n. 20
    Data: 7 febbraio 1920
  • Discussione del disegno di legge: «Conversione in nominativi dei titoli al portatore emessi dallo Stato, dalle provincie, dai comuni, dalle società per azioni e da qualsiasi altro ente nonche' dei depositi vincolati a termine fisso » (N. 143)
    Seduta: Legislatura XXV - 1a sessione 1919-20 - seduta n. 59
    Data: 9 settembre 1920
  • Discussione del disegno di legge: «Aumento delle tasse sulle successioni e sulle donazioni» (N. 149)
    Seduta: Legislatura XXV - 1a sessione 1919-20 - seduta n. 60
    Data: 21 settembre 1920
  • Discussione del disegno di legge «Avocazione allo Stato dei profitti di guerra realizzati nel periodo 1° agosto 1914 - 30 giugno 1920, in conseguenza della guerra, dai commercianti, gli industriali e intermediari» (N. 168)
    Seduta: Legislatura XXV - 1a sessione 1919-20 - seduta n. 61
    Data: 22 settembre 1920
  • Discussione del disegno di legge «Avocazione allo Stato dei profitti di guerra realizzati nel periodo 1° agosto 1914 - 30 giugno 1920, in conseguenza della guerra, dai commercianti, gli industriali e intermediari» (N. 168)
    Seduta: Legislatura XXV - 1a sessione 1919-20 - seduta n. 62
    Data: 23 settembre 1920
... Segue
  • Discussione del disegno di legge: «Disposizioni relative al commercio e provvedimenti contro gli aumenti eccessivi dei prezzi» (N. 188)
    Seduta: Legislatura XXV - 1a sessione 1919-20 - seduta n. 67
    Data: 28 settembre 1920
  • Interrogazione del senatore Einaudi al ministro del tesoro intorno alla pubblicazione dei dati della circolazione ed all'annunciato aumento della circolazione stessa
    Seduta: Legislatura XXV - 1a sessione 1919-20 - seduta n. 73
    Data: 7 dicembre 1920
  • Discussione del disegno di legge: «Conversione in legge del decreto luogotenenziale 4 agosto 1918, n. 1218, relativo a provvedimenti a favore delle cooperative agricole» (numero 100-A)
    Seduta: Legislatura XXV - 1a sessione 1919-20 - seduta n. 76
    Data: 10 dicembre 1920
  • Discussione del disegno di legge: «Conversione in legge del decreto luogotenenziale 4 agosto 1918, n. 1218, relativo a provvedimenti a favore delle cooperative agricole»
    Seduta: Legislatura XXV - 1a sessione 1919-20 - seduta n. 77
    Data: 11 dicembre 1920
  • Discussione del disegno di legge: «Per la pubblicità della gestione dei giornali e di altri periodici»
    Seduta: Legislatura XXV - 1a sessione 1919-20 - seduta n. 78
    Data: 13 dicembre 1920
  • Discussione del disegno di legge: «Conversione in legge del decreto luogotenenziale 4 agosto 1918, n. 1218, relativo a provvedimenti a favore delle cooperative agricole»
    Seduta: Legislatura XXV - 1a sessione 1919-20 - seduta n. 79
    Data: 14 dicembre 1920
  • Discussione del disegno di legge: «Conversione in legge del decreto luogotenenziale 4 agosto 1918, n. 1218, relativo a provvedimenti a favore delle cooperative agricole»
    Seduta: Legislatura XXV - 1a sessione 1919-20 - seduta n. 83
    Data: 18 dicembre 1920
  • Presentazione della relazione sul disegno di legge «Conversione in legge del decreto luogotenenziale 27 marzo 1919, n. 320 concernente disposizioni sugli affitti e le pigioni delle case di abitazione» (N. 258) e connessi
    Seduta: Legislatura XXV - 1a sessione 1919-21 - seduta n. 98
    Data: 5 febbraio 1921
  • Discussione del disegno di legge: «Conversione in legge dei decreti sugli affitti e le pigioni e sui poteri del Commissario del Governo agli alloggi»
    Seduta: Legislatura XXV - 1a sessione 1919-21 - seduta n. 106
    Data: 15 febbraio 1921
  • Discussione del disegno di legge: «Conversione in legge dei decreti sugli affitti e le pigioni e sui poteri del Commissario del Governo agli alloggi»
    Seduta: Legislatura XXV - 1a sessione 1919-21 - seduta n. 108
    Data: 17 febbraio 1921
  • Discussione del disegno di legge: «Conversione in legge del Regio decreto-legge 18 aprile 1920, n. 477, contenente nuove disposizioni per gli affitti e le pigioni dele case di abitazione e degli edifici urbani ad uso bottega, negozio, magazzino, studio, ufficio e simili» (N. 126-A)
    Seduta: Legislatura XXV - 1a sessione 1919-21 - seduta n. 109
    Data: 18 febbraio 1921
  • Discussione del disegno di legge: «Conversione in legge del Regio decrecto-legge 16 gennaio 1921, n. 13, portante provvedimenti sui poteri del Commissario del Governo agli alloggi»
