DISEGNO DI LEGGE
d'iniziativa del senatore DEBENEDETTI
COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 27 LUGLIO 1999
Aumento a 140 Km/h del limite di velocità sulle autostrade e conseguente modifica dell'articolo 142 del decreto legislativo
ONOREVOLI SENATORI. - Periodicamente, al ripetersi di gravi incidenti, in
particolare sulle autostrade, alcuni propongono di ridurre i limiti di
velocità e di rafforzare i controlli per renderne effettiva
l'osservanza. Cosí si pongono due obbiettivi in contrasto tra loro:
abbassare il limite di velocità, infatti, fa aumentare il numero dei
contravventori, e quindi diventa piú difficile impiegare le risorse
comunque limitate di cui si dispone per modificare i comportamenti. Data
questa sproporzione, aumentare le pattuglie ed i rilevamenti produce un
incremento linearmente proporzionale delle contravvenzioni irrogate e delle
somme incassate, ma modifica in modo men che proporzionale il comportamento
medio. Appare quindi logico chiedersi se quella di abbassare i limiti di
velocità sia la strategia giusta per conseguire l'obiettivo che ci si
prefigge, vale a dire quello di ridurre gli incidenti gravi.
Esistono fondati motivi per ritenere che questa strategia sia al
contrario inutile o dannosa. Il presente disegno di legge propone quindi di
aumentare i limiti di velocità consentiti sulle autostrade da 130 a
140 km/h e vengono cosí illustrate le motivazioni per cui é
ragionevole ritenere che tale aumento non solo non produca un maggior numero
di incidenti gravi, ma anzi induca un comportamento di maggiore osservanza
della legge e di piú facile repressione dei comportamenti pericolosi.
É opportuno premettere alcune precisazioni.
1. Bisogna distinguere tra velocità eccessiva e velocità
superiore ai limiti di legge. Una velocità di 130 km/h puó
essere eccessiva in particolari condizioni di strada, atmosferiche, di
visibilità, di traffico, di condizioni psicofisiche del guidatore, di
attività che hanno luogo all'interno della vettura sia da parte del
guidatore che dei passeggeri. Mentre ci sono numerose circostanze in cui
velocità superiori ai limiti non espongono nè il guidatore
nè altri a rischi superiori ad un livello accettabile e quindi non
possono essere considerate eccessive.
2. Bisogna del pari distinguere tra incidenti provocati dalla
velocità ed incidenti in cui la velocità aggrava le
conseguenze. Soprattutto bisogna chiarire la relazione causale tra
velocità e incidenti. L'energia cinetica dissipata in un urto
é proporzionale al quadrato della velocità, ma é
difficile trarre da ció indicazioni normative.
L'uso di un autoveicolo comporta un certo grado di rischio per sè
e per gli altri. Il legislatore, oltre ad assicurare una copertura
assicurativa obbligatoria, deve impiegare le risorse limitate di cui dispone
per:
eliminare le cause maggiori di incidenti gravi;
indurre comportamenti che riducano la gravità degli incidenti.
Riguardo al primo obbiettivo, la velocità in autostrada non
é tra le maggiori cause di incidenti, e la riduzione della
velocità non é il principale mezzo per diminuirne le
conseguenze. Infatti:
il 40 per cento dei decessi avviene per incidenti sulle strade urbane;
i morti per incidenti avvenuti su autostrade sono il 10,9 per cento
del totale;
l'uso delle cinture di sicurezza riduce i casi di lesione o di morte
del 40 per cento, e sembra dunque una misura di rilevanza assolutamente
primaria;
le statistiche ISTAT attribuiscono all'eccesso di velocità il
24,6 per cento del totale degli incidenti mortali. Le statistiche, per ben
il 44,3 per cento degli incidenti, rimandano a "cause non precisate", a
indicare che non c'é grande accuratezza nell'individuare la ragioni
dell'incidente: anche tenuto conto del pregiudizio negativo sulla
velocità, é da pensare che il dato degli incidenti la cui
causa é attribuita a velocità sia sovrastimato, che i casi di
incidenti siano proprio quelli dovuti a velocità eccessiva, e che
quelli dovuti a velocità eccedente il limite di legge, ma non
eccessiva, siano pochi;
stanno fortemente aumentando gli incidenti dovuti a cause soggettive,
in particolare la guida sotto azione di alcool o di droga;
In Germania, dove il limite di 130 km/h é opzionale, i morti
sono 16,8 per milione di veicoli x chilometro, contro i 17,5 in Italia.
