Giovedì 17 Novembre 2011 - 637ª Seduta pubblica (Antimeridiana)
(La seduta ha inizio alle ore 13:01)
Con 281 voti favorevoli e 25 voti contrari, il Senato ha accordato la fiducia al Governo Monti. Dopo avere rivolto parole di ringraziamento al Capo dello Stato, al Presidente del Senato, al suo predecessore Berlusconi e a tutte le forze politiche per il sostegno e la vicinanza dimostrati nel corso della breve ma intensa fase di consultazioni e dopo aver sottolineato la centralità che il nuovo Esecutivo intende assegnare al ruolo del Parlamento, il Presidente del Consiglio incaricato ha individuato tra gli scopi del suo Governo di impegno nazionale il rafforzamento delle relazioni civili ed istituzionali attraverso un rinnovato senso dello Stato, negando che il fondamento del difficile incarico ricevuto sia da ricercare nella sussistenza di una presunta superiorità della tecnica rispetto alla politica ed anzi sottolineando la volontà di contribuire a riconciliare i cittadini con le istituzioni e con la politica.
Il Presidente Monti ha riconosciuto il carattere internazionale della crisi in atto, che però ha colpito in particolare l'Italia in un contesto in cui l'Europa sta conoscendo il periodo più difficile del secondo dopoguerra. Il fallimento politico dell'Europa quale conseguenza inevitabile del fallimento della moneta unica porterebbe ad un mondo meno equilibrato, prospettiva da scongiurare anche rafforzando il peso dell'Italia nel contesto continentale ed evitando che essa ne venga considerata l'anello debole. A tal fine, il Governo intende fondare la propria azione su tre pilastri: il rigore di bilancio, la crescita e l'equità. I sacrifici chiesti e da richiedere ai cittadini verrebbero infatti annullati dall'assenza di crescita e non sarebbero accettati in mancanza di una loro equa distribuzione.
L'Italia aveva già piena consapevolezza della necessità delle misure indicate dalle istituzioni europee, a partire da quelle volte a facilitare la nascita e lo sviluppo di nuove imprese e a rimuovere gli ostacoli che hanno finora impedito l'ingresso nel mondo del lavoro a troppe donne e giovani; misure che certo non hanno effetti nel breve periodo ma che sono fondamentali per aspirare al giudizio positivo di quegli investitori interessati a capire la prospettiva futura del Paese. Il Presidente Monti ha quindi sottolineato la necessità di colmare le profonde disparità territoriali, rimodulando le risorse da destinare al Mezzogiorno ma nella consapevolezza dell'esistenza anche di una questione settentrionale. Ribadito il valore costituzionale delle autonomie speciali, occorre incentivare la piena e leale collaborazione tra i livelli istituzionali e fare un uso efficace dei fondi strutturali europei.
Il Presidente Monti ha distinto, all'interno del programma di Governo, i provvedimenti atti ad affrontare l'emergenza da quelli volti a predisporre un percorso di modernizzazione delle strutture economiche e sociali che potrà essere portato a compimento da successivi Governi. Tra gli impegni che l'Esecutivo intende assumere, l'introduzione in Costituzione del vincolo del pareggio di bilancio per le amministrazioni pubbliche (i cui bilanci vanno armonizzati tra loro); la piena attuazione delle manovre economiche adottate in estate e di quelle sollecitate dall'Europa; l'attuazione della riforma dei sistemi fiscale ed assistenziale; il contenimento dei costi di funzionamento degli organi elettivi; il riordino delle competenze delle Province in vista della loro definitiva soppressione; misure di adeguamento del sistema pensionistico, peraltro già tra i più sostenibili in Europa; la lotta all'illegalità e all'evasione fiscale anche al fine di abbattere le attuali aliquote; la revisione del trattamento fiscale riservato alla ricchezza immobiliare tenendo anche conto che l'esenzione dell'ICI per la prima casa è una peculiarità solo italiana; un piano di dismissioni e di valorizzazione del patrimonio pubblico; una graduale riduzione della pressione fiscale e la modifica della composizione del prelievo finalizzata a favorire la crescita; il coinvolgimento di capitali privati nella realizzazione di infrastrutture; una riforma del mercato del lavoro che, fermi restando i rapporti di lavoro in essere, si prefigga l'obiettivo di fornire tutele soprattutto a chi oggi ne è completamente privo anche attraverso una revisione sistematica degli ammortizzatori sociali e la piena inclusione di donne e giovani nel mondo del lavoro; il rafforzamento dei servizi di cura agli anziani; politiche microeconomiche per la crescita; investimenti per le infrastrutture; la riduzione dei tempi della giustizia civile; l'azione di contrasto a tutte le mafie; una politica estera fondata su vocazione europeista, solidarietà atlantica, perseguimento degli interessi nazionali, sicurezza nazionale ed internazionale.
