Le iniziative per il 75° anniversario
- 7 maggio, ore 17.30. Concerto della Banda Interforze in Piazza Navona dedicato al Senato. Trasmissione in diretta su Rai 3, a cura di Rai Parlamento.
- 8 maggio, ore 10.15. Presentazione a Palazzo Madama, in Sala Maccari, della moneta e del francobollo celebrativi; annullo filatelico del francobollo con il Ministro per le imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso.
-
8 maggio, ore 11.30. Evento in Aula, alla presenza del Presidente della
Repubblica:
- Convegno "Il Senato nella storia dell'Italia repubblicana"; relatori: Stefano Folli, Anna Finocchiaro, Ernesto Galli della Loggia, Giuseppe Parlato.
- Concerto con Gianni Morandi.
Trasmissione in diretta su Rai 2, a cura di Rai Parlamento. -
Dal 6 maggio all'11 giugno. Mostra a Palazzo Giustiniani per rappresentare il
percorso che
conduce alla Costituzione, a partire dai primi tentativi costituzionali giacobini
per arrivare allo Statuto Albertino e, infine, all'attuale Carta fondamentale:
esposti i documenti originali dello Statuto Albertino e della Costituzione.
Aperta al pubblico tutti i fine settimana, festivi e in occasione della "notte dei musei" (13 maggio). Ingresso gratuito, Via della Dogana Vecchia 29. -
Dall'8 maggio. Mostra a Palazzo Madama sulla storia e l'evoluzione nel tempo
dell'emblema del Senato, sul francobollo e sulla moneta celebrativi del 75°
anniversario.
A disposizione delle scuole che visitano ogni giorno il Senato.
Aperta al pubblico il 2 giugno. - La facciata di Palazzo Madama è stata illuminata dal Tricolore nelle notti del 7 e 8 maggio.
Per suffragio di popolo a presidio di pubbliche libertà
Ricorrenza dell'8 maggio: anniversario della prima seduta del Senato della Repubblica
L'8 maggio 1948 rappresenta una data storica per il nostro Paese, e in particolar modo per il Senato della Repubblica. Quel giorno, infatti, prende finalmente vita il nuovo Parlamento disegnato dai Padri costituenti e l'Aula di Palazzo Madama ospita la prima seduta del nuovo Senato repubblicano, il quale, a differenza del precedente Senato del Regno, è diretta espressione e rappresentanza della sovranità popolare, così come previsto dall'articolo 1, secondo comma, della nostra Costituzione.
Celebrare la nascita del Senato della Repubblica significa conservare la memoria delle
nostre radici e del ruolo che questa Istituzione continua a svolgere a presidio della
rappresentanza e dei diritti di libertà.
Non a caso, la lapide bronzea (immagine sopra) che si trova sulla parete frontale
dell'Aula reca la scritta:
«Per suffragio di popolo a presidio di pubbliche libertà»,
e proprio quella scritta è stata scelta
per commemorare non solo la prima seduta, ma anche per ricordare a tutti i cittadini - in
modo molto tangibile e quotidiano grazie a una moneta e a un francobollo -
l'impegno che il Senato ha assunto quel giorno nei confronti dell'intera Nazione.
La moneta da 5 euro che l'Istituto Poligrafico e Zecca dello
Stato ha dedicato all'anniversario riporta su un verso la raffigurazione dell'Aula
legislativa di Palazzo Madama, con le date fondamentali «8 maggio 1948»
e «8 maggio 2023», mentre sul retro è raffigurato il «Carro del Sole»
di Giovanni Paolo Pannini (immagine di seguito),
affresco realizzato tra il 1725 e il
1726 che decora attualmente il soffitto della Sala Pannini.
Concerto della Banda Interforze
Domenica 7 maggio alle 17,30, si è tenuto il concerto che ha dato il via alle celebrazioni in una delle piazze più belle del mondo, piazza Navona. Un concerto aperto a tutti i cittadini; protagonisti: 75 membri – uno per ogni anno di vita della Costituzione e del Senato - della Banda Interforze. La diretta su Rai 3 è stata curata da Rai Parlamento.
Evento in Aula
La celebrazione ufficiale dell'anniversario, alla presenza del Presidente della Repubblica,
si è tenuta l'8 maggio. Per l'occasione l'Aula è stata addobbata con il Tricolore,
così da riprodurre esattamente l'allestimento della prima seduta.
