(Doc. LVII, n. 3) Documento di economia e finanza 2020 e annessa Relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243
(Esame)
Il presidente PESCO comunica che sulla pagina web della Commissione bilancio sono stati pubblicati i documenti trasmessi dagli auditi in relazione alle audizioni preliminari all'esame del Documento in esame che si sono tenute, in sede di Uffici di Presidenza integrati dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari congiunti delle Commissione bilancio del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati nelle giornate di martedì 28 e mercoledì 29 aprile 2020.
Il relatore Marco PELLEGRINI (M5S) illustra il Documento in titolo e l'annessa Relazione, segnalando, per quanto di competenza, che il Documento di economia e finanza rappresenta il principale strumento del ciclo della programmazione economica e di finanza pubblica del Paese. A tale riguardo, segnala che l'articolo 7, comma 3, della legge di contabilità e finanza pubblica (legge n. 196 del 2009) ne prevede la presentazione alle Camere per le conseguenti deliberazioni parlamentari, mentre l'articolo 10 ne disciplina i contenuti. La prima sezione del DEF, in particolare, reca lo schema del Programma di stabilità, che contiene le informazioni richieste dai regolamenti dell'Unione europea e dal Codice di condotta sull'attuazione del Patto di stabilità e crescita. Dopo l'esame parlamentare, il Programma di Stabilità verrà inviato al Consiglio dell’Unione europea e alla Commissione europea entro il 30 aprile. A causa della rapida evoluzione del quadro economico conseguente al diffondersi dell’epidemia da COVID-19 a livello nazionale ed europeo, osserva che il DEF 2020 presenta un contenuto più essenziale e limitato rispetto a quello degli anni precedenti, secondo quanto previsto dalle Linee guida aggiornate della Commissione europea per i Programmi di stabilità nazionali del 2020 del 6 aprile. In particolare, in linea con gli altri Paesi europei, gli scenari di previsione della finanza pubblica sono limitati al solo periodo 2020-2021 e al solo quadro tendenziale, mentre il quadro programmatico e la presentazione del Programma Nazionale di Riforma (PNR) vengono rinviati a un momento successivo.
Per quanto riguarda il contesto macroeconomico italiano, osserva che il DEF espone il quadro relativo all’anno 2019 e le previsioni tendenziali per l’anno in corso e per il 2021, che riflettono i segnali sull'impatto dello shock da COVID-19 sull’economia italiana. Con riferimento al 2019, il DEF evidenzia come l’economia italiana abbia perso slancio durante l’anno, registrando una crescita del PIL reale dello 0,3 per cento, in discesa rispetto allo 0,8 per cento del 2018. Per quanto concerne le prospettive dell’economia italiana, osserva che l’orizzonte delle previsioni viene presentato limitatamente al biennio 2020-2021 e con riferimento al solo andamento tendenziale. Il nuovo quadro macroeconomico tendenziale 2020-2021 è stato validato dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio in data 16 aprile 2020. In considerazione della caduta della produzione e dei consumi già registrata e delle difficili prospettive di breve termine, il DEF stima una caduta del PIL reale nel 2020 di 8 punti percentuali. Per il 2021 si prospetta un recupero del PIL reale pari a +4,7 per cento. Osserva inoltre che la previsione sconta una caduta del PIL di oltre il 15 per cento nel primo semestre e un successivo rimbalzo nella seconda metà dell’anno sulla base dell’ipotesi che le misure di chiusura dei settori produttivi non essenziali e di distanziamento sociale vengano attenuate a partire dal mese di maggio e l’impatto economico dell’epidemia si esaurisca completamente nel primo trimestre del 2021. Gli interventi adottati a sostegno dei redditi e dell’occupazione, già attuati alla data di chiusura della previsione, sono inclusi nello scenario a legislazione vigente. In particolare, agli interventi del decreto Cura Italia si associa un impatto positivo sulla crescita di quasi 0,5 punti percentuali di PIL. La crescita del PIL tornerebbe in territorio positivo nel 2021, con un incremento del 4,7 per cento. Si tratta, comunque, di una previsione considerata dal DEF prudenziale, che sconta il rischio che la crisi pandemica non venga superata fino all’inizio del prossimo anno. Fa presente altresì che il DEF sottolinea che nella previsione tendenziale per il 2021 si sconta l’aumento delle aliquote IVA e delle accise sui carburanti previsto