Atto n. 4-01139

Pubblicato il 20 dicembre 2001
Seduta n. 97

BATTAGLIA GIOVANNI. - Al Ministro dell'interno. -

Premesso che:

            il Comune di Ragusa ha deciso di realizzare una statua in memoria di Filippo Pennavaria e di collocarla in piazza Libertà, la più importante della città;

            l’opera realizzata in bronzo da uno scultore locale è alta 7 metri ed avrà un costo di 250 milioni di lire, per metà sostenuto dal Comune e per metà dalla Provincia regionale di Ragusa;

            il personaggio al quale è dedicata l’opera fu un gerarca fascista, macchiatosi di gravi responsabilità in relazione a numerosi episodi di violenza avvenuti in buona parte della provincia di Siracusa durante la nascita e l’affermazione del Pnf e del regime che ne fu instaurato, tra i quali l’eccidio in cui il 9 aprile 1921 furono assassinati quattro contadini e ferite sessanta persone colpevoli solo di sostare pacificamente dinanzi alla sede della Camera del lavoro di Ragusa insieme al deputato socialista Vacirca;

            Pennavaria risultò coinvolto in altre sanguinose azioni criminali come gli incendi che devastarono le leghe rosse la sera del 4 settembre 1922, o gli atti di guerriglia contro operai e braccianti che si opponevano all’uso della violenza a fini politici, o le tante incursioni squadristiche che seminarono il terrore per stroncare il dissenso e convincere con la forza che conveniva a tutti piegarsi al regime;

            fonti storiche attendibili («Tre anni di battaglie fasciste, novembre 1919 – dicembre 1922», Giurato-Battaglia) rivelano che Pennavaria il 24 novembre 1919 fondò l’Associazione nazionale combattenti la quale, forte di un migliaio di tesserati ex combattenti disoccupati e di esaltati giovani fascisti, divenne un centro di forza pronto all’azione, per mettere in pratica l’ordine di Mussolini di «imporre le idee fasciste nei cervelli dei refrattari toccando i crani a suon di manganellate», lo definiscono l’apostolo violento del credo fascista in tutta la provincia di Siracusa in quegli anni e gli riconoscono i «meriti» acquisiti sul campo che gli valsero il titolo di «seniore della milizia» e fiduciario del Pnf per la Sicilia orientale;

            Pennavaria, eletto deputato del Pnf il 6 aprile 1924, a conclusione di un’inchiesta parlamentare fu riconosciuto responsabile di tali atti di violenza e costretto a dimettersi;

            contro la sconcertante decisione del Comune di Ragusa di dedicare una statua al gerarca fascista sono intervenute forze politiche, organizzazioni sociali, movimenti per i diritti civili, associazioni culturali, varie personalità del mondo democratico;

            i comuni di Vittoria, Modica e Comiso – i maggiori della provincia dopo il capoluogo – hanno formalmente diffidato l’Amministrazione provinciale dal riprodurre sul basamento della scultura i loro stemmi, previsti, così come quelli di tutti gli altri comuni della provincia, nel progetto dell’opera, e altri comuni si accingono a fare altrettanto;

            il Comune e la Provincia di Ragusa adducono a sostegno della loro iniziativa i presunti meriti che Pennavaria avrebbe avuto nell’impulso alle opere pubbliche nella città di Ragusa e nell’erezione, nel 1926, della provincia di Ragusa;

            l’impegno che Pennavaria avrebbe profuso nella realizzazione di opere pubbliche rientra nelle attività ordinarie di un politico e nelle competenze di un uomo di governo quale Pennavaria fu come sottosegretario nel ministero-Mussolini; peraltro, tale impegno, se mai fosse stato meritevole di essere sottolineato, è stato sancito dall’intitolazione a Pennavaria di un ponte della città;

            anche l’attività che Pennavaria avrebbe svolto per favorire l’erezione della provincia di Ragusa è da considerarsi normale – tant’è che non risulta vi siano personaggi beneficiati da tanto onore per motivazioni analoghe – e comunque non suscettibile di riconoscimenti tout court, anche in considerazione del fatto che la scelta del capoluogo di provincia di cui a Pennavaria viene attribuito il merito fu oggetto di polemiche e ritenuto da alcuni una forzatura in quanto altri comuni potevano in quel tempo vantare più titoli;

            nonostante le critiche e l’ampio dissenso, il sindaco di Ragusa nei giorni scorsi ha dichiarato alla stampa che intende andare avanti e che la statua sarà collocata nello spazio previsto;

            sulla collocazione della statua ha espresso parere contrario anche la Soprintendenza per ragioni inerenti all’impatto negativo dell’intervento sulla tipologia architettonica della piazza;

            negli ultimi giorni è cresciuta la mobilitazione dei cittadini e di alcuni comitati che hanno promosso anche raccolte di firme contro la collocazione della statua;

            quasi contemporaneamente alla collocazione della statua il sindaco di Ragusa ha annunciato la riapertura nella stessa piazza del sacrario fascista dedicato ai soldati caduti nelle guerre d’Africa e murato nel 1943 dopo il crollo del regime,

        si chiede di sapere:

            se non si ritenga che l’iniziativa del Comune e della Provincia di Ragusa sia del tutto sbagliata e inopportuna in quanto i presunti meriti di Pennavaria agli occhi della città di Ragusa non possono giustificare un’onorificenza di queste dimensioni, mentre di Pennavaria sono accertati e riconosciuti non solo la militanza fascista, ma anche il ruolo avuto nell’uso della violenza a scopo politico ed elettorale negli anni dell’avanzata del Pnf;

            se non si ritenga altresì che la statua dedicata a Pennavaria concreti un caso vero e proprio di apologia del fascismo vietato dalla legge penale vigente;

            se non si ritenga comunque di intervenire con la massima urgenza per impedire un atto che, se compiuto, potrebbe generare gravi rischi per l’ordine pubblico in quanto è molto avvertita e diffusa l’avversione per un’iniziativa che lede la dignità delle istituzioni repubblicane nate dalla Resistenza e mortifica i sentimenti democratici dei cittadini di Ragusa e dell’intera provincia, nonché la memoria di quanti sono caduti per sconfiggere il nazifascismo e donarci il valore della libertà.