Dopo il saluto del Presidente La Russa, sono intervenuti Anna Finocchiaro, Stefano
Folli, Giuseppe Parlato ed Ernesto Galli della Loggia a illustrare il contributo del Senato
alla vita della nostra Repubblica dal 1948 a oggi.
Uno dei cantanti più amati dagli italiani,
Gianni Morandi, ha aperto l'evento con l'Inno di Mameli, e lo ha chiuso con un recital
durante il quale ha proposto molti dei brani che hanno accompagnato la vita
della Repubblica in questi 75 anni.
La cerimonia è stata trasmessa in diretta alle 11.30 su Rai 2.
Mostra a Palazzo Giustiniani
Il 6 maggio il Senato ha aperto ai cittadini le porte di Palazzo Giustiniani e delle sale in cui, il 27 dicembre 1947, la Costituzione fu promulgata dal Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola e controfirmata dal Presidente del Consiglio dei Ministri Alcide De Gasperi, dal Guardasigilli Giuseppe Grassi e dal Presidente dell'Assemblea Costituente Umberto Terracini.
La mostra è l'occasione per vedere dal vivo i documenti che rappresentano le grandi tappe del cammino costituzionale degli italiani dal tardo Settecento all'età contemporanea. L'accento, ovviamente, è sui documenti fondanti dell'Italia repubblicana, primo fra tutti l'originale della Costituzione italiana, conservato all'Archivio Centrale dello Stato e concesso in prestito per l'occasione; è eccezionalmente esposto nella Sala della Costituzione, proprio a pochi passi dalla scrivania su cui la firma ha avuto luogo.
Dall'Archivio di Stato di Torino è arrivato invece
lo Statuto Albertino nelle due versioni promulgate all'epoca, italiana e francese.
Altro materiale proviene dalle raccolte librarie e documentarie della Biblioteca e
dell'Archivio storico del Senato.
Ulteriori documenti forniti dall'Archivio Centrale dello Stato illustrano
la nascita della Repubblica, il lavoro dell'Assemblea Costituente, l'approvazione e la
promulgazione della Costituzione della Repubblica italiana.
La mostra è aperta dal 6 maggio all'11 giugno, tutti i fine settimana, e nella giornata
del 2 giugno, Festa della Repubblica, dalle ore 10 alle 18.
Palazzo Giustiniani è stato eccezionalmente
aperto anche il 13 maggio, per la Notte dei musei, dalle ore 20 all'una.
S come Senato, mostra a Palazzo Madama
Due parole anche sul simbolo del Senato. Ogni istituzione ne ha uno. E il Senato, grazie a
una scelta compiuta nella prima legislatura della Repubblica, ha un simbolo di grande
efficacia visiva: una "S" istoriata.
Dall'8 maggio gli allievi delle scuole in visita a Palazzo Madama potranno scoprirne la
storia grazie a una mostra in Sala Garibaldi. L'Archivio storico del Senato
ha ricostruito i passaggi che hanno portato dall'originario emblema
del Senato del Regno (immagine sopra) a quello del Senato repubblicano
oggi in uso. Si può seguirne l'evoluzione a partire dai registri solenni dell'Ottocento,
come il Registro del Giuramento dei Re o il Registro dello stato civile della Famiglia
Reale,
passando per documenti più quotidiani come libri mastri e contabili, ordinativi di
stoviglie, galloni delle livree degli impiegati, decorazioni architettoniche e finimenti
delle carrozze.
Infine, un documento del 1848 testimonia come l'iniziale maiuscola del Senato dovesse
contrassegnare persino gli asciugamani.
Il contributo della Camera della Moda
Anche la Camera Nazionale della Moda Italiana
ha dato il suo contributo alle celebrazioni del Senato, invitando i propri associati a
elaborare un logo speciale per l'occasione. È stata selezionata
una delle due proposte grafiche presentate da Laura Biagiotti (immagine sopra),
uno dei più grandi marchi della moda italiana: la classica S di Senato è qui
circondata da una corona di alloro, considerata in antichità la pianta della metamorfosi e
dell'illuminazione, oltre che il simbolo della sapienza.
