a) i disegni di legge cosiddetti «urgenti», che devono essere iscritti all’ordine del giorno dell’Assemblea entro trenta giorni dalla dichiarazione d’urgenza, (esperibile addirittura, nella proposta PD, da Presidenti di Gruppi con consistenza pari ad un quarto dei componenti del Senato). A Costituzione vigente, la maggioranza governativa, dunque, si troverebbe a disposizione anche tale strumento, oltre alla permanenza dei decreti-legge governativi. Dunque, l'opposizione parlamentare si troverebbe ad assumere un ruolo ancor più marginale ed insignificante;
b) il «voto bloccato»: la richiesta di «votazione prioritaria» da parte del Governo di un articolo o di un emendamento interamente sostitutivo di un articolo, con conseguente preclusione, in caso di approvazione, di tutti gli altri emendamenti riferiti a quell’articolo. In particolare, per particolari categorie di disegni di legge (quelli dichiarati urgenti, i disegni di legge di conversione di decreti-legge, i disegni di legge di bilancio, di stabilità e collegati alla manovra di finanza pubblica) il Governo può chiedere che sia posto per primo in votazione un articolo o un emendamento interamente sostitutivo di un articolo. In tal caso, ogni gruppo ha facoltà di presentare emendamenti alternativi, ma essi verranno posti in votazione soltanto dopo quello “sul quale è stata chiesta la votazione prioritaria”, con effetti preclusivi in caso di approvazione. Tale procedimento incrementerebbe il predominio assoluto dell'Esecutivo in Parlamento, sancendo la fine del parlamentarismo contemporaneo.