In sede di replica alla discussione generale, il Presidente Monti ha aggiunto che il Governo seguirà l'attuazione del federalismo fiscale ed ha negato ogni ipotesi di complotto dei poteri forti alla base della nascita del suo Esecutivo.
Le dichiarazioni di voto finali hanno fatto registrare un ampio consenso alla nascita del nuovo Governo. A favore della fiducia si sono espressi il sen. Pistorio (MPA-AS) che ha sottolineato come la sua forza politica abbia sostenuto fin dal primo momento il nuovo Governo di cui apprezza in particolare il richiamo all'equità e alla coesione sociali e territoriali e l'impegno a restituire forza al ruolo dell'Italia in Europa; il sen. Viespoli (CN-Io Sud-FS), convinto della caratura politica del Governo Monti seppure in assenza di una legittimazione di natura elettorale e sostenitore della necessità di affiancare all'impegno di risanamento dell'economia anche una forte spinta in direzione delle necessarie riforme istituzionali; il sen. Belisario (IdV) che ha riconosciuto nel programma le indicazioni fornite dal suo partito in termini di discontinuità con il passato, di natura tecnica della compagine governativa, di equità sociale, di lotta ai privilegi, all'evasione fiscale, all'illegalità e alla corruzione; il sen. Rutelli (Terzo Polo:API-FLI) che ha garantito una fiducia piena, non condizionata e non a termine, nella convinzione che il Governo Monti potrà risolvere l'emergenza economica, finanziaria e sociale, inaugurare una nuova stagione politica di riconciliazione nazionale e ricostituire un rapporto di fiducia e di integrazione con le istituzioni europee; il sen. D'Alia (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI) che ha espresso la fiducia senza se e senza ma della sua parte politica ad un Governo che mostra passione e serietà a garanzia di un percorso di risanamento finanziario, di riforme strutturali e di coesione territoriale che potrà essere percorso se le forze politiche dimostreranno il necessario senso di responsabilità; la sen. Finocchiaro (PD) secondo la quale il difficile compito di rispettare l'impegno che le eterogenee forze parlamentari hanno assunto a sostegno del Governo potrà essere svolto guardando avanti nell'interesse del Paese ed esercitando il massimo della laicità riformista entro i limiti della Costituzione e onorando gli impegni europei; il sen. Gasparri (PdL) che ha ringraziato il Presidente Berlusconi per l'azione di governo svolta, per i risultati conseguiti e per il senso dello Stato dimostrato ed ha chiesto al Governo Monti di effettuare un'operazione verità sullo stato dei conti pubblici italiani e sulla natura globale della crisi in atto. Il PdL appoggia il nuovo Esecutivo per senso di responsabilità e perché consapevole della necessità di una stagione di impegno nazionale, ma si riserva di vigilare sul rispetto dei valori condivisi da milioni di elettori. A favore del Governo si sono dichiarati infine anche il sen. Del Pennino a nome dei Repubblicani e il senatore a vita Colombo.
Unica dichiarazione di voto contrario quella del sen. Bricolo (LNP) che ha evidenziato come la nascita del Governo Monti dimostri come in Europa dettino legge le banche e la grande finanza, mentre l'Italia sarà destinata a non contare nulla e ad obbedire alle decisioni di Germania e Francia. La Lega non è disposta a sostenere un Governo i cui membri rispondono a potenti lobbies e ai maggiori partiti e che anche nella definizione dei Dicasteri ha ripudiato il federalismo, la semplificazione normativa e le riforme a vantaggio di coesione territoriale, cooperazione internazionale e integrazione; ma il Nord non è più disposto a pagare colpe non sue.
(La seduta è terminata alle ore 21:12 )