Tra gli altri loghi proposti, una menzione particolare va all'elaborato dai creativi di
Breeze, la società che ha rilevato il marchio Giuliano Fujiwara
fondato da Yoshiaki Fujiwara; il padre della moda minimalista era giapponese
di nascita ma italiano d'adozione, tanto da essere tra i primi associati alla
nostra Camera Nazionale della Moda. Autori del logo sono due giovani
italiani allievi dell'Accademia del lusso.
La saggezza negli occhi del futuro
Video di SenatoTV
Le immagini delle iniziative celebrative
La moneta commemorativa
La scritta "Per suffragio di popolo a presidio di pubbliche libertà" compare anche sulla moneta da 5 euro che l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha dedicato all'anniversario della prima seduta del Senato della Repubblica. Video di "Senato TV" dedicato alla moneta commemorativa
Il primo Parlamento della Repubblica
Archivio Storico dell'Istituto Luce. (Settimana Incom)
❝La seduta è aperta alle ore 10❞
Alle ore 10 di sabato 8 maggio 1948 si riuniva a Roma, a Palazzo Madama, il Senato della Repubblica, per la sua prima seduta. Presidente provvisorio, il senatore più anziano: Nino Ronco, nato nel 1863 a Genova, di professione ingegnere e docente universitario (nella foto).
Il senatore Ronco inaugura la seduta con un discorso brevissimo. Dal resoconto stenografico:
«Designato
dall'età, assumo la Presidenza del primo Senato della Repubblica
in questa prima sua
seduta.
(L'Assemblea in piedi applaude a lungo calorosamente.
Si grida:
Viva la Repubblica!).
Nell'assumerla rivolgo un saluto cordiale a
tutti i colleghi e interpreto i loro sentimenti
elevando lo sguardo all'augusto volto della
Patria e sciogliendo un voto alla sua prosperità
nell'operosa concordia, nella democrazia,
nella libertà e nella pace. (Vivi applausi)».
Il senatore Ivanoe Bonomi viene eletto Presidente del Senato con 198 voti. Umberto Terracini ne ottiene 111.
Bonomi muore il 20 aprile 1951. Il 28 aprile viene eletto Enrico De Nicola. La sua presidenza dura poco più di un anno: De Nicola si dimette infatti il 24 giugno 1952. Gli succede Giuseppe Paratore, dal 26 giugno 1952 al 24 marzo 1953 (dimissioni). Infine, il 25 marzo 1953, viene eletto Presidente del Senato Meuccio Ruini.
Le elezioni politiche del 18 aprile 1948 avevano attribuito 131 seggi alla Democrazia Cristiana (48,11%) e 72 al Fronte Democratico Popolare (30,76%).
Nel Senato della prima Legislatura repubblicana si formano 7 Gruppi parlamentari, oltre al Gruppo Misto: Democratico Cristiano (148 seggi), Comunista (66), Partito Socialista Italiano (41), Unità Socialista (23), Democratico di Sinistra (11), Repubblicano (11), Liberale (10) e lo stesso Gruppo Misto (33).
Facevano parte del Senato anche senatori non eletti, nominati ai sensi della III disposizione transitoria della Costituzione:
«Per la prima composizione del Senato della Repubblica sono nominati senatori, con
decreto
del Presidente della Repubblica, i deputati dell'Assemblea Costituente che posseggono i
requisiti di legge per essere senatori e che:
- sono stati presidenti del Consiglio dei Ministri o di Assemblee legislative;
- hanno fatto parte del disciolto Senato;
- hanno avuto almeno tre elezioni, compresa quella all'Assemblea Costituente;
- sono stati dichiarati decaduti nella seduta della Camera dei deputati del 9 novembre
1926;
- hanno scontato la pena della reclusione non inferiore a cinque anni in seguito a
condanna
del tribunale speciale fascista per la difesa dello Stato.
Sono nominati altresì senatori, con decreto del Presidente della Repubblica, i membri
del
disciolto Senato che hanno fatto parte della Consulta nazionale.
Al diritto di essere nominati senatori si può rinunciare prima della firma del decreto
di
nomina. L'accettazione della candidatura alle elezioni politiche implica rinuncia al
diritto
di nomina a senatore».
