SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XIV LEGISLATURA --------------------

6a Commissione permanente
(FINANZE E TESORO)



80ª seduta: giovedì 9 maggio 2002, ore 9



ORDINE DEL GIORNO


PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazioni. Svolte


INTERROGAZIONI ALL’ORDINE DEL GIORNO


       BRUNALE. – Al Ministro dell’economia e delle finanze. – Premesso  che:
            la Procura della Repubblica di Pisa ha emesso in data 18 marzo 2002, quattro provvedimenti di arresti domiciliari e sette avvisi di garanzia ad altrettanti Amministratori, Dirigenti, e Sindaci revisori della Cassa di Risparmio Spa di Volterra e della Fondazione CRV al termine dell’inchiesta scoperta e denunciata all’inizio dell’anno 2001 che sembra aver comportato una perdita di circa 25 milioni di euro;
            tra i provvedimenti emessi dalla Magistratura, due riguardano l’attuale Presidente della CRV Spa e il Presidente della Fondazione CRV con conseguente immediata sospensione delle funzioni loro attribuite;
            Banca d’Italia, in funzione dei poteri conferiti ha, contemporaneamente allo svolgimento dell’inchiesta giudiziaria, compiuto i propri accertamenti in materia e quindi, presumibilmente, definito una linea di condotta relativa;
            alla luce delle rilevanti e gravi decisioni assunte dalla Magistratura la Banca d’Italia non può esimersi dall’intervenire a tutela dell’integrità e dell’operatività dell’Azienda e della Fondazione oltre che della tutela degli interessi generali,
        l’interrogante chiede di sapere:
            se il Ministro sia a conoscenza dei fatti;
            se il Ministro non intenda intervenire su Banca d’Italia perché sia reso noto al Parlamento da un lato l’esito dell’accertamento compiuto a seguito dell’anomala gestione che ha comportato alla Cassa di Risparmio di Volterra S.p.a perdite rilevantissime e, dall’altro, quali urgenti decisioni intende assumere alla luce dei provvedimenti emessi dalla Magistratura.
(3-00362)
        EUFEMI. – Al Ministro dell’economia e delle finanze. – Premesso che:
            la Commissione dell’Unione europea ha predisposto una proposta di modifica delle direttive comunitarie nn. 92/83 e 92/84 in materia di tassi e di strutture delle accise che prevederebbe la introduzione di una aliquota minima sul vino di quasi 12 centesimi di euro al litro e un aumento del 25 per cento dei tassi minimi previsti per i distillati, i liquori e i prodotti alcolici intermedi;
            in base alle attuali produzioni si registrerebbe un aggravio complessivo del comparto vinicolo valutabile in 740 milioni di euro;
            la normativa comunitaria nel 1992, prendendo atto delle grandi differenze esistenti tra i vari paesi dell’Unione europea non solo per modalità di consumo, di tradizione ma anche per reddito, armonizzò le strutture fiscali fissando esclusivamente dei tassi minimi di accisa;
            quello del vino e degli spumanti fu fissato a livello zero, quello dei prodotti di distillati a 550 euro (allora ECU) per ettolitro di alcol puro, quello per i prodotti intermedi (Marsala, Vermouth ed altri vini aromatizzati e liquorosi) a 45 euro per ettolitro di prodotto finito, lasciando libertà agli Stati membri di calibrare i diversi livelli di tassazione secondo le proprie esigenze di bilancio e le specifiche modalità di consumo;
            ben otto Paesi produttori mantengono a zero il livello di accisa sul vino;
            l’attuale delicato equilibrio rischia di essere stravolto se i rilevanti aumenti dell’imposizione proposti dalla Commissione europea fossero accettati senza rispettare le politiche fiscali e di bilancio dei singoli Stati;
            tale proposta ha provocato grande sconcerto e forte contrarietà del settore vinicolo perché verrebbe colpito con l’introduzione di una imposta di fabbricazione del vino inesistente nel nostro Paese;
            in Italia a fronte di una tassazione a livello zero sul vino si è registrato non un aumento di consumo smodato di prodotto ma una leggera riduzione di quantità di consumo accompagnata da un fortissimo incremento della qualità del prodotto stesso;
            il settore vinicolo italiano in particolare, caratterizzato da una grande quantità di piccoli produttori, verrebbe aggravato non solo di un costo fiscale inedito, ma anche di un cospicuo onere burocratico e amministrativo,
        si chiede di sapere quali iniziative si intenda urgentemente promuovere presso la Unione europea a tutela del sistema vinicolo a fronte di una così grave minaccia che colpirebbe fortemente la produzione, le esportazioni di prodotti del settore agroalimentare nonché i consumi delle famiglie attraverso maggiori costi.
(3-00398)