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Il Presidente: Discorsi

Commemorazione della strage di Piazza della Loggia

Discorso pronunciato a Brescia alla cerimonia di commemorazione della strage di Piazza della Loggia

Cittadine e cittadini di Brescia,
ho accolto volentieri l'invito del Vostro Sindaco ad intervenire oggi, per ricordare insieme i fatti tragici del 28 maggio del 1974.
Appena sono arrivato ho voluto salutare i familiari delle vittime innocenti di quella orrenda strage.
Il ricordo è ancora vivo nei loro cuori e nei nostri.
Questa giornata e questa manifestazione sono dedicate, anzitutto, al ricordo delle persone innocenti che sono state brutalmente annientate, e ai tanti (oltre cento) rimasti feriti, da un atto vile di insopportabile violenza.

Otto persone che quella mattina, democraticamente, e con grande coraggio civile, manifestavano il loro profondo dissenso contro il terrorismo di ogni matrice e ideologia: Giulietta Banzi Bazoli, Livia Bottardi Milani, Clementina Calzari Trebeschi, Euplo Natali, Luigi Pinto, Bartolomeo Talenti, Alberto Trebeschi, Vittorio Zambarda.
E' davvero importante ripetere, oggi, qui, i nomi di queste persone.
Per non dimenticarle mai.
Per ricordarle a chi è più giovane.
Per iscrivere nella nostra coscienza civile il loro sacrificio, un sacrificio da cui ripartire per la costruzione di un Paese più giusto e più democratico.
Sì, anzitutto più giusto.

Abbiamo tutti il diritto di chiedere che quanto prima si concludano le iniziativa della magistratura per arrivare alla verità di quella strage, di quei delitti.
Per assicurare i colpevoli e i loro mandanti alla giustizia.
Hanno il diritto di chiedere questo le famiglie delle vittime, voi cittadini e lavoratori di Brescia, tutto il Paese.
So bene che da molti anni si attende giustizia, e che c'è un senso di delusione e anche di rabbia per il tempo che passa.
Ma voglio dirvi che questa tensione alla conoscenza della verità e alla giustizia non deve fermarsi.
Mi sono adoperato perché il Senato della Repubblica, nei prossimi mesi, possa finalmente pubblicare gli atti relativi alla Commissione parlamentare sulle stragi, per i fatti relativi a Piazza della Loggia.
L'attentato in questa Piazza fu uno degli eventi tragici di quel tempo drammatico, quando, con le stragi di innocenti cittadini, si cercò di attaccare le giuste e pacifiche lotte del mondo del lavoro, dei giovani e delle donne per una società più aperta, più civile, più democratica.

Lotte e rivendicazioni ispirate ai principi e ai diritti di uguaglianza, di libertà e di giustizia sanciti dalla Carta Costituzionale.
Nei giorni scorsi il Parlamento unanime, con l'approvazione di una apposita legge, ha voluto riconoscere il 9 maggio, anniversario della barbara uccisione di Aldo Moro, come "Giorno della Memoria", al fine di ricordare nel Paese tutte le vittime del terrorismo, interno e internazionale, e delle stragi di tale matrice.
Credo che questo sia stato, e sia, un atto di grande rilievo, voluto da tutte le Forze politiche, con un profondo spirito di memoria civile e politica condivisa e con una forte volontà di pacificazione nazionale.

Cittadine e cittadini di Brescia, questa importante decisione del Parlamento non solo non cancella il vostro impegno di trovarvi qui il 28 maggio, ma piuttosto lo valorizza e lo sostiene.
Questa Piazza è ormai divenuta un luogo sacro.
Sacro ai valori più profondi della nostra vita civile.
Sacro non solo per la memoria delle vittime inermi, ma proprio per la testimonianza costante della Comunità bresciana nel tenere vivo il ricordo e i valori di solidarietà civile che in questi lunghi anni sono stati rinsaldati e rafforzati.

