Atto n. 4-00713

Pubblicato il 6 agosto 2013, nella seduta n. 89
Risposta pubblicata

PADUA , ORRU' , DI GIORGI , MIRABELLI , ROMANO , CARDINALI , DE BIASI , MATURANI , SILVESTRO , MATTESINI , ALBANO , MANASSERO , LUMIA , CIRINNA' , GRANAIOLA , FILIPPIN - Ai Ministri degli affari esteri, delle politiche agricole, alimentari e forestali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -

Premesso che:

in data 1° agosto 2013, 2 motobarche di pescatori, la "Principessa I" della marineria di Licata (Agrigento) e "La Madonnina" di Scoglitti (frazione di Vittoria, Ragusa), sono state sequestrate dalle autorità Maltesi;

secondo la Polizia maltese le imbarcazioni si trovavano in acque di loro competenza. Le imbarcazioni erano partite per una battuta di pesca nella notte;

le imbarcazioni sono state trainate verso il porto di Malta, e lì sono stati tratti in arresto i due comandanti dei pescherecci siciliani;

a quanto si apprende da notizie di stampa, gli uomini dell'equipaggio sarebbero stati scortati ed intimiditi con i mitra puntati. Fino a tarda serata si sarebbero, poi, svolti gli interrogatori e subito dopo sarebbe stato confermato l'arresto dei pescatori che sembrerebbe siano stati rinchiusi in carcere in situazioni igieniche precarie, processati e condannati a tempo di record;

durante gli interrogatori i 2 comandanti hanno insistito nel dichiararsi assolutamente incolpevoli e che si trovavano in acque internazionali;

dalla Farnesina, secondo fonti istituzionali locali, sarebbe giunto l'impegno a far recapitare al più presto a Malta le carte nautiche dalle quali si evincerebbe la posizione esatta dei due pescherecci, che confermerebbe la tesi dei marinai;

l'assessore alla legalità del Comune di Vittoria ha dichiarato, non appena avvertito dalle autorità portuali del sequestro, che "la ragione del provvedimento non è ancora del tutto chiara ed è in corso di esame la circostanza se l'imbarcazione avesse o meno superato il limite delle acque territoriali". Dell'accaduto sono state immediatamente avvisate le autorità regionali. Inoltre, sono state informate le autorità di polizia italiane, ed in particolare le Capitanerie di porto;

il giorno 2 agosto le autorità locali si sono recate a Malta dove hanno assistito ad un secondo interrogatorio dei marinai;

per consentire agli equipaggi di lasciare l'isola, le autorità maltesi hanno preteso un pagamento di 20.000 da ciascun peschereccio;

come è stato denunciato da più parti, eventi simili non dovrebbero più accadere, in particolar modo nell'ambito di una Comunità quale quella europea, dove norme e regole dovrebbero essere uguali per tutti;

anche laddove venga accertato effettivamente lo sconfinamento dei due pescherecci siciliani, tuttavia la pena comminata all'equipaggio per poter lasciare l'isola, seppur costituisca quella minima edittale, rappresenta l'equivalente di un anno di lavoro di intere famiglie, oltre tutto in un momento di grave crisi quale quello attuale,

le federazioni di pescatori siciliani hanno da sempre portato avanti una battaglia contro il bracconaggio marino, lottando per il rispetto delle regole e della legalità, che garantiscano sia il lavoro dei pescatori sia la risorsa mare e, tuttavia, non si possono più tollerare i metodi usati nel recente passato dai militari maltesi con abbordaggi a mitra spianati, nonché con detenzioni illegittime ed in condizioni umane ed igieniche precarie;

in attesa di ulteriori sviluppi della questione, è ormai improrogabile per il futuro che le autorità italiane e quelle maltesi approfondiscano gli accordi bilaterali esistenti in materia, in quanto, come rappresentato in più occasioni da imprenditori della marineria siciliana, gli stessi sarebbero sbilanciati a favore dei pescatori maltesi,

si chiede di sapere:

se il Ministro degli affari esteri sia al corrente di tale trattamento, che ha violato i più elementari diritti umani;

se non ritenga di chiedere alle autorità maltesi per quale motivo sia stato riservato ai pescatori siciliani tale trattamento;

quali misure urgenti e strutturali intenda adottare per giungere velocemente all'adozione di misure che impediscano il ripetersi di episodi del genere in futuro;

se non sia il caso di chiarire anche in un'ottica di rapporti bilaterali quale sia l'impegno del Governo;

più in generale, quale sia il futuro della pesca siciliana nel Mediterraneo dato che troppo spesso ci si ritrova alle prese con episodi che mettono a repentaglio il lavoro e la sicurezza dei lavoratori del mare.