    Seduta: Legislatura XXV - 1a sessione 1919-21 - seduta n. 110
    Data: 19 febbraio 1921
  • Discussione dei disegni di legge: «Conversione in legge del Regio decreto-legge 18 aprile 1920, n. 477, contenente nuove disposizioni per gli affitti e le pigioni delle case di abitazione e degli edifici urbani ad uso bottega, negozio, magazzino, studio, ufficio e simili» e «Conversione in legge del Regio decrecto-legge 16 gennaio 1921, n. 13, portante provvedimenti sui poteri del Commissario del Governo agli alloggi»
    Seduta: Legislatura XXV - 1a sessione 1919-21 - seduta n. 111
    Data: 21 febbraio 1921
  • Discussione del disegno di legge: «Conversione in legge del Regio decrecto-legge 16 gennaio 1921, n. 13, portante provvedimenti sui poteri del Commissario del Governo agli alloggi»
    Seduta: Legislatura XXV - 1a sessione 1919-21 - seduta n. 112
    Data: 22 febbraio 1921
  • Discussione del disegno di legge: «Conversione in legge del Regio decrecto-legge 16 gennaio 1921, n. 13, portante provvedimenti sui poteri del Commissario del Governo agli alloggi »
    Seduta: Legislatura XXV - 1a sessione 1919-21 - seduta n. 113
    Data: 23 febbraio 1921
  • Discussione del disegno di legge: «Provvedimenti per le controversie relative alle locazioni dei negozi»
    Seduta: Legislatura XXV - 1a sessione 1919-21 - seduta n. 114
    Data: 24 febbraio 1921
  • Discussione del disegno di legge: «Disposizioni per la sistemazione della gestione statale dei cereali» (N. 293)
    Seduta: Legislatura XXV - 1a sessione 1919-21 - seduta n. 115
    Data: 26 febbraio 1921
  • Discussione dei disegni di legge: «Conversione in legge del Regio decreto 8 novembre 1921, n. 1561, concernente la proroga dei contratti di locazione di appartamenti o case ad uso di abitazione» (N. 200-A) e «Conversione in legge del Regio decreto 28 luglio 1921, n. 1032, che modifica quello 3 aprile 1921, n. 331, relativo alle locazioni di locali adibiti ad uso di piccola industria, di commercio o professione ad uso di ufficio» (N. 203-A)
    Seduta: Legislatura XXVI - 1a sessione 1921-22 - seduta n. 53
    Data: 16 febbraio 1922
  • Discussione del disegno di legge: «Indennità di caro-viveri agli impiegati delle provincie e dei comuni» (N. 167 A)
    Seduta: Legislatura XXVI - 1a sessione 1921-22 - seduta n. 58
    Data: 17 marzo 1922
  • Discussione del disegno di legge: «Conversione in legge del Regio decreto 8 novembre 1921, n. 1561, concernente la proroga dei contratti di locazione di appartamenti o case ad uso di abitazione» (N. 200-A)
    Seduta: Legislatura XXVI - 1a sessione 1921-22 - seduta n. 59
    Data: 18 marzo 1922
  • Discussione del disegno di legge: «Riattivazione dei termini normali e provvedimenti di favore in materia di tasse di successione, di registro e di manomorta nelle terre della Venezia già invase dal nemico e nella zona delle operazioni» (N. 271-A)
    Seduta: Legislatura XXVI - 1a sessione 1921-22 - seduta n. 76
    Data: 12 maggio 1922
  • Discussione dei disegni di legge: «Conversione in legge del Regio decreto 28 luglio 1921, n. 1032, che modifica quello 3 aprile 1921, n. 331, relativo alle locazioni di locali adibiti ad uso di piccola industria, di commercio o professione ad uso di ufficio» (N. 203-A), «Conversione in legge del Regio decreto 13 marzo 1922, n, 282, che modifica quello 28 luglio 1921, n. 1072, relativo ai fitti dei negozi» e «Conversione in legge del Regio decreto 9 aprile 1922, n. 449, che abroga l'art. 4 del Regio decreto-legge 8 novembre 1921, n. 1561, relativo alla proroga dei contratti di locazione di appartamenti o case ad uso di abitazione»
    Seduta: Legislatura XXVI - 1a sessione 1921-22 - seduta n. 78
    Data: 16 maggio 1922
  • Discussione del disegno di legge: «Variazioni al testo unico delle leggi sull'istruzione superiore approvato con Regio decreto 9 agosto 1910, n. 795»
    Seduta: Legislatura XXVI - 1a sessione 1921-22 - seduta n. 105
    Data: 15 luglio 1922
  • Discussione del disegno di legge: «Delegazione di pieni poteri al Governo del Re per il riordinamento del sistema tributario e della pubblica amministrazione»
    Seduta: Legislatura XXVI - 1a sessione 1921-22 - seduta n. 124
    Data: 28 novembre 1922

