Atto n. 3-00845

Pubblicato il 26 marzo 2014, nella seduta n. 217
Svolto nella seduta n. 252 dell'Assemblea (29/05/2014)

PEZZOPANE , CASSON , D'ADDA , DE PETRIS , DE MONTE , DI GIORGI , GIACOBBE , GRANAIOLA , LUCHERINI , MASTRANGELI , PAGLIARI , SCALIA , SOLLO - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -

Premesso che:

nel 2007 a Bussi sul Tirno (Pescara), dove ha sede da anni lo stabilimento chimico della Montecatini Edison, furono messi i sigilli alla discarica Tre Monti, considerata la discarica di veleni più grande d'Europa, su cui si sono riaccesi i riflettori della stampa nazionale. Su una superficie di circa 30 ettari, sono state "intombate" quasi 250.000 tonnellate di rifiuti tossici e scarti industriali della produzione di cloro, soda, varechina, formaldeide, perclorati e cloruro di ammonio a poca distanza dalla confluenza dei fiumi Tirino e Pescara. Una bomba ecologica al confine tra il parco del Gran Sasso e quello della Maiella;

oltre alla discarica Tre Monti, nel polo industriale se ne trovano altre due, di minore estensione e criticità. Originariamente furono autorizzate per lo stoccaggio degli scarti di produzione, ma poi anch'esse sono state sequestrate dalla magistratura e recentemente risequestrate a causa di una malagestione. Un deposito di veleni, insomma, che continua a inquinare la terra e il sottosuolo;

l'inchiesta condotta dalla Procura di Pescara subito dopo il sequestro si è conclusa nell'aprile 2013 con il rinvio a giudizio di 19 responsabili dell'ex colosso, che devono rispondere di disastro doloso e avvelenamento delle acque, mentre sono finiti sul registro degli indagati anche alcuni dirigenti della società francese Solvay che nel 2002 aveva acquistato il polo chimico dall'Ausimont (gruppo Montedison);

la vicenda della discarica di Bussi è stata oggetto di numerose iniziative parlamentari nella XVI Legislatura, tra cui l'interrogazione 3-01118 a firma dei senatori Casson, Legnini, Della Seta, Ferrante e Vita, presentata il 20 gennaio 2010, a cui non è mai stata data risposta;

considerato che:

una prima stima dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale per il Ministero della salute ha valutato un danno ambientale di 8,5 miliardi di euro e un costo di 500-600 milioni per la bonifica della discarica;

l'inquinamento delle aree industriali sta producendo effetti devastanti lungo tutto il corso del fiume Pescara e le popolazioni residenti sono sottoposte agli inquinanti presenti nelle acque;

il Comune di Bussi rientra tra quelli inseriti nel cratere sismico dell'aprile 2009 e per questo, con decreto-legge n. 225 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 10 del 2011, sono stati stanziati 50 milioni di euro, stornandoli dai fondi per il terremoto, per la bonifica e la reindustrializzazione dello stabilimento, che oggi è fermo;

attualmente la bonifica del terreno e l'arrivo dei finanziamenti citati sono ad un punto morto. I rifiuti restano depositati nella valle, coperti da un telone, e i lavori di bonifica non accennano ad iniziare,

si chiede di sapere:

a che punto sia la caratterizzazione dell'inquinamento dei siti di Bussi;

se il Ministro in indirizzo intenda provvedere alla bonifica dei siti inquinati e dei territori circostanti, con quali tempi, con quali mezzi e soprattutto con quali e quante risorse;

come siano stati utilizzati i 50 milioni di euro stanziati per avviare la bonifica delle discariche.