dalla normativa vigente a decorrere dal 1° gennaio 2021, derivanti dalle cosiddette clausole di salvaguardia. In relazione al rischio che le misure di contenimento dell'attività produttiva e di distanziamento sociale si prolunghino oltre il previsto e in considerazione dell'incertezza circa la ripresa dell'attività nei principali paesi con cui l'Italia intrattiene rapporti commerciali, il DEF considera anche uno scenario alternativo, in cui la ripresa sarebbe più graduale e non si radicherebbe fino al secondo trimestre del 2021. Ciò è richiesto anche dalle linee guida concordate a livello europeo, che richiedono la presentazione di alcuni scenari alternativi, in cui l’andamento e la durata dell’epidemia sarebbero più sfavorevoli, causando una maggiore contrazione del PIL nel 2020 (fino a -10,6 per cento) e una ripresa più debole nel 2021 (2,3 per cento), nonché un ulteriore aggravio sulla finanza pubblica. Venendo alle sezioni del DEF dedicate agli andamenti di finanza pubblica, rileva che l’indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni del 2019 è stato pari a 29,3 miliardi (1,6 per cento del PIL), in miglioramento rispetto all’anno 2018 (38,8 miliardi ossia il 2,2 per cento del PIL). Hanno contribuito a tale miglioramento sia un incremento del saldo primario (per 5,2 miliardi) sia una riduzione della spesa per interessi (per 4,3 miliardi). Le entrate totali delle Amministrazioni pubbliche, ed in particolare quelle tributarie, registrano, nell’anno 2019 rispetto al 2018, valori significativamente superiori alle attese. In particolare, le entrate tributarie sono aumentate di circa 11,7 miliardi. Il DEF ricorda che nel 2019 il mercato del lavoro ha presentato un andamento positivo (in termini di occupati e di retribuzioni lorde pro capite), con un conseguente incremento della base imponibile. Oltre a ciò, il DEF segnala che sull’andamento positivo dell’IVA va rammentato il ruolo delle innovazioni normative introdotte, quali l’obbligo di fatturazione elettronica, che si è rivelato uno strumento efficace nel contrasto alle pratiche evasive.
Rileva che la pressione fiscale passa dal 41,9 per cento del 2018 al 42,4 per cento del 2019. Considerando il beneficio degli 80 euro, il DEF segnala che la pressione fiscale del 2019 scenderebbe al 41,9 per cento. Evidenzia che le entrate tributarie includono gli effetti dell’attività di contrasto all’evasione fiscale. Nel 2019 l’attività di recupero dell’evasione ha fatto registrare incassi per un ammontare pari a 19,9 miliardi, con un incremento del 3,4 per cento circa rispetto al 2018; quanto alla tax compliance, il maggiore gettito IVA è quantificato in 1,6 miliardi. Le spese finali si attestano nel 2019 a 870.742 milioni, in aumento dell'1,6 per cento rispetto agli 857.307 milioni del 2018. Esse aumentano anche in termini relativi, dal momento che la loro incidenza rispetto al PIL passa dal 48,5 per cento del 2018 al 48,7 per cento del 2019.
Per quanto riguarda, in particolare, la spesa per interessi, osserva che essa risulta pari a 60,3 miliardi, con una riduzione rispetto al 2018 di circa 4,3 miliardi. In termini di PIL la spesa si colloca, nel 2019, al 3,4 per cento, rispetto al 3,7 per cento del 2018. Per quanto concerne le previsioni tendenziali a legislazione vigente, limitate, come detto, al periodo 2020-2021, l’indebitamento netto per il 2020 è stimato pari al 7,1 per cento del PIL (117,97 miliardi), in peggioramento rispetto al 2019. Per il 2021, stima invece un miglioramento rispetto al 2020, sia in valore assoluto (74,92 miliardi), sia in rapporto al PIL (4,2 per cento del PIL). Quanto alle entrate totali, stima un’iniziale contrazione nel 2020 (- 48,7 miliardi, passando da 841,4 miliardi a 792,8 miliardi) e una ripresa nel 2021 (846,7 miliardi). Tra i fattori che incidono sull’andamento crescente delle entrate totali in rapporto al PIL, il DEF segnala: l’andamento delle entrate dalla UE, gli effetti delle clausole di salvaguardia su IVA e accise previste dalla normativa vigente a partire dal 2021, l’andamento delle altre variabili macroeconomiche rilevanti (in particolare quelle relative al mercato del lavoro) e l’evoluzione stimata per i dividendi, gli aiuti internazionali e i trasferimenti diversi in entrata. In particolare, le entrate tributarie registrano, in valore assoluto, una contrazione di 39,9 miliardi nel 2020 (476,6 miliardi rispetto a 516,5 del 2019) ed una ripresa di 50,1 miliardi nel 2021 (raggiungendo l’importo di 526,7 miliardi).