Il decreto di nomina dei senatori ai sensi della III disposizione transitoria della Costituzione (Archivio storico del Senato: qui il fascicolo completo in formato pdf)
La prima pagina del Corriere della Sera del 7 maggio 1948 (Biblioteca del Senato)
La prima pagina del Corriere della Sera dell'8 maggio 1948 (Biblioteca del Senato)
I 107 senatori nominati ai sensi della III disposizione transitoria della Costituzione (Archivio storico del Senato: qui la pagina completa in formato pdf)
La prima pagina del Corriere della Sera del 9 maggio 1948 (Biblioteca del Senato)
La prima pagina de l'Unità ("organo del Partito Comunista Italiano") del 9 maggio 1948 (Biblioteca del Senato)
Vita pubblica e privata di Palazzo Madama
Archivio Storico dell'Istituto Luce. Regia di Stefano Canzio
La prima pagina del Messaggero di domenica 9 maggio 1948 (Biblioteca del Senato)
Ivanoe Bonomi
Pagina autografa di Ivanoe Bonomi (Archivio storico del Senato)
Il discorso di insediamento di Ivanoe Bonomi (8 maggio 1948)
Presidenza del Presidente BONOMI
Discorso del Presidente.
PRESIDENTE.
(Si leva, in piedi. Segni di
viva attenzione).
Nell'assumere l'alto ufficio
a cui mi ha chiamato la fiducia dei colleghi,
io ne valuto tutto l'onore e tutta la responsabilità.
È certo un grande onore assidersi a questo
scanno dove sono saliti, nell'epoca migliore
del liberalismo, uomini insigni i cui nomi erano
spesso collegati alle vicende più rimarchevoli
del nostro Risorgimento nazionale.
Ma questo grande onore è accompagnato da
una stessa grande responsabilità.
Il nuovo Senato elettivo della nostra giovane
Repubblica deve inaugurare un istituto
che non ha precedenti nella sua storia di un
secolo, perché per la prima volta non nasce
dalla scelta delle alte autorità dello Stato, ma
deriva dalla volontà popolare e riflette direttamente
il clima politico della Nazione.
Nel vecchio Senato convenivano qui uomini
spesso di alto valore giuridico, letterario e
scientifico o di larga e salda esperienza amministrativa,
a cui veniva affIdato un compito prevalentemente tecnico.
Per questo l'Assemblea di tanto eccelleva
per sapienza e competenza nelle materie legislative
di quanto scarseggiava per autorità e
per importanza politica.
Oggi invece Il nuovo Senato ha una ben diversa
origine. Esso raccoglie, mescolati insieme in un'unità
inscindibile, che occorre mantenere e perfezionare,
gli eletti delle recenti
elezioni e uno stuolo numeroso di eletti nella
prova elettorale immediatamente precedente,
qui introdotti per la loro larga esperienza parlamentare
o per un'altra esperienza maturata
nelle meditazioni del carcere.
Bisogna pertanto che questa Assemblea, così
strettamente collegata allo spirito, alla volontà
e alle vicende dolorose del Paese, riunisca in
sé il carattere antico che era prevalentemente
tecnico e il carattere nuovo che deriva direttamente
dal suffragio popolare. Sarà con questa
fusione armonica del passato col presente, che
la nostra Assemblea si porrà all'altezza della
sua nuova funzione.
La nuova Repubblica, fondando la sua costruzione
politica sul sistema bicamerale, ha
fatto della Camera e del Senato due Assemblee
di pari dignità e di pari autorità, il cui voto,
non solo è ugualmente necessario, ma ha il medesimo
peso, così per la deliberazione delle
leggi, come per accordare e togliere la fiducia
ai Ministeri. Ma questa bicameralità non deve
risolversi nella monotona ripetizione di un medesimo
atto. La Camera e il Senato debbono
avere un loro proprio abito mentale e
quindi una diversità di intuizione e di percezione.
All'altra Camera spetterà di affrontare,
con l'impeto e l'audacia della giovinezza, i più
urgenti problemi italiani; in questa Camera,
invece, si dovranno vagliare - con lo studio
accurato e con il consiglio degli esperti - le
soluzioni proposte perché siano piÙ conformi
agli interessi e alle aspettazioni del Paese. [...]
Onorevoli colleghi,
un grande compito ci sta dinanzi. La nostra
giovane Repubblica, fissati nella Carta costituzionale
i principì della sua nuova vita, deve
oggi iniziare un'opera vasta per tradurli in
realtà. Essa deve - ed è questo un compito
formidabile - riformare e ritoccare il tessuto
sociale della Patria e, nello stesso tempo,
rimarginare le molte ferite inferte dalla
guerra e risanare un organismo che ha appena
superato la più grande sciagura della sua storia.
