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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Dieci anni di apertura al pubblico della Biblioteca del Senato
n. 14 (Nuova Serie), aprile 2013

Il punto di vista degli studiosi

sale giuridicheProseguiamo il dialogo intrapreso con gli utenti della Biblioteca, lasciando stavolta la parola ad alcuni fra i più assidui degli studiosi che frequentano la nostra Biblioteca, giornalisti, pubblicisti e docenti universitari.

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Anzitutto, alcuni degli intervistati hanno ricordato che la loro frequentazione della Biblioteca rimonta ad epoca antecedente l'apertura al pubblico: è il caso di Vittorio Vitalini Sacconi, già dirigente Rai (quale responsabile dei rapporti con la Commissione Parlamentare di Vigilanza sui servizi radiotelevisivi), utente della Biblioteca da quindici-vent'anni, e di Antonella Meniconi, professore associato di storia delle istituzioni politiche all'Università Roma La Sapienza, che ha iniziato a venire presso la nostra Biblioteca per la preparazione della tesi di dottorato proprio sul Senato del Regno. Entrambi continuano a frequentare la Biblioteca: Vitalini Sacconi ha intensificato la consuetudine con l'andata in pensione, che gli ha consentito la ripresa degli studi di storia moderna, già oggetto di varie pubblicazioni; la Meniconi anche nel suo ruolo di docente ha continuato a trovarvi una miniera inesauribile di testi. Pur avendo goduto del privilegio di essere stati nel passato fra gli esclusivi utenti esterni della Biblioteca, i due studiosi sono concordi nel salutare come positiva l'avvenuta apertura, ponendo tutti e due l'accento sul vasto patrimonio librario e di sussidi informatici che è stato reso accessibile al pubblico, "soprattutto ai giovani", come sottolinea Vitalini Sacconi.

Nel generale apprezzamento anche da parte degli altri interpellati circa l'apertura agli utenti esterni si distingue la voce di Aurelio Magistà, giornalista a "la Repubblica" (caporedattore delle Iniziative speciali, responsabile di RCasa e curatore dell'annuale Grande Guida Università "la Repubblica" - Censis), il quale, pur salutando tale decisione con favore, perché "in linea con il bisogno di avvicinare le istituzioni ai cittadini", mette in guardia dal rischio che, dati i tempi, complice la generalizzata carenza di risorse, soprattutto umane, allargare il pubblico degli utenti possa significare abbassare il livello dell'offerta: in conclusione, "la Biblioteca del Senato fa bene ad aprirsi, ma tenendo conto che non deve certo andare a compensare eventuali (anzi, evidenti) lacune e disservizi delle Biblioteche ordinarie".

Lacune e disservizi che nessun intervistato ha addebitato alla nostra Biblioteca (e ci impegneremo perché rimanga così anche per il futuro): unanime, infatti, il gradimento per i locali, silenziosi, confortevoli e funzionali, e per il personale, sollecito nelle procedure di accreditamento degli utenti e di distribuizione del materiale dai magazzini, e competente nell'offrire consulenza alla ricerca e all'uso degli strumenti tecnici (pc, visore di microfilm, fotocopiatrici, erogatori di schede ricaricabili per fotoriproduzioni).

L'innovazione tecnologica è uno dei temi principali affrontati dagli interpellati. Fra questi, ancora la Meniconi plaude alla scelta di investire le risorse economiche della Biblioteca nell'innovazione tecnologica, attraverso l'acquisizione di banche dati, con presenza sempre maggiore di full text, il che la pone all'avanguardia rispetto ad altre biblioteche cittadine. E Magistà addita nell'aggiornamento tecnologico la necessaria strada da percorrere, verso una sempre più estesa digitalizzazione e condivisione interbibliotecaria dei contenuti, di cui la nostra Biblioteca, con l'autorevolezza del suo prestigio, dovrebbe farsi protagonista; di più, in linea con la smaterializzazione dei libri, il giornalista (che, fra l'altro, ricorda l'aiuto fornitogli dalla nostra Emeroteca nella preparazione di un corso universitario tenuto alla Sapienza) propone alla Biblioteca di farsi editore in prima persona: "la scomparsa dei costi industriali (carta e stampa tipografica), il significativo abbattimento dei costi distributivi, rendono a basso costo l'attività di editore. La Biblioteca del Senato potrebbe spendere il proprio prestigio istituzionale in questo senso".

Ma gli studiosi non solo attingono alla Biblioteca: molti di loro partecipano alle molte iniziative collaterali, quali mostre, presentazioni, conferenze. E' il caso di Fabrizio Scrivano, professore associato di Letteratura italiana all'Università di Perugia - Dipartimento di Lettere, e di Maria Luisi, docente a contratto presso l'Università LUMSA di Roma, Dipartimento di Scienze Umane, nel Corso di Laurea Magistrale in Produzione culturale, giornalismo e multimedialità, per l'insegnamento di musicologia. Entrambi, esprimono un giudizio positivo per la particolarità del posseduto della Biblioteca, fra materiale antico e moderno, e insieme auspicano il potenziamento delle attività collaterali.

Quanto ai suggerimenti per il futuro, mentre la Meniconi propone un allargamento delle politiche di prestito (esigenza, si ricorderà, già sentita dagli interpellati sullo scorso numero dello Speciale), Scrivano si esprime circa una maggiore omogeneizzazione nei servizi offerti dalle due Biblioteche del Polo Parlamentare, che, effettivamente, è percepito come unicum dagli utenti esterni. Inoltre, il docente sottolinea per questo luogo di cultura istituzionale l'utilità di perseguire la presenza e lo scambio con soggetti operanti nelle diverse organizzazioni della cultura e della formazione.

Ci piace concludere con il giudizio finale di Scrivano, che ribadisce l'importanza dell'accessibilità, definita "uno dei valori che le massime istituzioni democratiche dovrebbero mostrare di saper coltivare, difendere e contribuire a rinforzare". Accessibilità da temperare, ancora con le parole di Vitalini Sacconi, "con il rispetto del regolamento di accesso all'Istituto e dei diritti di tutti i frequentatori da parte di essi stessi". Aggiungiamo: agli utenti il doveroso attenersi a tale monito, a noi il compito di vigilare perché sia garantita a tutti la pari fruizione del servizio.

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