Atto n. 4-02811

Pubblicato il 4 ottobre 2007
Seduta n. 229

SARO , COLLINO , CARRARA - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

il Consiglio superiore della Banca d’Italia ha approvato recentemente la riorganizzazione dell’istituto che prevede, tra l’altro, la chiusura di 33 sedi su 97 e la rimodulazione, ossia lo snellimento, di altre 37 sedi;

circa 1.000 di dipendenti saranno messi in mobilità, e partirà presto il confronto per il ricollocamento e per eventuali uscite incentivate;

a quanto risulta, gli effetti della riorganizzazione per il Friuli-Venezia Giulia saranno molto importanti. Tre sedi su quattro, Pordenone, Gorizia e Udine, chiuderanno. A Udine rimarrà un ufficio distaccato della sede di Trieste, che verrà rafforzata, con compiti esclusivamente di vigilanza sul sistema bancario e finanziario;

la sede di Udine, in particolare, è stata finora il punto di riferimento fondamentale per l’intera regione, per la sua "baricentricità";

le filiali di Udine, Pordenone e Gorizia contano rispettivamente 34, 19 e 18 dipendenti. A Udine verrà assorbita una minima parte degli attuali dipendenti per l’attività di vigilanza;

risulta che in Italia molte filiali con operatività molto inferiore a quella di Udine continueranno ad operare, come ad esempio Aosta, Sondrio, Ragusa, La Spezia, Grosseto, Siracusa, Caltanissetta, Agrigento, Trapani e Campobasso;

considerato che:

il Consiglio superiore della Banca d’Italia avrebbe accolto le richieste della Regione Siciliana e della Provincia autonoma di Trento e Bolzano di lasciare inalterate le attuali sedi dell’istituto in quei territori;

vi sono state iniziative della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia presso il Ministero dell’economia e delle finanze a difesa dell’attuale presenza sul territorio regionale della Banca d’Italia analoghe a quelle presenti in Sicilia e delle Province autonome di Trento e Bolzano che hanno consentito la difesa dello status quo dell’istituto nei territori di loro competenza,

si chiede di conoscere quali eventuali azioni, in caso di chiusura di alcune filiali del Friuli-Venezia Giulia, verranno assunte dalla Banca d’Italia per garantire gli attuali livelli occupazionali.