Per questo occorre trovare nello sforzo
concorde degli Italiani le energie per risollevarci
e per progredire.[...]
Cento anni fa, in questo medesimo giorno,
a Torino si inaugurava il primo Parlamento
italiano fra le attese e le speranze di tutti gli
Italiani che sognavano - e parve allora sogno arduo
e lontano - l'unità e la libertà
della Patria. Anche allora le opinioni erano
divise circa i metodi e le mete, ma il sentimento
della concorde fede potè operare i miracoli
del nostro Risorgimento.
Noi, che abbiamo eguale fede, ci poniamo
con lo stesso animo al lavoro, sicuri che il
nuovo Senato - a cui guarda con fiducia la
Nazione - sarà degno dei grandi ricordi del
passato e delle fervide speranze dell'avvenire.
(Vivissimi generali prolungati applausi)
Testo completo nel resoconto stenografico della seduta n. 2 di sabato 8 maggio 1948
La prima pagina del Giornale d'Italia di sabato 8 maggio 1948 (Biblioteca del Senato)
La prima pagina del Giornale d'Italia di domenica 9 maggio 1948 (Biblioteca del Senato)
La prima pagina di Risorgimento Liberale di sabato 8 maggio 1948 (Biblioteca del Senato)
La prima pagina di Risorgimento Liberale di domenica 9 maggio 1948 (Biblioteca del Senato)
La prima pagina dell'Avanti ("quotidiano del Partito Socialista Italiano") di domenica 9 maggio 1948 (Biblioteca del Senato)
La prima pagina de L'Umanità ("quotidiano del Partito Socialista dei Lavoratori Italiani") di domenica 9 maggio 1948 (Biblioteca del Senato)
La prima pagina de Il Tempo di domenica 9 maggio 1948 (Biblioteca del Senato)
La prima pagina de Il Popolo di domenica 9 maggio 1948 (Biblioteca del Senato)
Il "Commissario del Senato"
«Il numero dei Senatori rimasti in carica al 26 Giugno
1946, dopo, cioè, varii procedimenti epurativi svoltisi
dinanzi all'Alta Corte di Giustizia per le sanzioni contro
il fascismo, ammontava esattamente a cento. Ad essi
si aggiunsero altri 14 entro il mese di luglio, in seguito
all'accoglimento, da parte dell' Alta Corte suddetta, di
alcune istanze di revocazione delle ordinanze di decadenza.
E ancora, successivamente, in data 9 Giugno 1947, le sezioni
unite e civili della Corte di Cassazione accoglievano il
ricorso presentato da 32 Senatori, dichiarati decaduti dall'Alta
Corte medesima, e cassavano senza rinvio le ordinanze
di decadenza impugnate.
Soppresso il Senato con la legge costituzionale 3 novembre
1947 n. 3, e dichiarato gli ex Senatori decaduti dalle prerogative,
dalle guarentigie e dai diritti inerenti alla
carica, fui riconfermato nell'incarico di Commissario con
decreto del Presidente del Consiglio in data del successivo 7 Novembre,
e dovetti riprendere in esame la questione relativa al trattamento
da usarsi agli ex Senatori stessi».
E' quanto si legge nella "Relazione del Commissario del Senato sull'attività svolta dal 7 luglio 1946 all'8 maggio 1948", conservata dall'Archivio storico del Senato, la cui versione integrale è disponibile in formato pdf.
Il Consigliere di Stato Raffaele Montagna era stato nominato Commissario del Senato in virtù del decreto legislativo del Capo Provvisorio dello Stato del 6 settembre 1946, n. 117. L'art. 1 del decreto stabiliva che «i servizi amministrativi del Senato sono affidati ad un commissario nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Il commissario esercita a tal fine le attribuzioni già spettanti al Presidente del Senato».
La Relazione del Commissario Montagna si sofferma sui diversi aspetti della fase di transizione. Ad esempio, sulla necessità di avvisare i Senatori che non avrebbero potuto «continuare ad accedere, come per il passato, alle sale di Palazzo Madama e ad usufruire dei diversi servizi in esso esistenti (ufficio postale, telefono, vendita di tabacchi, banca, ecc.)». «Tale provvedimento - è opportuno sottolinearlo - è stato accettato con piena comprensione da parte degli ex Senatori e non ha dato luogo né a proteste né a inconvenienti di sorta».