Invece l'introduzione sperimentale nella zona di Monaco di Baviera di un
"controllo dinamico della velocità", ossia di avvisatori telematici
che indicano la velocità massima in funzione del traffico, ha fatto
registrare una riduzione del 30 per cento degli incidenti;
pur assai complessa da analizzare, la relazione tra velocità e
incidenti é rappresentata da una curva a U. Provocano cioé
incidenti velocità che si discostano da un valore centrale sia in
piú che in meno. D'altra parte é ovvio che gli incidenti
diminuiscono se tutti i veicoli viaggiano alla stessa velocità e che
non mantenere la distanza di sicurezza é causa di incidenti
indipendentemente dalla velocità.
É ovvio che velocità eccessive sono pericolose, e che
guidare a velocità eccessiva é un comportamento da sanzionare.
É ragionevole che, pur essendo il concetto di velocità
eccessiva altamente variabile in funzione delle condizioni ambientali, sia
conveniente stabilire dei limiti fissi, anche se non necessariamente
uniformi, e non lasciati al giudizio soggettivo. É probabile che una
riduzione globale della velocità effettiva riduca il numero degli
incidenti. Nessuno di questi fatti é in discussione. Ció che
invece é in discussione é se sia logico scegliere come limite
legale il valore di 130 km/h o se non sia invece piú conveniente
elevarlo in misura contenuta.
Bisogna partire da un dato di fatto: la maggioranza dei guidatori sceglie
una velocità che consenta di raggiungere la destinazione nel minor
tempo possibile e che eviti di esporre a pericoli, prendendo in
considerazione le condizioni ambientali, di traffico, di condizioni della
strada e del tempo. La maggior parte dei guidatori guida in modo
responsabile; la guida spericolata é sanzionata da stigma sociale.
É fin troppo facile constatare che il limite dei 130 km/h é
inferiore - in molti casi nettamente inferiore - a quello che la grande
maggioranza degli automobilisti pratica e considera come velocità
corrispondente ad una guida responsabile quando le condizioni lo consentono.
É da qui che bisogna partire, isolando e reprimendo severamente i
comportamenti che si discostano da questa situazione media. Ponendo limiti
di velocità che si avvicinino a questo livello ragionevole e
condiviso, il legislatore favorisce l'adesione alla norma e quindi la
coincidenza tra comportamento e norma, ed ottiene al tempo stesso che il
comportamento deviante sia socialmente stigmatizzato, isolato e quindi
piú facilmente represso dalle forze dell'ordine.
La materia é troppo importante per lasciarla ai pregiudizi
populistici: il limite di velocità deve dunque essere fissato
partendo dai comportamenti della maggioranza dei guidatori. É stato
proposto, e qui si propone, che tale limite sia fatto coincidere con la
velocità dell'85º percentile della distribuzione delle
velocità registrate in condizioni di traffico fluido (in condizioni
di traffico intenso, la velocità si riduce per forza , fino ad
annullarsi in caso di code). In tal modo sicuramente vengono sanzionate le
velocità chiaramente eccessive, e vengono già
significativamente contenute le velocità elevate.
