Atto n. 4-06579

Pubblicato il 17 gennaio 2012
Seduta n. 657

FERRANTE , DELLA SETA - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dell'interno. -

Premesso che:

in via di Settebagni (Roma), al civico 531, si trova un doppio casale antico, circondato da tre ettari di terreno e confinante con la tenuta di Redicicoli, nel cuore della riserva naturale della Marcigliana. Al catasto è segnato come foglio 136, particelle 2-6. Si tratta di un lembo di agro romano sopravvissuto all'assalto del cemento. È di proprietà del Comune di Roma, che lo ha ottenuto nel 2000, come compensazione, dalla società Porta di Roma;

a quanto risulta agli interroganti, il 24 maggio 2011, il vice capo di Gabinetto del Sindaco di Roma, Antonio Lucarelli, ha posto la sua firma su un verbale con cui si disponeva la consegna del bene a un rappresentante del Dipartimento patrimonio e casa del Comune, e contestualmente l'affidamento dello stesso in uso al legale rappresentante della cooperativa "Isola delle tartarughe onlus", signor Paolo Sebastianelli;

tale verbale, con successiva consegna delle chiavi, sarebbe stato firmato e protocollato in virtù di un precedente atto amministrativo con cui il Comune di Roma avrebbe ratificato la decisione di affidare alla cooperativa due fabbricati e l'area circostante per circa 30.000 metri quadri. Il rimando è all'ordinanza sindacale n. 2 del 23 maggio 2011, prot. 23569. Essendo un'ordinanza emanata dall'Assessore al patrimonio, e non dal Gabinetto del Sindaco, essa non compare nel registro degli atti del Comune. Inoltre non vi è traccia nemmeno del progetto di utilizzazione dell'area che l'Isola delle tartarughe avrebbe dovuto predisporre;

inoltre, è importante evidenziare che la cooperativa "Isola delle tartarughe onlus" a quanto consta agli interroganti è chiaramente riconducibile a Casapound: Sebastianelli è uno stretto collaboratore del leader di Casapound Gianluca Iannone, e del resto il codice per donare il 5 per mille alla cooperativa è ben visibile sul sito on line di Casapound;

questa opaca e poco trasparente vicenda è stata denunciata nei giorni scorsi da vari quotidiani tra cui "l'Unità" e "la Repubblica". Una vicenda inquietante anche per i consiglieri comunali del Partito democratico di Roma, che hanno annunciato che porteranno tutta la questione all'attenzione della Commissione trasparenza del Comune;

è del tutto evidente che la Giunta del Sindaco di Roma Alemanno non può pensare di amministrare il patrimonio capitolino come se fosse una sua proprietà privata. Non solo Alemanno tarda nel restituire alla collettività i beni confiscati alla mafia, come già denunciato dall'associazione "Libera" (sul fatto gli interroganti hanno presentato l'atto di sindacato ispettivo 4-06121) ma l'attuale amministrazione ha finora sistematicamente ignorato le richieste di assegnazione provenienti da realtà associative indiscutibilmente ben più meritorie di quella in oggetto,

si chiede di conoscere:

se ai Ministri in indirizzo risulti che nella richiamata vicenda siano stati rispettati i principi costituzionali di tutela dei beni architettonici, della trasparenza, dell'imparzialità e della legittimità nell'azione della pubblica amministrazione, e se, con particolare riferimento all'ordinanza del Sindaco n. 2 del 23 maggio 2011, siano state espressamente violate le prerogative istituzionali spettanti al Comune di Roma;

se risulti che l'amministrazione comunale di Roma, con l'adozione di questi atti amministrativi, abbia seguito tutte le procedure che impongono un corretto utilizzo dei beni e del denaro pubblico;

se non intendano verificare il rispetto delle norme afferenti alla tutela dei beni d'interesse paesaggistico e storico.