Pubblicato il 28 maggio 2019, nella seduta n. 114
CASTIELLO - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute. -
Premesso che:
il dirigente veterinario della ASL Salerno, appartenente al servizio sicurezza dell'igiene alimenti d'origine animale (SISAO), in servizio preso la sede di Sant'Arsenio nonché veterinario ufficiale del macello pubblico comunale di Monte San Giacomo, all'esame ispettivo post mortem di un bovino, proveniente da un allevamento sito nel comune di Teggiano (Salerno), ha rilevato delle lesioni anatomo-patologiche al polmone dell'animale di sospetta natura neoplastica, procedendo quindi al prelievo di un campione per un esame chimico per la ricerca di diossine, diossino-simili e PCB, quali sostanze cancerogene;
il dirigente veterinario per un commento al referto di analisi effettuate dall'istituto zooprofilattico sperimentale di Teramo ha escusso uno specialista dell'istituto nazionale dei tumori "Pascale" di Napoli, il quale ha rappresentato che il rapporto di prova ha evidenziato che "si riscontrano livelli significativamente elevati dei seguenti congeneri di policlorobifenili: pcb 118, pcb 126, pcb 105, pcb 156 in linea con il 'profilo Caffaro' riscontrato nei casi di sversamenti di policlorobifenili da smaltimento illecito di rifiuti";
la ditta Caffaro è stata produttrice della miscela di PCB (tra cui principalmente PCB 118 e 126) commercialmente nota come "apirolio", miscela di vari policlorobifenili in maggioranza costituiti dal PCB 118 (2,3', 4,4', 5 pentaclorobifenile) e da una quota modesta di PCB 126 (3,3', 4,4', 5 pentaclorobifenile, considerato sino al 2013 di maggiore tossicità, specie epatica);
la notevole tossicità epatica della miscela di PCB prodotti dalla ditta Caffaro era ben nota alla ditta licenziataria del brevetto di produzione (Monsanto) che, a tutela della salute dei dipendenti, emanava specifiche linee guida per i lavoratori e per gli interventi anche dei Vigili del fuoco (16 settembre 1977) "Apirolio può arrecare gravi danni al fegato qualora venga assorbito sia attraverso le vie respiratorie sia attraverso la pelle";
considerato che:
come dimostrato in vari processi per disastro ambientale che hanno coinvolto il territorio del comune di Acerra (Napoli), una notevole quota di PCB provenienti dalla ditta Caffaro (diverse migliaia di tonnellate) è stata acquistata da ditte campane appartenenti a clan camorristici al massimo ribasso e successivamente sversati o "spalmati" illegalmente come ammendanti agricoli nei terreni anche agricoli ad Acerra;
degli oltre 2.019 congeneri di PCB conosciuti, una dozzina crica sono quelli dotati di significativa tossicità sino a cancerogenicità certa e tra questi proprio i PCB 118 e 126 contenuti nella miscela "apirolio" prodotta dalla Caffaro, venduti all'Enel, rivenduti per smaltimento al massimo ribasso alla ditta del camorrista pentito Gaetano Vassallo e certificati sversati nelle terre di Acerra (processo "Carosello");
nel 2012 ISPRA nel volume "Diossine, furani e policlorobifenili - indagine ambientale nella Regione Campania" (quaderni 1/2012, pag. 112) attesta che "le concentrazioni maggiori di pcb sono state riscontrate nei campioni prelevati nel bacino idrografico dei regi Lagni. Anche per le acque, gli epta e gli octo clorurati sono i congeneri più diffusi tra i PCDD/PCDF. Il Pcb con valori medi totali maggiori è il pcb 118, e in subordine il pcb 156 ed il pcb 105: la somma dei tre composti rappresenta circa l'80% del totale dei pcb rilevati. Il pcb 126, che contribuisce in maniera rilevante alla tossicità totale, è presente in concentrazioni inferiori allo 0,2%";
dal 2013 ("Lancet oncology" e IARC) anche il PCB 118 viene dichiarato cancerogeno certo e specificatamente in grado di provocare cancro al fegato anche in assenza di cofattori virali come virus epatici B e C;
tenuto conto che le conclusioni cui è pervenuto lo specialista dell'istituto "Pascale" sono le seguenti: le analisi mostrano la presenza di concentrazioni significative di policlorobifenili appartenenti al "profilo Caffaro" (PCB 118, 126, 105, 156) che ha costituito specifico profilo di sversamento di rifiuti tossici in Campania in grado di entrare nelle matrici biologiche del nostro patrimonio zootecnico e agroalimentare,
si chiede di conoscere quali interventi i Ministri in indirizzo intendano adottare nel territorio del Vallo di Diano interessato dalla vicenda, al fine di apprestare adeguate tutele al diritto alla salute che l'art. 32 della Costituzione garantisce come diritto fondamentale della persona e interesse primario della collettività.