In assenza di dati statistici con base sufficientemente estesa, che
forniscano dati analitici divisi per autostrada, condizioni di traffico,
condizioni meteorologiche e ambientali, corrisponde alla comune esperienza
che il limite attuale di 130 km/h é inferiore a quello fissato in
base al sopraddetto principio, e che quello di 140 km/h qui proposto lo
approssima per difetto con ampio margine di sicurezza.
* * *
Uno studio condotto per conto dell' Office of Safety and Traffic
Operations
della Virginia (FHWA-RD- 92-084) dimostra che fissare limiti diversi da
quelli medi dei guidatori ha un effetto modesto sui loro comportamenti, e ha
scarsa relazione con il numero degli incidenti.
Lo studio intendeva rilevare gli effetti dell'aumento o della diminuzione
dei limiti di velocità sui comportamenti degli automobilisti e sul
numero degli incidenti. Il risultato é che un aumento dei limiti di
32 km/h o una loro riduzione di 24 km/h produce piccole conseguenze sulla
velocità effettiva: la maggioranza degli automobilisti non
guidó a velocità superiori di 8 km/h quando i limiti vennero
aumentati, nè la ridusse di altrettanto quando vennero diminuiti. Lo
studio dimostra che ridurre i limiti di velocità sotto il 50º
percentile non riduce gli incidenti, ma aumenta solo le contravvenzioni e,
analogamente, che aumentare i limiti non aumenta nè la
velocità nè gli incidenti.
Studi precedenti hanno dimostrato che il limite superiore di rischio
accettabile é prossimo alla velocità dell'85º percentile.
I tentativi di imporre limiti diversi hanno effetti modesti o addirittura
negativi sul comportamento dei guidatori e sugli incidenti che si provocano.
Piú in dettaglio lo studio rileva che:
aumentare o diminuire i limiti di velocità ha un effetto
modesto: non solo riduce di poco la velocità se li si abbassa, ma
anche la aumenta di poco se li si alza; in ogni percentile la variazione
é inferiore a 2,4 km/h;
aumentare i limiti di 10 e di 15 km/h ha prodotto una modesta
diminuzione della velocità del 99º percentile;
aumentare le velocità consentita a quella dell'85º
percentile aumenta l'osservanza dei limiti;
abbassare i limiti a quelli del 33º percentile produce una non
osservanza dei limiti del 67 per cento;
gli incidenti in siti sperimentali in cui la velocità é
stata ridotta sono aumentati del 5,4 per cento, con un livello di
probabilità del 44 per cento. C'é la probabilità del 95
per cento che la variazione del numero di incidenti sia compresa tra una
diminuzione dell'11 per cento ed un aumento del 26 per cento;
gli incidenti in siti sperimentali in cui i limiti di velocità
sono stati aumentati sono diminuiti del 6,7 per cento con una
probabilità del 59 per cento. C'é una probabilità del
95 per cento che la variazione del numero di incidenti sia compresa tra una
riduzione del 21 per cento ed un aumento del 10 per cento;
ridurre i limiti di velocità di piú di 8 km/h sotto la
velocità dell'85º percentile non riduce gli incidenti.
* * *
Ció che il legislatore persegue non é la sicurezza
assoluta: il suo obbiettivo deve essere prima la eliminazione di
comportamenti anomali che inducono rischi gravi e non accettabili, e poi la
progressiva riduzione del rischio medio. Perchè i limiti di legge
siano rispettati e le sanzioni siano efficaci, bisogna prendere come dato di
partenza il compromesso tra rischio e beneficio che la collettività
considera socialmente accettabile, non proporsi di modificare in modo
irrealistico i comportamenti di tutti, ma concentrare gli sforzi per
sanzionare quelli di coloro che se ne distanziano.
DISEGNO DI LEGGE |
Art. 1.
1. Al comma 1 dell'articolo 142 del decreto legislativo 30 aprile 1992,
n. 285, le parole: "130 Km/h" sono sostituite dalle seguenti: "140 Km/h".
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Art. 2.
1. La presente legge entra in vigore il trentesimo giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. |