Le relazioni

Relazione Senato del Regno

  • Relazione sui disegni di legge:
    1. Conversione in legge del Regio- decreto 15 agosto 1919, n. 1514, che stabilisce norme circa i contratti di affitto di fabbricati urbani e parte di essi, serventi ad uso di botteghe, negozi, magazzini, uffici amministrativi e studi commerciali o professionali.
    2. Conversione in legge del Regio decreto-legge 18 aprile 1920, n. 477, contenente nuove disposizioni per gli affitti e le pigioni delle case di abitazione e deglli edifici urbani ad uso di bottega, negozio, magazzino, studio, ufficio e simili.
    Data: 21 giugno 1920
  • Relazione sui disegni di legge:
    1. Conversione in legge del decreto luogotenenziale 27 marzo 1919, n. 320, concernente disposizioni sugli affitti e le pigioni delle case di abitazione (N. 258);
    2. Conversione in legge del decreto luogotenenziale 24 aprile 1919, n. 618 contenente disposizioni sugli affitti e le pigioni delle case, di abitazione in Roma (N. 259);
    3. Conversione in legge del decreto-legge 15 agosto 1919, n. 1514, che stabilisce norme circa il contratto di affitto di fabbricati urbani e parte di essi serventi ad uso di bottega, negozi, rnagazzini, uffici amministrativi e studi commerciali e professionali (N. 119);
    4. Conversione in legge dei regi decreti 4 gennaio 1920, n. 1, 15 febbraio 1920, n. 147 e 18 aprile 1920, n. 475, concernenti provvedimenti diretti a mitigare le difficoltà degli alloggi (N. 257);
    5. Conversione in legge del Regio decreto-legge 8 aprile 1920, n. 477, contenente nuove disposizioni per gli affitti e le pigioni delle case di abitazione e degli edifici urbani ad uso di bottega, negozio, magazzino, studio, ufficio e simili (N. 126);
    6. Conversione in legge del Regio decreto-legge 16 gennaio 1921, n. 13, portante provvedimenti sui poteri del Commissario del Governo agli alloggi (N. 282);
    7. Provvedimenti per le controversie relative alle locazioni dei negozi (N. 273);
    Data: 5 febbraio 1921
Segue ...
  • Relazione sui disegni di legge:
    1. Conversione in legge del decreto luogotenenziale 27 marzo 1919, n. 320, concernente disposizioni sugli affitti e le pigioni delle case di abitazione (119);
    2. Conversione in legge del decreto luogotenenziale 24 aprile 1919, n. 618 contenente disposizioni sugli affitti e le pigioni delle case di abitazione in Roma (120);
    3. Conversione in legge del Regio decreto 15 agosto 1919, n. 1514, che stabilisce norme circa i contratti di affitto di fabbricati urbani e parte di essi serventi a uso di botteghe, negozi, magazzini, uffici amministiativi e studi commerciali o professionali (122);
    4. Conversione in legge dei Regi decreti 4 gennaio 1920, n. 1, 15 febbraio 1920 n. 147, e 18 aprile 1920, n. 475, portanti provvedimenti diretti a mitigare le difficoltà dei cittadini e dei viaggiatori riguardo agli alloggi (134);
    5. Conversione in legge del Regio decreto 18 aprile 1920, n. 477, contenente nuove disposizioni per gli atp.tti e le pigioni delle case di abitazione e degli edifici urbani ad uso di bottega, negozio, magazzino, studio, ufficio e simili (121 );
    6. Conversione in legge del Regio decreto-legge 16 gennaio 1921, n. 13, portante provvedimenti sui poteri dei Commissari del Governo agli alloggi (135);
    7. Conversione in legge del Regio decreto 3 aprile 1921, n. 331, contenente nuove norme per le locazioni dei negozi (123).
    Data: 18 agosto 1921
  • Relazione sui disegni di legge:
    1. Conversione in legge del Regio decreto 8 novembre 1921, n. 1561, concernente la proroga dei contratti di locazione di appartamenti o case ad uso di abitazione (N. 200);
    2. Conversione in legge del Regio decreto 28 luglio 1921, n. 1032, che modifica quello 3 aprile 1921, n. 331, relativo alle locazioni di locali adibiti ad uso di piccola industria, di commercio o professione o ad uso di ufficio (N. 203).
    Data: 1 dicembre 1921
  • Relazione sui disegni di legge:
    1. Conversione in legge del Regio decreto 28 luglio 1921, n. 1032, che modifica quello 3 aprile 1921, n. 331, relativo alle locazioni di locali adibiti ad uso di piccola industria, di commercio o professione o ad uso di ufficio (N. 203);
    2. Conversione in legge del Regio decreto 13 marzo 1922, n. 282, che modifica quello 28 luglio 1921, n. 1032, relativo ai fitti dei negozi (N. 363)
    3. Conversione in legge del Regio decreto 9 aprile 1922, n. 449, che abroga l'articolo 4 del Regio decreto-legge 8 novembre 1921, n 1561, relativo alla proroga dei contratti di locazione di appartamenti o case ad uso di abitazione (N. 387).
    Data: 22 aprile 1922
Verificazione dei titoli dei nuovi Senatori Relazione 
                         della Commissione per la verifica dei titoli dei nuovi Senatori Convalidazione dei titoli a Senatore: esito della votazione Stato delle onorificenze Attestazione del 1946

