Pubblicato il 28 marzo 2018, nella seduta n. 3
FATTORI , LANNUTTI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -
Premesso che:
il "Comprehensive economic and trade agreement" (CETA), meglio noto come accordo di libero scambio tra Canada e Unione europea, è stato definito quale trattato "misto" dalla Commissione europea;
gli accordi misti interessano materie di competenza nazionale per cui, ai sensi del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), la Commissione europea può chiudere un accordo esterno solamente per le parti di sua esclusiva competenza, mentre, per l'autorizzazione alla ratifica dell'accordo nella sua interezza e la sua applicazione estesa, il documento deve essere approvato da tutti i Parlamenti nazionali degli Stati membri della UE e, per quanto di sua competenza, al momento della presentazione della presente interrogazione, il Parlamento italiano non ha ancora proceduto all'approvazione della legge di autorizzazione alla ratifica;
a far data dal 21 settembre 2017 il CETA è in vigore a titolo provvisorio come da decisione (UE) 2017/38 del Consiglio del 28 ottobre 2016;
ad oggi non è possibile stimare, ancorché in via approssimativa, le conseguenze dell'armonizzazione delle norme regolamentari, né dell'abbattimento delle barriere non tariffarie agli scambi previste dall'accordo;
nel settore agricolo e, più in generale, in quello della sicurezza alimentare, le previsioni circa il meccanismo di equivalenza non appaiono idonee a garantire i più elevati standard di protezione sanitaria e fitosanitaria, assegnando alla parte esportatrice l'onere di dimostrare, ancorché in modo oggettivo, tale equivalenza;
la struttura su cui si conforma l'accordo prevede un meccanismo di sviluppo di ulteriori forme di cooperazione normativa volontaria tra le parti denominato "Regulatory cooperation forum" (RCF);
il capitolo 21 che regola i RCF, a parere degli interroganti, attribuisce un potere altamente discrezionale in capo alla Commissione europea anche su materie di competenza degli Stati membri, tra cui si citano gli ostacoli tecnici agli scambi, gli aspetti sanitari e fitosanitari, il commercio di servizi, il commercio e sviluppo sostenibile, il commercio e lavoro, il commercio e ambiente;
da quanto emerge da un documento pubblicato dal comitato "Stop TTIP/CETA", il primo degli incontri del RCF si è tenuto a Ottawa il 26 e il 27 marzo 2018 con un ordine del giorno riguardante la salute animale, quella delle piante, le ispezioni, i controlli, le linee guida sull'equivalenza tra prodotti europei e nordamericani, nonché il mancato rinnovo da parte della UE per i prodotti contenenti "picoxystrobin", un fungicida considerato altamente rischioso per animali terrestri e acquatici. Inoltre, sono state analizzate le differenze tra le misure europee sul glifosato e quelle nazionali;
dal rapporto "Il CETA minaccia gli stati membri dell'UE", pubblicato nel marzo 2018 dal Centro di studi legali ambientali europeo CIEL ("Center for international environmental law"), emerge come l'applicazione dell'accordo porterà a una progressiva fluidificazione degli scambi commerciali in agricoltura, attraverso l'armonizzazione o la cancellazione di regole, molte delle quali a protezione dei consumatori e dell'ambiente;
il Doc XXIV, n. 75, della 14ª Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea) del Senato della Repubblica (relatori sen. Elena Fattori e sen. Roberto Cociancich), approvato all'unanimità nella relativa risoluzione il 22 marzo 2017, impegnava il Governo a garantire la massima trasparenza sulle trattative per il Ceta, in particolare: «a compiere ogni passo affinché i negoziati commerciali dell'Unione europea, anche quelli in essere (a partire dal TTIP), su cui è necessario avviare una fase di riflessione politica, siano basati su meccanismi trasparenti, comprensibili dai cittadini e, soprattutto, aperti al contributo dei parlamenti nazionali sulle materie non di esclusiva competenza europea, prevedendo apposite clausole di salvaguardia a tutela degli interessi nazionali e qualificando i trattati commerciali stessi quali accordi misti, al fine di sottoporli alle procedure di ratifica parlamentare nei singoli Stati membri; a promuovere efficaci e specifiche modalità di ascolto e rappresentanza degli interessi economici, sociali e ambientali diffusi, attraverso il coinvolgimento delle associazioni di cittadini e consumatori europei, dei rappresentanti delle categorie professionali, industriali, sindacali e dei lavoratori;a favorire, mediante la propria azione in ambito europeo, il raggiungimento di accordi commerciali che tutelino il Made in Italy e più in generale le produzioni d'eccellenza italiane ed europee, in particolare dell'agro-alimentare, prevedendo un sistema di controlli, vigilanza e sicurezza e con la possibilità di invocare clausole di salvaguardia di temporanea sospensione in caso di criticità nazionale; a mantenere fermo ed imprescindibile, nei negoziati commerciali che riguardano l'Unione europea, il criterio volto ad assicurare primaria tutela ai beni comuni, alle priorità politiche dell'Unione europea, nonché ai valori di democrazia e libertà, progresso economico, coesione, solidarietà sociale, sicurezza e rispetto dell'ambiente, che guidano il processo di integrazione europea, a beneficio dei cittadini e delle imprese, soprattutto le piccole e micro imprese, che sono la principale fonte di occupazione e di innovazione europea»,
si chiede di sapere:
se il Governo sia a conoscenza dei contenuti del citato incontro di Ottawa, dei suoi partecipanti pubblici e privati e secondo quale mandato e procedimento di selezione ne sia stata prevista la partecipazione;
quali iniziative intenda adottare al fine di dare seguito agli atti di indirizzo adottati nella XVII Legislatura dalla 14ª Commissione permanente del Senato della Repubblica, anche in merito alla trasparenza degli incontri previsti dal capitolo 21 del CETA;
quali iniziative intenda intraprendere nel rispetto degli atti di indirizzo citati e della legge 24 dicembre 2012, n. 234, per il coinvolgimento del Parlamento italiano nella potenziale formazione dei protocolli normativi in seno alle trattative del CETA, nonché gli eventuali meccanismi di monitoraggio e controllo del rispetto del principio di sussidiarietà;
quali iniziative abbia finora intrapreso per proteggere le prerogative nazionali rispetto a materie non concorrenti, come le condizioni di utilizzo dei prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva glifosato, così come modificate dal Ministero della salute con decreto del 9 agosto 2016, fra le quali il divieto di impiego nelle aree frequentate dalla popolazione (parchi, giardini, campi sportivi e aree ricreative, cortili e aree verdi all'interno di plessi scolastici, aree gioco per bambini e aree adiacenti alle strutture sanitarie), divieto di impiego in pre-raccolta, al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura, il divieto, ai fini della protezione delle acque sotterranee, dell'uso non agricolo su suoli contenenti una percentuale di sabbia superiore all'80 per cento, nelle aree vulnerabili e nelle zone di rispetto;
quali siano le posizioni espresse in tema di misure di "opt out" in riferimento alle risultanti del "Regulatory cooperation forum".