Pubblicato il 27 maggio 2020, nella seduta n. 222
BERNINI , MALAN , MOLES , CANGINI , ALDERISI , GIRO , GALLONE - Al Ministro dell'istruzione. -
Premesso che:
il mondo della scuola e le istituzioni scolastiche hanno subito negli ultimi anni numerose riforme spesso disorganiche e prive di una visione di insieme e di lungo respiro, necessaria per riportare il livello culturale italiano nella media degli standard europei in materia di istruzione;
l'emergenza epidemiologica da COVID-19 ha semplicemente accentuato le carenze strutturali che affliggono il sistema scolastico;
durante l'esame del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 22, recante misure urgenti sulla regolare conclusione e l'ordinato avvio dell'anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato, Forza Italia, nell'ambito delle misure a sostegno delle realtà sociali gravemente colpite, sotto il profilo economico e finanziario, dalle conseguenze dell'emergenza coronavirus, ha presentato numerosi emendamenti a sostegno del mondo della scuola volti a prevedere: un contributo straordinario una tantum per le scuole pubbliche paritarie del Sistema nazionale di istruzione; la detraibilità delle spese sostenute per il servizio scolastico fruito nell'anno 2020 presso le stesse scuole; l'istituzione di un fondo da destinare alle scuole paritarie per mettere a disposizione degli studenti meno abbienti, in comodato d'uso, dispositivi digitali individuali utili per la didattica a distanza;
le scuole paritarie sono attualmente quasi 13.000 e accolgono quasi 900.000 alunni;
se si superassero steccati ideologici anacronistici e si guardasse alla realtà dei problemi che oggi affliggono la scuola in generale, e con essa le scuole paritarie nel nostro Paese, questo patrimonio porterebbe importanti opportunità al sistema scolastico italiano;
se, ad esempio, come più volte sostenuto da Forza Italia, lo Stato si adeguasse ai parametri (e ai richiami) europei e attuasse il costo standard per studente potrebbe persino risparmiare significativamente sulla spesa scolastica globale;
i genitori degli alunni delle scuole pubbliche paritarie (che fanno risparmiare lo Stato per l'istruzione dei loro figli e che, pagando le tasse, sostengono anche la sanificazione delle scuole statali) stanno patendo la crisi economica come tutti gli italiani e molti in questo particolare momento non riescono a far fronte alle spese di istruzione;
tutelare le scuole paritarie significa tutelare famiglie che molto spesso scelgono di fare rinunce pur di garantire ai propri figli la libertà di scelta educativa così come sancito dalla nostra Costituzione;
lo Stato, così come originariamente sostenuto dai padri costituenti, dovrebbe porsi come l'istituzione che agevola la libera iniziativa;
in questo quadro, l'articolo 33 della Costituzione, che al quarto comma stabilisce che "La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni delle scuole statali", è in questi ultimi anni sempre più disatteso;
lo conferma anche l'atteggiamento del Governo, che non si prende la responsabilità di agevolare l'assunzione di coloro che negli ultimi anni, pur essendo in possesso del diploma magistrale e avendo prestato il loro insegnamento presso le scuole paritarie, sono esclusi dalle graduatorie ad esaurimento per l'inserimento in ruolo;
l'adunanza plenaria del Consiglio di Stato, con le sentenze n. 4 e n. 5 del 2019, ha deliberato infatti che coloro che sono in possesso del diploma magistrale e hanno concluso gli anni di studio entro il 2001/2002, sono fuori dalle graduatorie ad esaurimento;
in base all'accordo di maggioranza raggiunto nei giorni scorsi sembrerebbe che il concorso straordinario per l'assunzione dei precari sarà differito presumibilmente a dopo l'estate, determinando ancora una volta un avvio dell'anno scolastico con un quarto dei docenti nella condizione di precari, l'avvicendamento di supplenti ed enormi disagi per le famiglie e gli alunni;
il concorso dovrebbe svolgersi con procedure e impostazione diverse basate su una prova scritta con domande a risposta aperta in luogo dei quiz inizialmente previsti, a cui seguiranno la formazione e la prova orale selettiva;
tale procedura, se confermata, genererà un inevitabile allungamento dei tempi, in un momento in cui il Paese necessiterebbe di un sistema snello e veloce in grado di garantire un avvio e una conduzione sereni del nuovo anno scolastico;
in attesa dello svolgimento del concorso, si dovrebbe procedere con l'aggiornamento delle graduatorie d'istituto e l'assunzione a tempo determinato, dal 1° settembre 2020, di 32.000 precari che saranno immessi in ruolo, quando la situazione emergenziale lo renderà possibile, solo dopo la selezione con la procedura menzionata (prova scritta, formazione, colloquio finale e assunzione retrodatata);
il Governo continua ad assumere iniziative senza un previo confronto con le parti sociali e senza tener conto delle proposte provenienti dalle forze di opposizione in Parlamento, ma soprattutto non prestando la dovuta attenzione alle istanze provenienti dal mondo della scuola,
si chiede di sapere:
quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere per consentire un sereno e ordinato avvio anche alle scuole pubbliche paritarie e se non intenda adoperarsi affinché le procedure selettive per l'immissione in ruolo dei docenti sia garantita a tutti coloro che hanno lo stesso titolo senza distinzioni sul piano formativo per aver prestato servizio nelle scuole statali o in quelle pubbliche paritarie;
quali iniziative intenda assumere per garantire ai precari della scuola una prospettiva di lungo termine che porti a stabilizzare i docenti e a garantire una continuità didattica più che mai necessaria in questo momento di crisi;
se non ritenga di assumere urgenti iniziative per garantire agli studenti un supporto ed un sostegno psicologico adeguato, anche prevedendo l'istituzione di una figura ad hoc che possa fornire un supporto alle fragilità derivanti dalla presente emergenza.