Con riferimento ai contributi sociali, le previsioni indicano un decremento del 5,2 per cento nel 2020 (229,4 miliardi circa rispetto ai 242 nel 2019), mentre nel 2021 è stimato un parziale recupero nell’ordine del 3 per cento (7 miliardi circa), con una previsione che aumenta a circa 236, 4 miliardi. La pressione fiscale sale al 42,5 per cento nel 2020 e raggiunge il 43,3 per cento nel 2021. Al netto del beneficio degli 80 euro mensili, innalzato a 100 euro per i titolari di reddito complessivo lordo non superiore a 28.000 euro, la pressione fiscale passerebbe dal 41,9 per cento del 2019, al 41,8 del 2020 e al 42,5 per cento nel 2021. Fa presente che il DEF evidenzia che il Governo intende includere nel decreto-legge di prossima emanazione l’eliminazione degli aumenti dell’IVA e delle accise previsti dal 2021. Il DEF informa inoltre che, considerando anche gli effetti del nuovo provvedimento, in corso di preparazione e non incluso quindi nel tendenziale, nel 2021 il valore della pressione fiscale scenderebbe ulteriormente al 41,4 per cento. Le spese finali sono riviste al rialzo, stimando 910,7 miliardi per il 2020 e 921,6 miliardi per il 2021. La loro incidenza rispetto al PIL si accresce arrivando al 54,8 per cento nel 2020 per poi ridursi al 52,3 per cento nel 2021. Quanto alla spesa per interessi, sottolinea che l’andamento stimato indica un aumento della spesa per interessi più contenuto nel primo anno (circa 300 milioni) e di maggiore rilevanza (ulteriori 2,8 miliardi) nel 2021, anno nel quale la spesa raggiunge il valore di 63,4 miliardi. In termini di incidenza sul PIL, la spesa presenta un andamento costante, attestandosi su un valore di 3,6 punti percentuali sia nel 2020 sia nel 2021. Per quanto concerne il rapporto debito/PIL, rileva che la stima preliminare per il 2019 indica un livello invariato al 134,8. Non appare pertanto essersi materializzata la previsione in aumento di 0,9 punti percentuali prevista dalla NADEF 2019 e dal Documento programmatico di bilancio (DPB) 2020. Tra le principali determinanti della variazione del rapporto debito/PIL, il DEF cita l'avanzo primario, che compensa quasi completamente il cosiddetto "effetto valanga" (o snow-ball). L'effetto valanga è stimato in aumento per il secondo anno consecutivo a causa dell'indebolimento della crescita del PIL nominale, solo in parte compensato dalla riduzione della spesa per interessi passivi. Anche la componente stock-flussi ha agito in modo favorevole alla diminuzione del rapporto debito/PIL del 2019, grazie al miglioramento della stima del fabbisogno di cassa del settore pubblico e agli scarti di emissione. Quanto alle previsioni, per effetto delle ripercussioni economiche della crisi da COVID-19, il rapporto debito/PIL è stimato in aumento di 17 punti percentuali, fino al 151,8 per cento nel 2020 nello scenario a legislazione vigente. A ciò contribuiscono innanzitutto gli effetti finanziari delle misure di risposta alla crisi approvate finora, ma contribuirà all'aumento del debito anche il forte peggioramento previsto per l'effetto valanga a causa della caduta del PIL nominale e reale. Il DEF attribuisce un carattere temporaneo al peggioramento delle condizioni della finanza pubblica conseguente alla crisi da COVID-19, da cui deriverebbe nell'anno 2021 una previsione, a legislazione vigente, di riduzione del rapporto debito/PIL al 147,5 per cento.
