Atto n. 2-00046

Pubblicato il 2 luglio 2013, nella seduta n. 55

ROMANO , DALLA ZUANNA , SUSTA , OLIVERO , GIANNINI , DE POLI , DI BIAGIO , D'ONGHIA , ICHINO , MARINO Luigi , MERLONI , ROSSI Maurizio , AIELLO , COLLINA , COMPAGNONE , CUOMO , D'AMBROSIO LETTIERI , DI GIORGI , DIRINDIN , FABBRI , FATTORINI , FRAVEZZI , GENTILE , LANIECE , LEPRI , LIUZZI , PADUA , ROMANI Maurizio , SAGGESE , SANTINI , VOLPI - Al Presidente del Consiglio dei ministri. -

Premesso che:

l'art. 29 della Costituzione recita: "La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio";

l'art. 31 della Costituzione recita: "La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo";

la famiglia è protagonista fondante della società e nucleo fondamentale per la coesione sociale e la tutela dei più deboli;

le politiche familiari sono considerate unanimemente di fondamentale importanza per il rilancio del Paese, anche in considerazione del fatto che la famiglia rappresenta un vero e proprio ammortizzatore sociale in questa crisi;

le famiglie, sebbene con grandi difficoltà, cercano di contrastare la crisi economica per proteggere giovani senza lavoro, per assistere e curare anziani fragili e persone con gravi disabilità;

nel corso della XVI Legislatura, il Governo aveva approvato un "piano nazionale per la famiglia", con positive indicazioni strategiche circa le modalità con cui sostenere e promuovere la famiglia nel welfare, nel lavoro, nella scuola, nell'integrazione interculturale;

a oggi non vi è riscontro dell'attuazione del piano nazionale per la famiglia e il Governo in carica non ha attribuito una delega specifica per la famiglia che possa dare continuità e piena attuazione al dettato costituzionale;

l'associazionismo familiare, composto da 3 milioni di cittadini, rileva il perdurante ritardo nell'assegnazione della delega e quindi la mancanza di un riferimento nel Governo,

si chiede di sapere se il Presidente del Consiglio dei ministri ritenga di assegnare nell'ambito del Governo, in considerazione della necessità e urgenza descritte, delega specifica finalizzata prioritariamente ad attuare il "piano nazionale della famiglia", definendo tempi e risorse certe per la realizzazione.