Pubblicato il 21 luglio 2010, nella seduta n. 408
SERAFINI Anna Maria , AMATI - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. -
Premesso che:
la drastica riduzione dei trasferimenti di risorse che l'attuale Governo ha operato nei confronti delle istituzioni scolastiche ha provocato nelle scuole italiane una grave e preoccupante crisi finanziaria;
la mancata assegnazione delle suddette risorse sta di fatto ostacolando il normale funzionamento didattico ed amministrativo delle istituzioni scolastiche, creando una situazione di grave disagio che colpisce lo svolgimento delle funzioni essenziali della scuola, la qualità dei servizi offerti e mette a rischio la fruizione dello stesso diritto all'istruzione, sancito dalla Costituzione;
il credito vantato dalle istituzioni scolastiche nei confronti del Ministero ammonta a circa un miliardo di euro; tale cifra corrisponde alle spese obbligatorie poste a carico dello Stato che in questi anni le scuole sono state costrette ad anticipare per assicurare il corretto svolgimento delle attività didattiche, facendo ricorso alla disponibilità di cassa;
la legge di bilancio per il 2010 ha ridotto in modo consistente gli stanziamenti dei capitoli destinati alle "competenze" dovute al personale delle istituzioni scolastiche, con esclusione delle spese per gli stipendi del personale a tempo indeterminato e determinato (supplenze brevi) e al funzionamento delle scuole. Tali capitoli sono stati decurtati per un ammontare complessivo di 226.838.243 euro, di cui 97.988.043 euro per il funzionamento e 128.850.200 euro per il personale, riportandoli ai livelli già gravemente inadeguati stabiliti dalla legge di previsione del bilancio 2009;
la situazione finanziaria degli istituti scolastici, già di per sé pericolosamente precaria, è stata ulteriormente aggravata dalle disposizioni contenute nella nota ministeriale 14 dicembre 2009 (prot. 9537) con cui sono state introdotte numerose modiche alle modalità di finanziamento delle istituzioni scolastiche comunicando, inoltre, alle stesse le risorse finanziarie su cui possono fare affidamento nel redigere il bilancio 2010;
benché il regolamento di contabilità non lo preveda, nella stessa nota si dispone, inoltre, che per coprire possibili "deficienze di competenza" la scuola utilizzi i finanziamenti non vincolati, nei quali confluiscono tra gli altri anche i contributi "volontari" delle famiglie, nonché quelli provenienti dagli enti locali e dai privati;
a decorrere dal 2010, i finanziamenti per le supplenze temporanee vengono assegnati soltanto dopo verifica dei flussi gestionali e dopo che l'impegno sia stato riconosciuto equo;
inoltre, dal 2006 non vengono ripianati i residui attivi che le scuole vantano per supplenze temporanee, esami di maturità, ritenute previdenziali e assistenziali su MOF (Miglioramento Offerta Formativa) mentre, per l'anno 2009, le ore eccedenti effettuate dai docenti sono state finanziate solo in misura molto ridotta;
considerato che:
la situazione risulta particolarmente critica per quegli istituti che, anche su sollecitazione degli Uffici scolastici regionali, hanno impegnato risorse di cassa per pagare disavanzi che da più di quattro anni non vengono ripianati;
nonostante i singoli istituti e le rappresentanze sindacali si siano più volte attivati per rappresentare al Ministro la drammatica situazione finanziaria in cui versano le istituzioni scolastiche, soltanto nel mese scorso sono state erogate risorse in misura sufficiente a ripianare esclusivamente i residui passivi, accesi per le supplenze temporanee, e non anche quelli attivi, in tal modo penalizzando gli istituti che, impegnando risorse da destinarsi ad altri fini, si erano premurati di non lasciare i supplenti privi di stipendio;
contrastare le scelte in atto per ottenere le modifiche necessarie alla piena funzionalità delle scuole e all'efficacia dei servizi di educazione, istruzione e formazione,
si chiede di sapere:
se, alla luce di quanto esposto, il Governo non ritenga necessario provvedere con la massima urgenza a soddisfare il credito vantato dalle scuole nei confronti dello Stato, al fine di consentire alle stesse il pieno svolgimento delle funzioni a cui sono preposte e garantire l'avvio del prossimo anno scolastico;
inoltre, se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno modificare quanto disposto nella nota ministeriale richiamata in premessa in considerazione dei numerosi profili di illegittimità, sia in quanto contrastanti con leggi ordinarie vigenti sia con molteplici principi costituzionali.