Sottolinea, inoltre, che unitamente al DEF, il Governo ha trasmesso al Parlamento la Relazione che illustra l’aggiornamento del piano di rientro verso l’obiettivo di bilancio di medio termine (OMT) ai fini dell’autorizzazione parlamentare allo scostamento di bilancio necessario al finanziamento degli ulteriori interventi urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19. La Relazione è adottata ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012 (cosiddetta legge rinforzata di attuazione del principio del pareggio di bilancio), il quale prevede che scostamenti temporanei del saldo di bilancio strutturale dall'obiettivo programmatico di medio termine (OMT) siano consentiti in caso di eventi eccezionali, sentita la Commissione europea e previa autorizzazione approvata dalle Camere, a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, indicando nel contempo il piano di rientro verso l'OMT. La richiesta è finalizzata all'adozione di misure di carattere straordinario e urgente che consentano di fronteggiare le rilevanti esigenze di natura sanitaria e socio-economica derivanti dall'emergenza epidemiologica COVID-2019. La Relazione allegata al DEF segue quella trasmessa dal Governo il 5 marzo 2020 (con la relativa integrazione dell’11 marzo 2020), che a seguito della approvazione parlamentare ha autorizzato uno scostamento di bilancio di 25 miliardi per il 2020. Osserva che la nuova Relazione riferisce che il 20 marzo la Commissione Europea ha disposto l’applicazione della cosiddetta general escape clause per l’anno in corso, al fine di definire il necessario spazio di bilancio indispensabile al sostenimento delle spese sanitarie per l’emergenza epidemiologica e per il contrasto degli effetti recessivi sulle economie europee della diffusione del COVID-19. Ciò dovrebbe determinare una temporanea deviazione dal percorso di aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine, a condizione che non venga compromessa la sostenibilità fiscale nel medio periodo. In precedenza, la Commissione ed il Consiglio Europeo avevano già garantito a tutti i Paesi interessati, e in particolare all’Italia, la piena applicazione della flessibilità prevista nel Patto di Stabilità e Crescita in relazione alle misure collegate all’epidemia di COVID-19. Con la nuova Relazione, il Governo richiede al Parlamento l’autorizzazione al ricorso al maggiore indebitamento di 55 miliardi di euro nell'anno 2020, 24,85 miliardi di euro nel 2021, 32,75 miliardi di euro nel 2022, 33,05 miliardi nel 2023, 33,15 miliardi di euro nel 2024, 33,25 miliardi di euro dal 2025 al 2031 e 29,2 miliardi dal 2032. In considerazione della natura degli interventi programmati, osserva che l’effetto sul fabbisogno delle amministrazioni pubbliche previsto è di 65 miliardi di euro nel 2020, 25 miliardi nel 2021 e pari all’indebitamento netto in ciascuno degli anni successivi. Sul saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato, in termini di competenza e in termini di cassa, osserva che gli effetti ammontano a 155 miliardi nel 2020, 25 miliardi nel 2021 e risultano pari a quelli indicati in termini di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in ciascuno degli anni successivi. Segnala che il nuovo livello di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, tenuto conto dell'impatto finanziario del prossimo decreto con misure urgenti di rilancio economico, è quindi fissato al 10,4 per cento del PIL nel 2020 e al 5,7 per cento nel 2021. Quanto al livello del debito pubblico, rileva che lo stesso è previsto attestarsi al 155,7 per cento del PIL nel 2020 e al 152,7 per cento del PIL nel 2021. Circa il Piano di rientro dello scostamento previsto, osserva che la Relazione evidenzia che l’elevato rapporto debito/PIL, seppur in discesa nel 2021 rispetto al picco che si registra quest’anno, consente di delineare un sentiero di rientro solo a partire dagli anni successivi. A tale proposito, la Relazione certifica comunque la sostenibilità del debito pubblico dell’Italia, il cui rapporto rispetto al PIL verrà ricondotto verso la media dell’area euro nel prossimo decennio attraverso una strategia di rientro che, oltre al conseguimento di un adeguato surplus di bilancio primario, si baserà sul rilancio degli investimenti, pubblici e privati, grazie anche alla semplificazione delle procedure amministrative. Rinvia, infine, per approfondimenti, alla Documentazione di finanza pubblica n. 13 curata dai Servizi di documentazione della Camera e del Senato.
Il PRESIDENTE dichiara aperta la discussione generale.
Il senatore FANTETTI (FIBP-UDC) evidenzia che la pandemia in corso ha determinato, a livello europeo e internazionale, uno shock simmetrico, a fronte del quale, tuttavia, risalta la situazione particolare del nostro Paese, per il drammatico impatto subìto, in termini di incremento del deficit, aumento del debito, caduta del PIL, diminuzione dell'occupazione e delle esportazioni, senza considerare l'innalzamento della pressione fiscale, particolarmente acuto per le imprese, come risulta da un recentissimo studio.
Considerati questi dati devastanti, a suo avviso un Governo responsabile dovrebbe in primo luogo ricercare, per raccogliere le risorse necessarie a supportare il sistema, le fonti di finanziamento meno onerose: è possibile rivolgersi, a tale scopo, a istituzioni internazionali che assicurano un tasso di interesse inferiore a quello reperibile sul mercato. Infatti, oltre al programma di acuisquisti avviato il mese scorso dalla Banca centrale europea, molto più flessibile rispetto al passato, occorre prendere in considerazione anche il MES, liberato dalle tradizionali condizionalità, che potrebbe assicurare all'Italia un costo di raccolta di un punto percentuale inferiore rispetto a quello corrente, per cui risorse pari a circa 36 miliardi di euro andrebbero a costare, per interessi, 350 milioni di euro in meno, importo grosso modo corrispondente, secondo quanto risulta dal DEF, al servizio del debito per quest'anno.
Rinnova inoltre l'idea, rimasta peraltro finora senza riscontro, di ricorrere al Fondo monetario internazionale, che prevede forme di garanzia tali da assicurare agli Stati membri la provvista sul mercato a tassi più favorevoli e senza le rigorose condizionalità imposte per le tradizionali linee di credito.
