Pubblicato il 9 gennaio 2014, nella seduta n. 163
DI GIORGI , FEDELI , PETRAGLIA , BENCINI , MARCUCCI - Ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali. -
Premesso che:
la Seves è una società leader mondiale nei settori degli isolatori in porcellana, in vetro e nel glassblock. La Seves nasce dall'integrazione tra diversi gruppi industriali operanti nei settori dell'isolamento elettrico e del vetromattone: Vetroarredo (Firenze, mattoni in vetro), Sediver (Francia, isolatori in vetro), PPC insuletors (Austria, isolatori in porcellana), Isoladores Santana (Brasile, isolatori in porcellana). Gli stabilimenti per il glassblock sono 2, uno sito in Firenze che si occupa dell'alta gamma e uno nella Repubblica ceca che si occupa della gamma base;
il 2 dicembre 2008, durante un incontro presso la sede di Confindustria di Firenze, i vertici dell'azienda dichiararono che, a causa della contrazione degli ordinativi di mattoni in vetro registratosi a livello mondiale nella seconda metà del 2008, sarebbe stato necessario avviare una procedura di cassa integrazione straordinaria nei confronti di 110 lavoratori e una procedura di mobilità per altri 20 lavoratori;
in data 7 gennaio 2009, dopo un lunga serie di incontri tra i vertici dell'azienda e diversi assessori del Comune e della Provincia di Firenze, venne sottoscritto tra le parti un accordo in cui si prevedeva il ritiro da parte dell'azienda della procedura di cassa integrazione straordinaria ed il ricorso a 13 settimane più altre 13 settimane di cassa integrazione ordinaria a rotazione per 110 lavoratori a decorrere dal 2 febbraio 2009. Nello stesso accordo vennero previsti anche la corresponsione dell'anticipo del trattamento, la maturazione del rateo di tredicesima mensilità e lo svolgimento di incontri mensili finalizzati all'esame della situazione produttiva e commerciale e dei profili professionali coinvolti nella rotazione per la cassa integrazione ordinaria;
in seguito l'azienda presentò un documento programmatico per il biennio 2009-2010 contenente le iniziative intraprese per il rilancio dell'azienda stessa, nonché gli investimenti previsti per l'attivazione del nuovo forno. Tale documento programmatico venne contestato dai lavoratori, in quanto carente di ogni indicazione in ordine ai tempi previsti sia per la realizzazione del forno sia per la ripresa dell'attività dell'azienda;
il 15 giugno 2009, al tavolo istituzionale (che ad oggi è ancora attivo), a cui presero parte anche i rappresentanti del Comune e della Provincia di Firenze, è stato sottoscritto un nuovo accordo tra la rappresentanza sindacale unitaria, Filcem-Cgil, Femca-Cisl e l'azienda, in cui quest'ultima si è impegnata a fornire un'informativa mensile sullo smaltimento dei pezzi presenti in magazzino. Nell'ambito dello stesso accordo fu fissata in 4,8 milioni e 2,8 milioni di pezzi in magazzino la giacenza necessaria per procedere rispettivamente alla realizzazione del forno e alla ripresa dell'attività produttiva;
considerato che:
dopo l'inizio della crisi fu sottoscritto un accordo sulla ristrutturazione e sulla riduzione concordata del personale nel 2010, passando da circa 200 lavoratori prima della ristrutturazione a 96. Vennero anche rifatti il forno e una linea con il proposito di rilanciare i mattoni in vetro disegnato, ma a dicembre 2012 la produzione risultava essere ancora ferma;
gli operai Seves saranno in cassa integrazione fino all'8 giugno 2014. L'azienda, che ormai dipende per via dell'indebitamento dalle banche per 250 milioni di euro (Unicredit, gruppo Banca Intesa, Bnp Paribas), ha chiuso il forno e spostato tutta la produzione del vetro mattone nello stabilimento di Duchcov sito in Repubblica ceca;
la situazione debitoria ha imposto la vendita immediata del gruppo, perché, già nel bilancio 2012 mai approvato, il patrimonio risulterebbe in negativo. L'unico soggetto con cui gli azionisti e le banche hanno accettato di negoziare è il fondo tedesco Triton con sede nell'isola di Guernsey (nel canale della Manica) e con uffici a Francoforte, Londra e Stoccolma. Il fondo Triton ha rilevato Seves, con l'accordo che è stato reso noto ufficialmente il 28 dicembre 2013 e che si configura come un'operazione di ristrutturazione del debito che consolida il gruppo imprenditoriale dal punto di vista finanziario;
nel comunicato ufficiale di Seves, in cui si illustrano i termini dell'accordo con Triton e le linee guida del futuro piano imprenditoriale di rilancio del gruppo, con le prospettive di sviluppo strategico e operativo del business, si evidenziano dubbi sulla sostenibilità economica del sito fiorentino;
rilevato che:
lo stabilimento sito in Repubblica ceca non produce l'alta gamma, ma un facsimile non abbinabile ai prodotti pregiati fiorentini, utilizzati dalle archistar in tutto il mondo. A titolo esemplificativo si ricorda che Renzo Piano ha realizzato la Maison Hermes a Tokyo con i mattoni Seves;
da alcuni articoli di stampa si evince come vi sia stato un primo contatto e sia stata successivamente presentata un'offerta, con la previsione di un piano industriale, da parte di un fondo italiano, legato al fondo statunitense Cerberus, interessato a rilevare lo stabilimento Seves di Firenze per rilanciare la produzione di alta gamma, ma alla stessa non sia stato dato seguito da parte del management aziendale, che avrebbe privilegiato i rapporti con il fondo Triton,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti rappresentati e quali siano le loro valutazioni in merito;
se non ritengano opportuno intervenire con la massima urgenza presso i vertici della Seves al fine di conoscere l'effettiva esistenza, nonché i contenuti, di ulteriori proposte di acquisto, oltre a quella finalizzata da Triton, relativa allo stabilimento produttivo di Firenze;
quali iniziative intendano adottare per garantire e salvaguardare gli attuali livelli occupazionali del sito Seves di Firenze anche al fine di conservare e rilanciare un prodotto di altissima qualità della manifattura fiorentina, nonché al fine di evitare un'ulteriore contrazione del tessuto imprenditoriale e produttivo del territorio interessato.