Premesso che a quanto risulta agli interroganti:
fino al 31 agosto 2016 è vigente il contratto di solidarietà, stipulato in base all'accordo dell'agosto 2014, in sede di Confindustria, tra la Nestlé e la RSU (rappresentanza sindacale unitaria) della Perugina, dopo che Nestlé italiana SpA, proprietaria del marchio, aveva dichiarato la presenza di 210 unità in esubero in fabbrica, determinata da una contrazione dei volumi produttivi;
considerato che:
negli ultimi tempi, si è registrata un'ulteriore, preoccupante riduzione della produzione che, nel 2015, per la prima volta da quando la Perugina è a San Sisto (Perugia), scenderà al di sotto delle 25.000 tonnellate;
presso la Perugina, un'azienda con oltre 100 anni di storia, da sempre, si è registrato in un determinato periodo dell'anno, per circa 3 mesi, una flessione dei volumi produttivi, gestita con accordi tra le parti (come ad esempio la pianificazione del piano ferie);
l'ulteriore e forte contrazione dei volumi produttivi registrata nell'ultimo anno ha ampliato in modo preoccupante la cosiddetta "curva bassa" produttiva;
la preoccupante situazione che si è venuta a determinare richiede l'urgente adozione di una nuova e più efficace strategia aziendale, che incida sul piano dell'innovazione, della ricerca e dello sviluppo e che consenta non solo di rafforzare i prodotti già esistenti, in modo particolare il "Bacio", prodotto must Perugina, che, grazie alla sua notorietà, può fare da traino per l'ingresso nei mercati esteri, ma anche di realizzare all'interno dello stesso stabilimento di Perugia nuove produzioni, volgendosi anche a settori meno legati alla stagionalità, come, per esempio, biscotti e caramelle;
considerato, inoltre, che:
negli ultimi tempi, i lavoranti a tempo indeterminato dello stabilimento Perugina di San Sisto Perugina hanno subito forti riduzione nel salario e quelli stagionali (circa 250) vedono sempre più compromesso il loro futuro lavorativo, visto che dal 1° settembre 2015 sono rientrati in fabbrica soltanto 25 lavoratori stagionali;
per non compromettere in modo definitivo la sopravvivenza stessa dell'azienda, è dunque necessario conoscere in tempi brevissimi quali siano le reali intenzioni della proprietà sul futuro della Perugina, dello stabilimento di San Sisto così come di tutti gli altri siti produttivi presenti sul territorio italiano, di fronte a scelte aziendali poco comprensibili e all'evidente calo nelle produzioni registrato in tutti gli stabilimenti presenti in Italia, che occupano complessivamente oltre 3.000 persone;
è necessario, inoltre, che la Nestlé, dichiari apertamente se ritiene ancora l'Italia un Paese in cui investire sulla produzione o solo un territorio dove commercializzare i propri prodotti,
si chiede di sapere:
se, alla luce dei fatti esposti, i Ministri in indirizzo non ritengano di dover intervenire con la massima sollecitudine presso la Nestlé Italia SpA per conoscere quali siano le scelte aziendali che tale multinazionale intende intraprendere riguardo allo stabilimento di San Sisto di Perugia e agli stabilimenti di sua proprietà presenti sul territorio italiano, posto che l'Italia rimanga un Paese strategico per la multinazionale;
quali azioni di propria competenza intendano intraprendere, affinché le scelte aziendali della Nestlé, a partire dallo stabilimento di San Sisto di Perugia, siano rivolte alla tutela della qualità delle produzioni, alle prospettive di crescita e alla salvaguardia degli attuali livelli occupazionali, a fronte di dati tutt'altro che incoraggianti sui volumi della produzione.