Rammenta, inoltre, come la decisione della Commissione europea del mese scorso in tema di aiuti di Stato abbia consentito agli Stati membri di raccogliere circa 1000 miliardi di euro, di cui ben il 55 per cento riconducibili alla Germania. L'Italia, in questo ambito, non è apparsa capace di fare altrettanto.
Considera, in sintesi, centrale che, nel momento in cui si chiede agli italiani di indebitarsi per importi senza precedenti, occorre avere consapevolezza che il debito è sostenibile se il tasso di crescita risulta superiore al costo del suo finanziamento. Diventa perciò necessario cambiare atteggiamento nei confronti della parte produttiva del Paese, in primo luogo attraverso l'eliminazione di vincoli, lacci e burocrazia asfissiante: al riguardo, va richiamato il modello Genova, esempio virtuoso di come le cose dovrebbero andare, peraltro rispettando le regole europee. Bisogna poi realizzare concretamente le riforme necessarie a migliorare il sistema Paese, dal taglio della spesa improduttiva, con l'eliminazione dei tanti enti inutili, alla riforma della giustizia, troppo lenta e farraginosa, al contrasto dell'evasione fiscale.
Conclude che l'assenza di impegni da parte del Governo su questi aspetti fondamentali comporta una grave carenza di credibilità nei confronti degli italiani e degli investitori internazionali, mancanza di credito che rischiano di pagare le future generazioni.
Il senatore PICHETTO FRATIN (FIBP-UDC) osserva come la gravità della crisi in corso è dimostrata, tra l'altro, dall'assenza della parte programmatica e del Programma nazionale di riforma nel DEF, che si limita all'illustrazione del quadro tendenziale. In effetti, il Governo risulta assorbito dalla gestione dell'emergenza, che appare peraltro caratterizzata da un certo disordine, al netto della difficoltà iniziale di comprendere le dimensioni della vicenda: ricorda, al riguardo, l'importo del primo scostamento, passato da 3 a 20 miliardi di euro, per giungere oggi alla cifra record di 55 miliardi. A fronte di tale enorme incremento del debito, la principale garanzia di sostenibilità è rappresentata oggi dai tassi d'interesse ancora relativamente bassi: tuttavia deve mantenersi una costante attenzione all'onere finanziario che grava sul Paese.
Fa presente che Forza Italia è disponibile, responsabilmente, a votare a favore dello scostamento su cui il Governo chiede l'autorizzazione, benché esso appaia ancora inadeguato, essendo troppo focalizzato sulla mera gestione e difettando invece di prospettiva e di visione. Manca, infatti, nelle misure finora adottate, la doverosa attenzione per i soggetti imprenditoriali più deboli, che rischiano concretamente di essere esclusi o emarginati dai canali di finanziamento che passano dal sistema bancario, privilegiati dai provvedimenti del Governo.
Conclude con una considerazione personale, che muove dalla propria formazione ideale e politica. Nella crisi in corso c'è il rischio di mettere in discussione il modello sociale che ha assicurato, nella storia repubblicana, un lungo periodo di crescita economica, guidata da grandi figure politiche che sono riuscite ad incanalare le forze sociali in un quadro di libere istituzioni. Manifesta, quindi, preoccupazione sulla sottovalutazione delle libertà individuali che sembra riscontrarsi a fronte dell'esigenza di difesa della società: bisogna vigilare per evitare derive pericolose, che danno l'illusione che la soluzione si trovi in figure provvidenziali, quando al contrario, in una Repubblica parlamentare come la nostra, le regole devono essere dettate dai componenti delle istituzioni rappresentative.
Ritiene, infine, necessario fare una riflessione sul ruolo degli esperti, utili ad apportare elementi di conoscenza, nella consapevolezza tuttavia che la decisione deve essere assunta dal cittadino eletto che fa la sintesi politica: a tale riguardo, non è accettabile l'atteggiamento arrogante assunto, in diverse occasioni, dal Commissario straordinario per l'emergenza COVID-19.
Il senatore PRESUTTO (M5S), nel riconoscere il grande sforzo compiuto dal Governo in questa drammatica situazione di emergenza, che impone di scegliere e attuare soluzioni innovative, condivide l'esigenza, già espressa in altri interventi, di non dimenticare il peso del debito pubblico, soprattutto in prospettiva. A tale scopo, occorre fare una riflessione sul modello economico e sul funzionamento della macchina statale, per cui, a suo avviso, è decisiva una seria e pervasiva valutazione delle performance. Un esempio è rappresentato, con tutta evidenza, dal sistema sanitario, sottoposto nella pandemia a una pressione senza precedenti, che rappresenta l'occasione per un complessivo riassetto.
