SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XVI LEGISLATURA -------------------


4ª Commissione permanente
(DIFESA)


280ª e 281ª seduta: mercoledì 18 aprile 2012, ore 9 e 15,45
282ª seduta: giovedì 19 aprile 2012, ore 8,45


ORDINE DEL GIORNO


PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazione. Svolta


IN SEDE REFERENTE

Seguito dell'esame del disegno di legge:

SACCOMANNO ed altri. - Modifica dell'articolo 1 della legge 31 luglio 2002, n. 186, concernente l'istituzione della «Giornata della memoria dei marinai scomparsi in mare». - Relatore alla Commissione GAMBA.
(Pareri della 1ª e della 5ª Commissione)
(3157)


MERCOLEDÌ ore 15,45

PROCEDURE INFORMATIVE

Seguito dell'indagine conoscitiva sullo stato di attuazione della normativa sul contrasto della pirateria, con particolare riguardo alle acque del Corno d'Africa e dell'Oceano Indiano: audizione del Comandante in capo della Squadra navale della Marina militare. - Relatori alla Commissione AMATO e PINOTTI.

INTERROGAZIONE ALL'ORDINE DEL GIORNO


MASCITELLI , CAFORIO , BELISARIO. - Al Ministro della difesa. - Premesso che:
il 123° "reggimento Chieti" si caratterizza per una grande storia e tradizione, essendo erede del 123º reggimento fanteria costituitosi dal deposito del 18º reggimento fanteria, inquadrato nella brigata "Chieti", risalente addirittura al 1º marzo 1915. Alla fine della prima guerra mondiale, nel 1920 il reggimento fanteria è stato sciolto. Il 15 aprile 1985 è stato ricostituito a Chieti il 123º battaglione fanteria "Chieti" con compiti di addestramento reclute, al quale sono affidate bandiera e tradizioni del 123º reggimento fanteria. Nel 1992 cambia la denominazione in 123º battaglione "Chieti". Il 4 settembre 1997 il battaglione concorre alla ricostituzione del tuttora esistente 123º reggimento Chieti;
esso è un reparto addestrativo volontari (RAV), dipendente, dal 1º luglio 2005, dal Raggruppamento unità addestrative di Capua (RUA). La sua sede è a Chieti nella caserma dedicata al generale Gabriele Berardi;
considerato che:
da circa due anni si rincorrono voci su una possibile chiusura della caserma. Tale ipotesi, prevista già nel decreto legislativo n. 66 del 15 marzo 2010 e poi abbandonata a causa delle problematiche post terremoto in Abruzzo, è stata nuovamente ventilata nelle ultime settimane e sarebbe contenuta nel piano di riordino delle strutture militari nazionali. Tale piano, secondo notizie di stampa, sarebbe stato presentato dal Ministro in indirizzo alla Presidenza del Consiglio dei ministri il 31 gennaio 2012. Sui contenuti dello stesso non è però ancora trapelata alcuna comunicazione ufficiale;
all'interno della caserma Berardi lavorano stabilmente 120 militari di carriera, tra ufficiali e sottufficiali, più dieci civili che si occupano prevalentemente di amministrazione. Inoltre, ogni anno più di 500 volontari in ferma prefissata di un anno si alternano nello svolgimento di attività di addestramento, per continuare successivamente la propria carriera nei vari distaccamenti dell'Esercito;
oltre a provocare i trasferimenti di sede per tante famiglie residenti, la città di Chieti subirebbe dalla chiusura della caserma non solo un danno ingente di immagine ma anche storico ed economico. Danno che si andrebbe ad aggiungere a quello derivante dal declassamento dell'ospedale militare, recentemente ridimensionato in dipartimento di medicina legale con un'attività quotidiana notevolmente ridotta rispetto al passato;
considerato inoltre che:
l'importanza rivestita dal 123º reggimento Chieti è legata sia ad eventi storici che al recente passato. Tra i primi non si può non ricordare il fatto che sia stato il primo reggimento ad entrare nel 1918, durante la prima guerra mondiale, nella Trento liberata. Da evidenziare recentemente, invece, il fondamentale intervento svolto dai militari che hanno provveduto a liberare strade e marciapiedi dalle abbondanti e straordinarie nevicate verificatesi nel febbraio 2012;
la Cgil, attraverso il segretario regionale del comparto Difesa della funzione pubblica, Luigi Diotaiuti, venendo a conoscenza delle citate indiscrezioni di stampa, ha richiesto un immediato confronto istituzionale allo Stato maggiore della difesa e allo Stato maggiore dell'Esercito, evidenziando il carattere di eccellenza della struttura in questione e manifestando l'esigenza di salvaguardarla a tutti i costi;
ritenuto che:
sarebbe opportuno prevedere una ridislocazione delle infrastrutture militari, dal Centro-Nord al Sud del Paese, al fine di adeguare le esigenze di difesa e sicurezza al nuovo contesto nazionale ed europeo, oltre a fornire garanzie di impiego dei militari presso i bacini geografici di reclutamento;
sarebbe altrettanto appropriato implementare la presenza di strutture ed infrastrutture operanti soprattutto nel Mezzogiorno del Paese, al fine di evitare che il ridimensionamento infrastrutturale già in atto non si trasformi in un abbandono, da parte dello Stato, delle zone meridionali del Paese,
si chiede di sapere:
se la notizia circa la soppressione del "reggimento Chieti" corrisponda al vero e, in caso affermativo, se il Ministro in indirizzo non ritenga necessario rivedere tale decisione, alla luce dell'importanza storica e della fondamentale funzione formativa svolta dallo stesso;
in particolare se non ritenga necessario attivarsi con la massima urgenza per disporre l'immediata sospensione di ogni atto relativo alla soppressione di tale fondamentale presidio militare al fine di garantire una reale ed efficace attività di addestramento delle reclute;
quali siano, in modo dettagliato, le misure adottate nel piano di riordino delle strutture militari nonché i criteri attraverso i quali il Ministro intenda disciplinare le eventuali dismissioni o accorpamenti, con particolare riguardo all'incidenza del piano nelle varie zone o regioni del Paese, senza trascurare l'indice di appartenenza o provenienza del personale;
se tale ventilata soppressione faccia parte del più generale processo di adeguamento dello strumento militare nazionale;
quali siano le ragioni che avrebbero indotto tale decisione, penalizzando una sede storica e prestigiosa come quella in argomento e se, infine, il Ministro in indirizzo intenda intervenire per salvaguardare un presidio storico-formativo avente un valore oggettivo anche per il territorio.
(3-02750)