La nostra democrazia è solida.
Non si è fatta travolgere dalle azioni di gruppi violenti ed eversivi.
Ma, anzi, di fronte a questi fatti gravi ha sempre saputo far emergere tutti i propri valori positivi di unità, di solidarietà e di libertà democratica che hanno dato vita, 60 anni fa, al nostro Patto Costituzionale e ai suoi principi fondamentali.
Grandi successi sono stati conseguiti dallo Stato democratico, spesso anche a duro prezzo, con il sacrificio della vita di molti operatori delle Forze dell'ordine, di Magistrati, di esponenti dell'informazione, di altri cittadini innocenti.
Ma i fenomeni del terrorismo di matrice ideologica e politica non sono stati del tutto estirpati.
Per questo non dobbiamo abbassare la guardia.

L'unità delle Forze politiche e sociali contro questi fenomeni è forte e rappresenta un baluardo sicuro per le nostre Istituzioni e per la nostra vita democratica.
Tuttavia non dovete smettere, come oggi, di riunirvi e di testimoniare in modo civile e aperto la vostra solidarietà con le famiglie delle vittime, ma anche la vostra indignazione contro i violenti, contro chi attenta alla nostra casa democratica comune.
Le Istituzioni dello Stato e del Parlamento vi sono e vi saranno vicine.
Oggi sono qui a testimoniarvi proprio questo, con la mia presenza e le mie parole.
So bene che il Paese vive una fase complessa.
Oggi lo scontro politico è spesso aspro e rischia di mettere in secondo piano le necessarie attenzioni ai problemi della nostra società, dei nostri giovani, del mondo del lavoro, degli anziani e dei pensionati più deboli.

Ci sono segni concreti di ripresa economica che è più evidente al Nord e meno al Sud.
Ma ci sono ancora nel Paese troppe ingiustizie e sperequazioni nel tessuto sociale.
Ci sono nel Paese troppi giovani precari.
E' troppo lento l'inserimento stabile e sicuro dei giovani nel lavoro e nella società.
Formare una giovane famiglia è troppo spesso una sfida impegnativa.
So bene che vi sono queste preoccupazioni, e vi sono ansie e aspettative diffuse per una maggiore equità sociale e per un maggiore rigore nella vita pubblica.

Voglio però dirvi che è possibile realizzare nel nostro Paese una nuova stagione di crescita sociale e di maggiore giustizia e prosperità.
E' possibile perché la nostra democrazia è forte, perché i cittadini hanno una coscienza profonda dei loro diritti e hanno ragione di pretendere dalle Istituzioni di governo risposte adeguate.
Abbiamo alle spalle anni di dure difficoltà nella lotta politica e nello scontro sociale, lunghe stagioni difficili e confuse, nelle quali si sono anche affermati cattivi consiglieri e cattivi maestri.
Abbiamo bisogno oggi di una stagione di buoni maestri.

Abbiamo bisogno di una stagione nella quale i nostri valori più profondi di umanità, di relazioni vere fra le persone, di familiarità, di solidarietà concreta nella vita civile e democratica, possano essere affermati e trasmessi in modo forte ai nostri giovani.
Vorrei dirvi, con grande convinzione, che la crescita del Paese dipende davvero da tutti noi, da ognuno di noi.
Dalla capacità di non fermarsi, dalla capacità di trasformare la profonda tensione civile di questa Piazza - i valori di giustizia e di comunità che voi esprimete - in fatti e decisioni concrete, in riforme sociali e organizzative della nostra vita associata, in un nuovo Patto di fiducia tra i cittadini e le Istituzioni democratiche.
Le tradizioni civiche di Brescia sono straordinarie, la vostra capacità di lavoro e di solidarietà ha dato vita a imprese e iniziative importanti.
La vostra testimonianza è perciò indispensabile perché tutto il Paese si rafforzi nella sua coscienza civile e perché possa trarre dalla vostra dolorosa vicenda, che qui ricordiamo insieme, un insegnamento permanente e vivo di umanità e di socialità.

Vi ringrazio a nome del Parlamento italiano e delle Istituzioni della Repubblica per essere qui oggi.
Questa Repubblica che amiamo e alla quale dedichiamo con passione le nostre energie, nella consapevolezza di lavorare per il bene della nostra casa comune.
Grazie ancora alla Città di Brescia, alle sue Organizzazioni sociali, al suo Sindaco e a tutti gli Amministratori locali.
Grazie a tutti Voi che siete testimoni e protagonisti veri della nostra storia civile e che, con la Vostra partecipazione, infondete linfa vitale alle nostre Istituzioni e alla nostra democrazia.

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