Ritiene pertanto necessario assicurare una diversa capacità organizzativa e gestionale alle amministrazioni pubbliche, presupposto perché funzioni il modello economico e sociale che il Paese è costretto, oggi, ad adottare almeno fino alla individuazione di un vaccino per il COVID-19.
Esprime, infine, il proprio apprezzamento per la posizione chiara e forte assunta dal Governo in sede europea, che ha consentito già di ottenere rilevanti risultati, impensabili fino a poco tempo fa, e che potrà dimostrarsi efficace e fruttuosa anche nei prossimi appuntamenti.
Il senatore MANCA (PD) osserva, in premessa, che si è di fronte ad un quadro di grande complessità, che tuttavia va qualificato correttamente: la pandemia costituisce un fattore esogeno e non una crisi strutturale endogena. Ciò, a suo avviso, apre spazi per una ripresa più rapida e per individuare in modo appropriato le modalità di ripartenza delle varie filiere produttive.
Considera, quindi, impossibile, nelle attuali circostanze emergenziali, procedere ad una elaborazione programmatica, quando occorre concentrarsi sulla gestione dell'epidemia. Il DEF rappresenta oggi il presupposto per formulare una risposta di carattere complessivo alla crisi, delineando il quadro della manovra più grande dal dopoguerra.
Ritiene importante, in tale contesto, prestare la massima attenzione alla sostenibilità della finanza pubblica: a tale scopo sarà decisivo far emergere l'economia sommersa e contrastare elusione ed evasione fiscale.
Sottolinea quindi l'importanza dell'eliminazione delle clausole di salvaguardia, che negli ultimi anni hanno sottratto risorse fondamentali per la crescita del Paese: tale passaggio consente di rimuovere un macigno che ha condizionato pesantemente le manovre di finanza pubblica nell'ultimo decennio.
Si dichiara poi d'accordo sulla soppressione dei vincoli e dei lacci burocratici, sottolineando al contempo come la semplificazione vada coniugata con la legalità. A tale scopo, occorre instaurare nuove relazioni tra lo Stato e gli enti territoriali, che permettano di assicurare il rispetto delle regole anche al di là del formale ossequio alle procedure di evidenza pubblica. Bisogna, inoltre, intervenire sul ritardo nei pagamenti delle pubbliche amministrazioni alle imprese, in modo da assicurare ulteriore liquidità al sistema produttivo.
Esprime quindi l'avviso che, per avviare il percorso di ripartenza dell'economia quando ancora non è risolta, e non lo sarà ancora a lungo, la pandemia, occorre prestare grande attenzione alle indicazioni della scienza, pur lasciando la decisione finale alla politica.
Nel rivendicare, infine, le misure del Governo adottate nell'emergenza a sostegno del lavoro, per dare liquidità alle imprese, per contrastare la solitudine delle persone, ritiene ora maturo il tempo per una riflessione su alcune filiere particolarmente esposte, come il turismo, che a suo avviso richiedono interventi ulteriori, che vadano oltre la prestazione di garanzie, per giungere a finanziamenti a fondo perduto.
Il senatore ERRANI (Misto-LeU), in primo luogo, osserva che il Governo, in una situazione estremamente difficile, si è impegnato per tenere insieme economia e sistema sociale, cosa che non è stata sottolineata a sufficienza.
Si sofferma, quindi, sulla dimensione europea della crisi, ove sono stati fatti passi avanti di grande rilevanza. Al di là della asfittica discussione sul MES, da cui occorre uscire, va posta l'attenzione su altri aspetti: il tema del risparmio privato, che va adeguatamente considerato nella valutazione dell'economia e delle finanze degli Stati membri; il ruolo della Banca centrale europea, che consente oggi di tenere bassi i tassi di interesse dei titoli italiani e che va ulteriormente potenziato; la questione dei tempi, decisiva per assicurare una risposta efficace a livello europeo, che esige rapidità nell'attivazione dei nuovi strumenti delineati.
Saluta quindi con grande favore il superamento delle clausole di salvaguardia, indice della capacità di affrontare l'emergenza con una visione strategica, da confermare nel cosiddetto "decreto aprile", in modo da dare risposta a istanze concrete e ancora inevase e per evitare l'esplosione di un conflitto sociale inedito.
A tale riguardo, ritiene che un ruolo importante può essere attribuito alla Cassa depositi e prestiti, come motore per definire ed attuare nuove politiche industriali, che non siano limitate solo alla partecipazione al capitale di rischio ma rispondano ad una visione prospettica.