Immagini dal Fascicolo del Senatore Luigi Einaudi (cliccare per ingrandire). Da sinistra: Verificazione dei titoli dei nuovi Senatori; Relazione della Commissione per la verifica dei titoli dei nuovi Senatori; Convalidazione dei titoli a Senatore: esito della votazione; Stato delle onorificenze; Attestazione del 1946 del Segretario Generale del Senato. Il fascicolo integrale è disponibile negli Archivi del Senato del Regno, curati dall'Archivio Storico del Senato.

Luigi Einaudi
Luigi Einaudi (al centro) con Ivanoe Bonomi (a sinistra) e Filippo Turati (a destra)
Il primo intervento come Senatore del Regno (1920)

Sul rialzo dei cambi e il divieto dell'importazione degli oggetti di lusso

Il 7 febbraio 1920, Luigi Einaudi interveniva per la prima volta nell'Aula del Senato del Regno, e lo faceva per illustrare la propria interpellanza sui "corsi dei cambi". Riportiamo di seguito una parte del lungo intervento, rinviando per il testo completo al file pdf dei discorsi (120 MB).
Presiedeva la seduta il Vice Presidente Antonino di Prampero.

PRESIDENTE. Ho l'onore di comunicare al Senato che l'onorevole senatore Einaudi ha presentato la seguente domanda di interpellanza: «Al ministro del tesoro intorno ai provvedimenti presi ed quelli predisposti riguardo all'elevamento dei corsi dei cambi». [...]

