Atto n. 4-05205

Pubblicato il 31 marzo 2021, nella seduta n. 309
Risposta pubblicata

RUOTOLO , DE PETRIS , ERRANI , MIRABELLI , VALENTE - Al Ministro dell'interno. -

Premesso che:

nel comune di Castellammare di Stabia (Napoli) vi è una forte presenza della criminalità organizzata: i clan operano non solo nelle tradizionali attività illecite legate al mercato della droga, del racket e dell'usura ma, come emerge dalle ultime inchieste, si evidenzia un interesse della camorra nel sistema degli appalti pubblici e nell'inquinamento della politica, con il tentativo di condizionare l'esito in favore di imprese loro legate;

negli ultimi giorni, come riportano gli organi di stampa, a seguito delle indagini dei Carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata coordinate dai magistrati dell'antimafia, è stata messa a segno, il 23 marzo 2021, l'operazione "Domino bis", che ha portato all'arresto di 16 esponenti apicali del clan D'Alessandro giunto alla terza generazione; è emerso, grazie anche al racconto di collaboratori di giustizia, come la cosca avrebbe messo le mani sulla sanità stabiese, entrando all'interno dell'ospedale "San Leonardo" dalla porta principale grazie alla capacità di controllare appalti pubblici attraverso ditte proprie. In particolare, nel periodo di pandemia, si segnalano due settori strategici: il trasporto degli ammalati con il servizio ambulanze e le pulizie;

dalle indagini emergerebbero anche le pressioni dei clan nel settore dei lavori pubblici attraverso ditte edili collaterali e interessate al controllo dei subappalti come il restyling di piazza Principe Umberto oppure il caso del cantiere di palazzo Farnese dove il geometra di un'azienda che si era aggiudicata l'appalto in una conversazione con un esponente della cosca si giustifica dicendo: "non sapevo che c'eravate voi, ho partecipato perché pensavo fosse normale. Se volete rinuncio". A testimonianza della pervasività, della prevaricazione e della forza intimidatrice dei clan c'è da segnalare una serie di attentati incendiari, ultimo dei quali, avvenuto lo scorso 20 marzo 2021, contro un'azienda che commercializza prodotti dell'edilizia nella frazione Bomerano, piccolo centro dei monti Lattari, dove è stato dato alle fiamme un camion;

altro capitolo, come riportano molti organi d'informazione, riguarda l'interesse dei clan alla politica. Per quanto risulta agli interroganti, nel corso della campagna elettorale del 2018, che ha portato all'elezione del sindaco Gaetano Cimmino, sono state denunciate minacce da parte di un candidato, che, approdato al ballottaggio, sarebbe stato avvicinato da un personaggio che proponeva la disponibilità di un pacchetto di voti; altre volte ci fu l'interruzione di un paio di eventi elettorali in alcuni rioni popolari. Senza dimenticare i tentativi di inquinare il voto nei seggi come riportato in un articolo del 16 giugno 2018 pubblicato su "Il Mattino", intitolato "Castellammare, il clan nei seggi - pacchi alimentari e spesa farcita", dove viene documentata la distribuzione, da parte di un candidato al Consiglio comunale, di pacchi alimentari "farciti di volantini elettorali". C'è, inoltre, da segnalare che da un'intercettazione contenuta in un'inchiesta emergerebbe come un imprenditore definito "border line" si fosse attivato chiedendo voti per un candidato, incassando la risposta positiva dell'interlocutore che rassicura dicendo: "Saranno solo quelli della famiglia stretta, altrimenti vedono numeri troppo alti e si insospettiscono";

per quanto risulta, già l'ex sindaco, in carica da giugno 2016 a febbraio 2018, nel novembre 2017 nel corso di un'audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, illustrò ai commissari i tentativi di pressione sul Comune da parte della camorra e in particolare di un pregiudicato, che l'ex sindaco avrebbe anche fatto oggetto di una denuncia presso le forze dell'ordine;

si rammenta che gli interroganti, con atto di sindacato ispettivo 4-03600 pubblicato il 4 giugno 2020, avevano evidenziato al Ministro in indirizzo come dall'inchiesta "Olimpo", riguardante un presunto business dei permessi per il progetto di recupero e riqualificazione dell'area ex Cirio di Castellamare di Stabia, era emerso un intreccio politico-affaristico, tale da alterare e condizionare la vita dell'amministrazione comunale, conformemente a quanto stabilito dall'articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, testo unico degli enti locali;

considerato che:

lo stesso procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero De Raho, nel corso di una recente intervista sul caso Castellammare di Stabia, ha utilizzato parole nette e chiare "La famiglia D'Alessandro è un clan che sopravvive da oltre mezzo secolo. È un meccanismo analogo a quello che si registra nella mafia e nella 'ndrangheta. Si crea una struttura stabile con un controllo militare delle attività illecite e una forza di penetrazione nell'economia e dell'imprenditoria (...) Quello che manca è uno scatto collettivo, una ribellione sociale contro la camorra che coinvolga tutti... registro troppa accondiscendenza e una sorta di indifferenza";

in attesa che gli organi inquirenti concludano le proprie attività investigative,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda adottare le iniziative di competenza per l'istituzione di una commissione d'indagine per l'esercizio dei poteri di accesso e di accertamento di cui all'articolo 143 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, alla luce degli elementi evidenziati che interessano il comune di Castellammare di Stabia e dell'estesa ingerenza della criminalità organizzata in quest'area.