Passa quindi a trattare del tema delle riaperture delle attività produttive, al cui proposito mette in risalto due profili: da una parte, la necessità di ridurre al minimo i rischi richiede l'elaborazione di nuovi piani regolatori degli orari di lavoro; dall'altra, occorre fare un grande investimento sul trasporto pubblico locale, per aggiornare un sistema ormai arretrato.
Richiama, infine, l'attenzione sul sistema sanitario, per il quale il vero banco di prova di una ormai inevitabile riforma è rappresentato dalle cure primarie, dall'assistenza domiciliare, dalle reti territoriali, dalla riorganizzazione della medicina generale, dal riassetto delle RSA, delle case di riposo e delle case di cura, perché è in questi settori che, come l'esperienza sta dimostrando, si affronta efficacemente la pandemia, senza dimenticare l'esigenza di rivedere, in modo innovativo, il rapporto tra facoltà mediche e organizzazione sanitaria.
La senatrice CONZATTI (IV-PSI), dopo aver individuato nella crisi pandemica in corso due fasi, la prima rappresentata dalla separazione e dalla chiusura, la seconda costituita dal superamento della segregazione e dalla convivenza con il virus, reputa prioritario passare al tema economico. Occorre superare, infatti, le misure tampone per dare attuazione a una sorta di controshock di carattere strutturale. A questo riguardo, il risparmio privato non può essere utilizzato per politiche del passato, ma va invece canalizzato verso interventi innovativi, dai piani individuali di risparmio (PIR) al project financing.
Ritiene inoltre cruciale riorganizzare la pubblica amministrazione, anche mediante nuove assunzioni che siano però volte a potenziare la digitalizzazione della macchina statale e a trovare soluzioni avanzate, efficaci e non burocratiche ai problemi, ad esempio nel contrasto all'evasione.
La senatrice RIVOLTA (L-SP-PSd'Az) osserva, innanzitutto, che l'esperienza di queste settimane e l'evoluzione dell'emergenza hanno portato a rivedere molte opinioni e giudizi espressi inizialmente, a partire dall'assurdità delle critiche mosse nei primi giorni, ad esempio, ai Presidenti Zaia e Fontana quando chiesero la tempestiva chiusura delle scuole. Sarebbe stato invece da attendersi un atteggiamento più lucido ed empatico da parte del Presidente del Consiglio, in un contesto di grande sofferenza, ad esempio nelle province lombarde. Rivolge, a tale proposito, un saluto affettuoso alla collega Pirovano, che ha scelto di restare sul territorio per continuare a difendere e servire la propria gente in questo tragico momento.
Passando a trattare delle misure adottate dal Governo per fronteggiare la pandemia, considera incredibile il sovvertimento delle regole compiuto con la scelta, quella dello strumento dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, che ha mortificato il Parlamento e le istituzioni.
Riconosce comunque lo stanziamento di risorse importanti, che tuttavia non appaiono sufficienti, permanendo il rischio che molte categorie restino escluse dalle misure di sostegno finanziario, con riferimento, ad esempio, alle scuole paritarie e all'assistenza ai disabili. Tiene a sottolineare che, in questo ambito, i comuni stanno facendo cose straordinarie, pure a fronte di interventi governativi confusi e intempestivi, come nel caso dell'annuncio sui buoni pasto che ha creato grande difficoltà di gestione sul territorio.
Concorda con gli interventi di diversi colleghi laddove hanno rilevato l'importanza di assicurare vicinanza alle famiglie e ai malati, combattendo da un lato l'emergenza e pensando, dall'altro, ad un Paese rinnovato.
Considera poi incomprensibile la ragione per cui non si fanno ripartire molte attività professionali e imprenditoriali, anche nel confronto con altri Paesi europei, quando si potrebbe dare fiducia, nel bilanciamento tra sicurezza e ripartenza, alla coscienza collettiva maturata in queste settimane, di cui gli italiani hanno dato ampia dimostrazione.
Si sofferma, quindi, sul tema dei dispostivi di protezione individuale, per i quali occorre pensare, al di là degli annunci pasticciati sul prezzo di vendita, a soluzioni intelligenti e innovative, a partire dalle mascherine per i bambini, spesso più maturi di quanto si pensi.
Dopo aver espresso apprezzamento per il superamento delle clausole di salvaguardia, si associa all'invito a riflettere su un modello sociale diverso e sostenibile che assicuri qualità della vita elevata in un contesto di maggiore controllo e salvaguardia.
Richiama poi l'attenzione sulla necessità di dare risposta ai tanti che si sentono esclusi, per evitare esplosioni di rabbia sociale che già si vanno pericolosamente manifestando.