EINAUDI. Io debbo, specialmente perché è la prima volta che ho l'onore di parlare a questo alto consesso, dire anche la ragione per la quale mi sono deciso a presentare la mia interpellanza. In verità, nei giorni in cui il cambio saliva io non mi ero soverchiamente preoccupato dell'ascesa. La preoccupazione grave nacque in me ieri sera, debbo confessarlo, quando vidi sui giornali l'annunzio dei provvedimenti meditati per opporsi a questo rialzo dei cambi e vidi l'annuncio del favore con cui certuni di questi provvedimenti erano stati accolti; ora io temo, lo dichiaro apertamente, più i provvedimenti contro il rialzo del cambio, che il rialzo medesimo, e cercherò di dire con le maggior brevità possibile la ragione di questo mio timore.
I provvedimenti di cui ho sentito parlare non so se corrispondano alle intenzioni dell'onorevole ministro del tesoro. Quelli che sono stati indicati dai giornali si possono dividere in categorie. Alcuni si possono chiamare innocui; e a questi ben volentieri credo che tutti possano dare la loro adesione inquantochè almeno non faranno alcun male.

“ Il peso economico degli oggetti di lusso è addirittura trascurabile: se anche vieteremo questa importazione, l'influenza che essa avrà sul corso del cambio sarà piccola

Tra di noi vi è ad esempio il divieto dell'importazione degli oggetti di lusso. Io ho chiesto tante volte la proibizione di questa importazione, e non posso che lodare il Governo se realmente e sul serio proibirà questa importazione, ma debbo confessare il mio profondo scetticismo sull'efficacia di questo divieto per frenare l'aumento del cambio.

Segue ...

Il commercio internazionale italiano nei primi dieci mesi dell'anno 1919 (sono i dati ultimi) ammonta a una cifra totale di 18 miliardi di lire; orbene non credo di andare errato quando immagino che su questa cifra, non più che qualche centinaio di milioni, poche centinaia di milioni, spetteranno agli oggetti di lusso; la gran massa delle importazioni è data dai consumi che sono fatti dalle masse e dai consumi di carattere industriale. Il peso economico degli oggetti di lusso è addirittura trascurabile: se anche vieteremo questa importazione, l'influenza che essa avrà sul corso del cambio sarà piccola; tanto più in quanto che sarà ben difficile che completamente possano essere vietate queste importazioni, perché tra i paesi che importano maggiormente tra noi è la Francia, e con essa siamo legati da un trattato di commercio che è impossibile di potere da un giorno all'altro rompere. Inoltre la Francia ha comperato da noi più di quello che a noi abbia venduto. Contro 900 milioni all'incirca, di esportazione nostra in Francia, la Francia ha esportato solo cinquecento milioni per noi, ed è quindi nostro interesse non disgustare quel mercato. Si vietino pure queste importazioni, ma si sappia che questo divieto sarà solo parziale e che, se anche integralmente attuato, avrà un peso modestissimo sulla bilancia dei pagamenti internazionali.

“ La parola speculazione, vergognosa ed antipatriottica, è una parola che serve a coprire la mancanza di ragioni buone per spiegare un fatto che si è verificato

Meglio, a questo riguardo, per frenare il consmno degli oggetti di lusso, gioverà la politica finanziaria iniziata dal Governo, e alla quale io do, senza pregiudizio di quanto riguarda il tecnicismo dei provvedimenti, il mio pieno consenso. Bisogna tassare i consumi stessi ed i redditi con cui si comprano gli oggetti di lusso. Finchè non avremo tolto ai consumatori i denari con cui essi fanno gli acquisti, non si potrà impedire che gli oggetti di lusso vengano comperati.

Altro provvedimento di carattere innocuo, nella speranza che, limitandosi a star scritto nelle gride pubbliche, lo sia realmente, è tutto ciò che si potrà fare contro la cosiddetta speculazione. Confesso però di non essermi mai messo in grado, sebbene ne abbia sentito parlare molto, di capire cosa era questa speculazione, e quale influenza abbia nell'aumento del costo dei cambi.

