Atto n. 4-07474

Pubblicato il 9 maggio 2017, nella seduta n. 818

CONSIGLIO , ARRIGONI - Al Ministro della salute. -

Premesso che:

l'AIRTUM (Associazione italiana registri tumori) stima in circa 3 milioni i pazienti affetti da patologie oncologiche in Italia;

nel 2011 l'ISTAT ha certificato la morte per cancro di 173.636 persone;

il rapporto AIOM 2016 afferma che le guarigioni degli italiani colpiti dal cancro aumentano: oggi il 68 per cento dei cittadini a cui vengono diagnosticati tumori sconfigge la malattia;

si registrano numerosi casi di ospedali che esauriscono le risorse a loro disposizione per la cura dei tumori e che, pertanto, sono costretti a rifiutare nuovi pazienti;

l'attuazione del piano oncologico nazionale 2013-2016 è molto parziale, viste le disparità di trattamento dei pazienti nelle diverse Regioni;

a seguito di una precedente interrogazione (3-02974) presentata il 28 giugno 2016 dai sottoscrittori della presente, il Governo ha risposto presso la 12ª Commissione permanente (Igiene e sanità) riferendo che l'elemento principale della pianificazione in oncologia è costituito dall'intesa Stato-Regioni del 30 ottobre 2014;

tale intesa ha innanzitutto riconfermato il documento tecnico di indirizzo per ridurre il carico di malattia del cancro precedentemente adottato dall'intesa del 10 febbraio 2011;

obiettivo principale del documento è quello di proporre forti indicazioni su dove Stato e Regioni debbano indirizzare gli sforzi comuni al fine di migliorare ulteriormente la "presa in carico totale" del malato di tumore da parte del Servizio sanitario nazionale, secondo principi di equità, qualità, ricerca e innovazione tecnologica;

proprio per innalzare il "livello" di sistema, l'intesa Stato-Regioni del 30 ottobre 2014 ha approvato la "guida" per la costituzione di reti oncologiche regionali;

l'esigenza di una specifica focalizzazione sulle reti oncologiche è motivata dal fatto che l'oncologia si configura come una disciplina che presenta particolari caratteristiche in termini assistenziali; infatti, riguarda il "territorio" (educazione sanitaria, prevenzione primaria, prevenzione secondaria, ospedale a domicilio, follow up, terminalità), in parte è specialistica di tipo ospedaliero (diagnosi e cura primaria, adiuvante, avanzata, integrata) ed in parte contiene un'area importante di ricerca;

la guida, nell'attuare tale mandato, ha inteso assumere un'ottica allargata, rispettosa dell'autonomia organizzativa delle varie Regioni al fine di identificare gli elementi costitutivi (obiettivi e criteri di attuazione) di un'efficace rete comune a qualsivoglia modello organizzativo che venga ritenuto più idoneo al proprio contesto dalle singole Regioni;

le indicazioni contenute nella guida riguardante gli obiettivi e criteri per la creazione di reti, anche se differenziate nel merito dei modelli organizzativi deliberati dalle singole Regioni, intendono favorire un approccio coerente a livello nazionale;

la guida prevede espressamente che articolazioni specifiche siano opportune per alcuni casi definiti, in particolare per la creazione di breast unit regionali e per la rete nazionale dei tumori rari;

l'intesa del 30 ottobre 2014 recepisce due altri documenti che riguardano l'uso delle risorse di sistema, identificando, sulla base delle evidenze di letteratura, una serie di tecnologie a forte rischio di inappropriatezza da dismettere per riallocare le risorse "risparmiate" (il documento è intitolato "Buon uso delle risorse in oncologia"), e gli aspetti metodologici da utilizzare nella valutazione HTA in oncologia e criteri di prioritarizzazione per indirizzare l'uso delle risorse disponibili alle valutazioni di HTA (il documento è intitolato "Health technology assessment e oncologia");

il recepimento dell'intesa è stato inserito sino al 2015, ai soli fini informativi, nella documentazione che le Regioni devono trasmettere ai fini degli adempimenti LEA previsti dall'intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005 e dall'intesa del 3 dicembre 2009, concernente il patto per la salute 2010-2012, e l'intesa Stato-Regioni del 10 luglio 2014 concernente il nuovo patto per la salute per gli anni 2014-2016;

l'attuazione delle reti oncologiche, in considerazione del loro ruolo cruciale per l'efficacia e la qualità delle cure e secondo la guida, è stata inserita tra gli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale per gli anni 2014, 2015 e 2016 ai sensi dell'articolo 1, commi 34 e 34-bis, della legge 23 dicembre 1996, n. 662;

l'importanza della lotta al cancro è riaffermata dall'Italia anche attraverso l'attiva partecipazione alle "joint action" dell'Unione europea e tale partecipazione ha contribuito a definire diversi aspetti utili a supportare tecnicamente la definizione delle politiche nazionali;

a seguito della joint action EPAAC, conclusasi nel 2013, è disponibile per i Paesi membri una guida alla pianificazione in oncologia ("European guide for quality national cancer control programmes");

la joint action CANCON ("European guide on quality improvement in comprehensive cancer control" o "CanCon") ha programmato la stesura di un "policy paper" con indicazioni per la definizione di priorità di pianificazione;

è previsto che il policy paper, la cui produzione è coordinata dall'Italia, sia approvato dall'expert group nel frattempo insediato dalla Commissione europea come advisor sulle politiche da adottare;

nella prospettiva dell'elaborazione di un nuovo piano nazionale dopo la fine del periodo di cui all'intesa 2014-2016, e sempre previa condivisione in sede di Conferenza Stato-Regioni, potrà essere di supporto a tale pianificazione nazionale una guida finalizzata alla promozione della qualità tecnica di tale nuovo atto con le indicazioni sulle priorità comuni, condivise a livello europeo;

i nuovi LEA, di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, sono contenuti nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017;

non sono ancora noti gli orientamenti del Governo in merito alla definizione del nuovo piano oncologico nazionale né è noto il processo che sarà seguito per la sua redazione;

secondo le informazioni a disposizione degli interroganti non esisterebbe un tavolo o una commissione tecnico-scientifica deputata all'emanazione del nuovo piano;

secondo la commissione tecnico-scientifica del progetto "La salute un bene da difendere, un diritto da promuovere", coordinato dall'associazione dei pazienti "Salute Donna" onlus, un punto fondamentale che potrebbe essere chiarito nella definizione del nuovo piano risiede nella mancata definizione per le Regioni di obiettivi effettivamente misurabili attraverso indicatori predefiniti, oltre all'assenza di sanzioni per quelle Regioni che non dovessero raggiungerli,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo stia lavorando alla definizione del nuovo piano oncologico nazionale o se lo stesso sia ritenuto inutile o superato, considerato il ruolo preponderante delle Regioni nella gestione della sanità e nella presa in carico dei pazienti oncologici;

quale tipo di processo, e con quale tempistica, sarà seguito nella redazione del piano e se esista una commissione composta da esperti dedicati a questa tematica;

quali siano le azioni contenute nei policy paper recentemente pubblicati a livello europeo che verranno recepiti nel nuovo piano;

quali orientamenti intenda seguire per l'identificazione di obiettivi misurabili attraverso indicatori predefiniti da raggiungere a livello regionale, tali da consentire di calcolare con sufficiente verosimiglianza le spese sostenute per conto di altre Regioni.