Si sofferma, infine, sulle questioni sollevate nelle audizioni di ieri da parte degli enti territoriali, ai quali purtroppo non è stato possibile rivolgere domande di approfondimento: le loro istanze risultano comunque ampiamente condivisibili e sollecitano il Governo ad intervenire, ad esempio per rifinanziare il Fondo sul trasporto pubblico locale, da inserire in una strategia che sostenga la mobilità.
Comunica, quindi, d'intesa con il senatore Pichetto Fratin, che la senatrice Ferrero e il senatore Damiani svolgeranno le funzioni di relatori di minoranza nel corso della discussione in Assemblea.
La senatrice FAGGI (L-SP-PSd'Az) richiama, in premessa, il declassamento del rating dei titoli di Stato italiani, operato da Fitch, dando lettura del relativo comunicato.
Si sofferma quindi sulle questioni emerse nel corso delle audizioni dei portatori di interessi e dei soggetti istituzionali, che hanno posto l'accento, tra l'altro, sui temi della legalità, del sociale, della sanità, delle attività produttive, dei giovani, degli anziani, della scuola.
Osserva che, in questa dolorosa vicenda, è apparso chiaro come i principi di efficienza, efficacia, economicità, etica, equità, individuati come criteri regolatori dell'attività della pubblica amministrazione, non esistono più. Ritiene pertanto necessario, per cambiare questa situazione, che sia impresso uno choc profondo, attuando le necessarie riforme strutturali.
Fa quindi un accorato appello alla maggioranza e al Governo affinché, nella definizione delle nuove misure di contrasto alla pandemia e di sostegno alla ripresa, sia prestata la dovuta attenzione alle proposte delle opposizioni, superando le faziosità che spesso caratterizzano la politica e che non sono scomparse neanche nelle ultime settimane. Pur nel rispetto delle posizioni diverse, è necessario uno sforzo di condivisione per dare ascolto a tutte le parti del Paese, soprattutto a quelle che si sentono emarginate.
In assenza di altre richieste di intervento, il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione.
Il relatore Marco PELLEGRINI (M5S), intervenendo in replica, fa presente a chi ha invocato il ricorso al MES, che allo stato permangono tutte le condizionalità già previste per accedere alle linee di credito, e per superare tali gravosissimi vincoli appare necessario modificare il trattato istitutivo, con l'accordo di tutti i contraenti e in tempi inevitabilmente non brevi.
In relazione ai provvedimenti adottati dal Governo, sottolinea che tutte le misure hanno cercato di coniugare economia e salute: si tratta di decisioni difficili che spettano alla politica, da prendere sulla base delle evidenze scientifiche e senza atteggiamenti demagogici, che espongono al rischio di contraccolpi ancora più gravi e profondi.
Il sottosegretario MISIANI, in via preliminare, deposita una nota recante errata corrige al Documento di economia e finanza 2020.
Richiamandosi, nel complesso, all'audizione svolta ieri dal Ministro dell'economia e delle finanze, sottolinea tre punti. In primo luogo, si tratta di un DEF di transizione, adottato in situazione di emergenza, che infatti è privo del Programma nazionale di riforma: sarà quindi necessario discutere in Parlamento sulle strategie di ricostruzione del Paese, nella consapevolezza che la prossima fase sarà dedicata a ripensare e riprogettare molti aspetti delle politiche sociali. In secondo luogo, con riguardo ai conti pubblici nel 2020, è evidente che l'emergenza sanitaria ha cambiato profondamente il quadro economico e le prospettive finanziarie. Al momento la priorità è rappresentata dall'impiego delle risorse per salvare le famiglie, il lavoro e le imprese, ma non va nascosto che il debito pubblico rappresenta un'ipoteca per il futuro, al di là del giudizio più o meno discutibile delle agenzie di rating. E' pertanto necessario stabilire strategie di progressivo riequilibrio delle finanze pubbliche, nel contesto di un innalzamento del debito che coinvolge tutti i paesi avanzati.
Richiama infine l'attenzione sulla cancellazione, in modo permanente, delle clausole di salvaguardia, di cui è stato un convinto fautore in questo passaggio. Si tratta non solo di una operazione di verità sui conti pubblici, ma soprattutto di una riconquista di sovranità nella politica economica: le manovre negli ultimi anni sono state, infatti, assorbite più dalle cose da impedire che dalle cose da realizzare. La decisione di eliminare le suddette clausole rappresenta un'eredità positiva che potrà essere apprezzata nella discussione sulla manovra per il 2021.
Il PRESIDENTE pone quindi ai voti il mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea sul Documento in esame e sull'annessa Relazione, con l'autorizzazione, al contempo, ad avanzare dal Presidente del Senato la richiesta di riferire oralmente.
La senatrice FERRERO (L-SP-PSd'Az) annuncia il voto contrario del proprio Gruppo.
Verificata la presenza del prescritto numero di senatori, la Commissione approva.