La parola speculazione, vergognosa ed antipatriottica, è una parola che serve a coprire la mancanza di ragioni buone per spiegare un fatto che si è verificato. Se alla parola debbo dare un significato, debbo dire che la speculazione o l'atto dello speculatore, sia l'atto di colui che prevede l'avvenire. In questo senso, che è il solo in cui va interpretata questa parola, la speculazione è indice di civiltà. I popoli sono tanto più civili quanto più prevedono l'avvenire. È carattere delle popolazioni selvaggie di pensare solo al presente. Certamente, coloro che prevedono l'avvenire, mentre sono benemeriti del paese, agiscono, è d'uopo affermarlo, nel proprio interesse, quindi noi non li dobbiamo lodare per ciò che fanno. Dobbiamo limitarci a considerare i risultati delle loro azioni.

“ Possiamo essere sicuri che il movimento di rialzo o di ribasso se artificioso, non dura, e trova in se stesso e nell'oculatezza di altri speculatori, il proprio immediato correttivo

Se la speculazione è riuscita bene, questi saranno favorevoli al paese. Il dilemma è chiaro. O la speculazione riesce, o non riesce. Se riesce vuol dire questo: che c'era gente che aveva preveduto che in avvenire certi prezzi dovevano aumentare, e si è messa a comprare i cambi, e comprandoli li ha fatti salire di prezzo. Apparentemente il risultato è dannoso, ma, di fatto, se i cambi seguitano ad aumentare, il risultato è questo: se essi vogliono ottenere il beneficio devono vendere questi cambi, perché non si concepisce un'operazione che si fa solo acquistando; e, quando si vende, i cambi devono ribassare. Quindi la speculazione riuscita è un elemento di ribasso e di moderazione dei cambi. Non va guardato al solo momento in cui accade il salire dei cambi. Se la speculazione riesce, vuol dire che in un momento snccessivo i cambi dovranno ribassare, per la copertura che dovranno fare gli speculatori. Se poi non riesce la spculazione, peggio per coloro che hanno comperato: dovranno ora rivendere a prezzi di perdita ed avranno fatto il danno proprio, sicché possiamo essere sicuri che il movimento di rialzo o di ribasso se artificioso, non dura, e trova in se stesso e nell'oculatezza di altri speculatori, il proprio immediato correttivo.

“ Non sono riuscito a comprendere la ragione del divieto della quotazione dei cambi. Un atto di questo genere è come l'atto di colui che, avendo la febbre e non volendo confessare a se stesso di averla, rompe il termometro

Accanto a questi provvedimenti che chiamerò innocui (perché i provvedimenti contro la specullazione spero che rimangano sulla carta e che non si concretino in articoli osservati di legge) ci sono alcuni provvedimenti di fortuna. Ad alcuni di questi ho sentito accennare, ripeto, dai giornali. Non so ancora se essi diverranno realtà, ma voglio parlarne, perché ce ne sono alcuni che mi preoccupano. Uno di questi è già un fatto: quello del divieto della quotazione dei cambi. Non sono riuscito a comprendere la ragione di questo divieto. Un atto di questo genere è come l'atto di colui che, avendo la febbre e non volendo confessare a se stesso di averla, rompe il termometro.

In questo caso poi non possiamo nemmeno sopprimere la pura notizia del fatto (chè questa notizia ci verrà ugualmente, perché non si potrà impedire che le agenzie telegrafiche comunichino la quotazione dei cambi in Isvizzera o a Londra); a maggior ragione noi non potremo vietare che il fatto ci sia. Vietando le trattazioni, impedendo le quotazioni pubbliche, il solo risultato che si sarà ottenuto è che ci sarà oscurità intorno a fatti che meritano di essere plubblicamente discussi e negoziati, e non solo discussi e contrattati in privato.

Il fatto che i cambi non sono conosciuti porta che coloro che ne hanno bisogno non sanno più il prezzo dei cambi stessi e devono quindi chiedere a questo o a quel banchiere un cambio a qualunque prezzo; questo serve ai banchieri a vendere i cambi a prezzi più elevati. L'onorevole ministro del tesoro mi potrà dire che i cambi sono ribassati, ma questo non prova nulla per la sua tesi. Il fatto che i cambi sono ribassati non prova che non sarebbero ribassati egualmente senza il divieto della quotazione dei cambi: su ciò che non è successo nessuno può dir niente.