«L'approssimarsi della ripresa dei lavori parlamentari - si legge ancora nella Relazione - la necessità di creare anche presso il Senato gli uffici della Giunta delle Elezioni, e la necessità improrogabile di adeguare tutti i servizi alle maggiori esigenze derivanti dalle nuove attribuzioni demandate al Senato dalla Costituzione, imponevano, infine, di completare i quadri del personale. E poiché le più gravi deficenze si riscontravano nell'organico dello Ufficio dei Resoconti, il quale, durante l'attività legislativa dell'Assemblea è chiamato a svolgere un servizio di particolare delicatezza, si provvide anzitutto, con due concorsi, uno dei quali interno, a rafforzare il corpo dei revisori e quello degli stenografi. Fu anche iniziato un nuovo corso gratuito di addestramento di stenografia meccanica "michela" tuttora in atto, dal quale sarà possibile trarre, tra qualche mese, mediante concorso per esami, altri giovani culturalmente ben preparati e di sperimentata capacità tecnica».
L'Archivio storico del Senato conserva documenti importanti del periodo tra la caduta di
Mussolini
e la Liberazione di Roma.
La documentazione prodotta dall'Amministrazione in questi pochi mesi (25 luglio 1943 - 4 giugno
1944) è molto scarna e riflette in gran parte gli aspetti di un'amministrazione di guerra.
L'attività del Senato si era infatti molto ridotta dal 1940, anno in cui non erano più state
convocate sedute plenarie e l'attività legislativa avveniva esclusivamente all'interno delle
Commissioni permanenti.
Per maggiori informazioni vedi MemoriaWeb,
trimestrale dell'Archivio storico del Senato e, in particolare,
l'articolo "Il Senato del Regno tra luglio 1943 e giugno 1944".
I 75 anni della Costituzione
Quest'anno si celebra anche il settantacinquesimo anniversario della Costituzione, entrata in vigore il 1° gennaio 1948 (vedi pagina speciale dedicata alla ricorrenza della firma, 27 dicembre 2022).
In occasione dell'anniversario della prima seduta, il Senato pubblica una versione aggiornata del volume "La storia della nostra Costituzione" (disponibile in formato pdf).
Scopo della pubblicazione è «promuovere la conoscenza della Costituzione italiana da parte dei cittadini, rendendo loro accessibile – articolo per articolo – non solo il testo vigente della Carta fondamentale, ma anche il progetto originariamente predisposto dalla Commissione dei Settantacinque, gli emendamenti a esso presentati, il testo approvato dall'Assemblea Costituente e infine gli estremi delle leggi di revisione costituzionale successivamente intervenute».
Da questa pubblicazione, riportiamo di seguito il capitolo che ripercorre le tappe fondamentali dell'elaborazione degli articoli.
L'Assemblea Costituente venne eletta il 2 giugno 1946;
il 25 giugno si tenne la seduta inaugurale. In quella stessa
data vennero a cessare i lavori della Consulta.
All'interno dell'Assemblea venne nominata una
"Commissione per la Costituzione", composta da 75 membri
appartenenti a tutte le forze politiche. A tale Commissione
(meglio conosciuta come "Commissione dei 75"), venne
affidato il compito di presentare un "Progetto di
Costituzione".
La Commissione venne ripartita in tre Sottocommissioni.
Prima Sottocommissione: diritti e doveri dei cittadini;
seconda Sottocommissione: organizzazione costituzionale
dello Stato; terza Sottocommissione: rapporti economici e
sociali.
La Commissione dei 75, presieduta dall'onorevole Meuccio
Ruini, iniziò i suoi lavori il 20 luglio 1946 e li concluse
approvando un "Progetto di Costituzione della Repubblica
Italiana", che presentò alla Presidenza dell’Assemblea
Costituente il 31 gennaio 1947.
L'Assemblea Costituente, presieduta dall'onorevole
Umberto Terracini, iniziò l'esame del Progetto il 4 marzo
1947 e lo concluse con l'approvazione definitiva il 22
dicembre 1947.
La Carta Costituzionale venne promulgata il 27 dicembre
1947 e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 298
del 27 dicembre 1947. La Costituzione italiana
è entrata in vigore il 1° gennaio 1948.
La Costituzione entra in vigore
Archivio Storico dell'Istituto Luce (Settimana Incom)