Intanto, nella oscurità, è probabile che un certo numero di consumatori paghi la merce più di quello che sarebbe il prezzo corrente; inoltre l'oscurità produce l'effetto che tutti si impressionano, coloro che hanno cambi non sanno fare le previsioni, attendono, e l'attesa esacerba il fatto che si voleva far diminuire di intensità. Inoltre, anche per tornare sull'impressione che questo provvedimento può esercitare all' estero, la notizia diffusasi altrove, che il governo italiano ha ritenuto opportuno di sospendere la quotazione dei cambi, può dare l'impressione che in Italia ci sia qualche cosa di misterioso che ha condotto a questo provvedimento.

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Luigi Einaudi con Ernesto Rossi e Altiero Spinelli
Luigi Einaudi con Ernesto Rossi (a sinistra) e Altiero Spinelli (al centro)

La biografia di Luigi Einaudi pubblicata nel sito del Quirinale

È nato a Carrù (Cuneo) il 24 marzo 1874.

Coniugato con Ida Pellegrini dalla quale ha avuto 3 figli.

Laureato in giurisprudenza a 21 anni . È stato redattore de "La Stampa" di Torino e del "Corriere della Sera" di Milano fino al 1926. È stato corrispondente finanziario ed economico del settimanale "The Economist".

Ha diretto la rivista "La Riforma Sociale" dal 1900 al 1935. Ha diretto la "Rivista di Storia Economica" dal 1936 al 1943.

È stato titolare della cattedra di Scienza delle finanze all'Università di Torino con l'incarico di Legislazione industriale ed economica politica di quel Politecnico, e di Scienza delle finanze all'Università Bocconi di Milano.

I suoi altissimi meriti scientifici hanno avuto ampi riconoscimenti ... (segue)

tra i quali si ricordano: Socio e Vice-Presidente della Accademia dei Lincei; Socio della Accademia delle Scienze di Torino; Socio dell'Institut International de Statistique de L'Aja; Socio dell'Econometric Society di Chicago; Socio onorario dell'American Academy of Arts and Sciences di Boston; Socio dell'American Academy of Political and Social Science di Filadelfia; Socio onorario della American Economic Association; Socio onorario della Economic History Association di New York; Presidente onorario della International Economic Association; Socio corrispondente della Societè d'Economie Politique di Parigi; Vice Presidente della Economic History Society di Cambridge; Socio corrispondente del Cobden Club di Londra; Socio corrispondente della Oesterreichische Akademie der Wissenschaften di Vienna. Gli sono state conferite le lauree "honoris causa" dalle Università di Parigi e di Algeri.

E' stato autore di numerosissime pubblicazioni scientifiche, soprattutto nelle materie economiche, alcune delle quali tradotte nelle principali lingue straniere.

Si è dedicato personalmente alla conduzione della sua azienda agricola presso Dogliani, applicandovi i più moderni sistemi colturali.

È stato nominato Senatore del Regno nel 1919.

Lasciata l'attività giornalistica dopo l'avvento del fascismo, dopo il 25 luglio 1943 ha collaborato a "Il Corriere della Sera". Dopo l'8 settembre si è rifugiato in Svizzera ed è rientrato in Italia nel 1945; ha redatto una serie di articoli economici e politici per "Il Risorgimento Liberale". E' stato nominato Governatore della Banca d'Italia (5 gennaio 1945 - 11 maggio 1948).

E' stato nominato componente della Consulta Nazionale (1945-1946).

È stato eletto Deputato all'Assemblea Costituente nel 1946 (Unione Democratica Nazionale) ove ha dato un autorevole contributo ai lavori. È stato Senatore di diritto del Senato della Repubblica ai sensi della terza disposizione transitoria della Costituzione (1948). È stato nominato Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle Finanze e del Tesoro (1947), del Bilancio (conservando l'incarico di Vice Presidente del Consiglio) (1947-1948, nel IV Governo De Gasperi).

È eletto Presidente della Repubblica l'11 maggio 1948 (al quarto scrutinio con 518 voti su 872): ha prestato giuramento il giorno successivo. È divenuto Senatore a vita quale ex Presidente della Repubblica. Tra le opere pubblicate dopo la fine del mandato presidenziale si ricorda in particolare: "Lo Scrittoio del Presidente".

È deceduto il 30 ottobre 1961.

Vedi anche la biografia nel sito dell'Enciclopedia Italiana, Dizionario Biografico degli Italiani »