SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XIV LEGISLATURA --------------------


10a Commissione permanente
(INDUSTRIA, COMMERCIO, TURISMO)


207a seduta: mercoledì 14 luglio 2004, ore 15,30

ORDINE DEL GIORNO


PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazioni.

INTERROGAZIONI ALL’ORDINE DEL GIORNO
        EUFEMI. – Al Ministro delle attività produttive. – Premesso che:
            l’industria degli accessori e componenti, con 34.000 addetti e 2.300 imprese attive, ha sempre rappresentato una componente essenziale dell’industria manifatturiera italiana della calzatura e pelletteria, in quanto fornitrice di semilavorati e servizi, tali da assicurare livelli qualitativi di assoluta competitività ed è radicata in alcune aree del Paese. L’attività è altresì espressione di vivacità imprenditoriale e si inserisce in un contesto di «filiera» vincente nel mondo: la cosiddetta area pelle italiana, tuttora leader. La concentrazione territoriale è evidente nelle Marche, in Toscana, in Veneto, in Lombardia, in Campania, in Puglia ed in Emilia Romagna;
            particolarmente nelle Marche tali imprese, circa 900 con 13.000 addetti, costituiscono una parte importante dell’economia locale, incentrata essenzialmente su piccole/medie aziende, ed il loro contributo è stato sempre notevole nelle esportazioni: nel 2003 l’ammontare degli scambi commerciali effettuati con l’estero è stato di 380 milioni di euro, pari a circa il 40% del totale nazionale;
            a partire dal 2001, anno in cui ebbe inizio la nota contrazione dei consumi a livello internazionale e nazionale, la categoria è entrata in crisi, subendo le difficoltà dell’industria calzaturiera nazionale e la spietata concorrenza di Paesi emergenti, come ad esempio la Cina, basata su varie forme di
dumping; la crisi è andata progressivamente aggravandosi, anche per gli sfavorevoli effetti del cambio euro-dollaro, causando forti riduzioni nell’occupazione;
            negli ultimi mesi sono stati licenziati circa 3.000 lavoratori e il fatturato ha subito una perdita del 35% del totale, con gravi ripercussioni sugli investimenti e quindi sul futuro,
        si chiede di sapere:
            quali interventi il Governo intenda mettere in atto per sostenere l’industria degli accessori e componenti marchigiana, onde garantirne la competitività ed il rilancio nazionale e internazionale;
            se il Governo ritenga di approntare specifici ammortizzatori sociali, destinati in particolare alle piccole imprese;
            se il Governo intenda adeguare gli strumenti normativi per garantire un migliore accesso al credito bancario delle imprese della filiera produttiva della componentistica/accessoristica;
            quali azioni si intenda compiere per rafforzare l’attività di ricerca e di innovazione dei prodotti e dei processi di lavorazione, compresi quelli a protezione dell’ambiente, e per sostenere direttamente o indirettamente le attività di esportazione di tali imprese;
            come il Governo ritenga di intervenire con agevolazioni tariffarie o fiscali per le imprese dei distretti produttivi nel settore;
            se si intenda modificare il decreto ministeriale del 30 gennaio 2001 che impedisce alle aziende produttrici di suole di marchiare con «Suola made in Italy» il loro prodotto, creando grossi limiti all’esportazione e alla trasparenza del manufatto e conseguente disaffezione dei consumatori. Trattasi di un’anomalia tutta italiana, che non ha riscontri in nessun altro Paese d’Europa e del mondo e che pone in seria difficoltà i produttori di suole nazionali, cui viene di fatto impedito di valorizzare il bene prodotto.
(3-01649)
    –FORCIERI. – Al Ministro delle attività produttive. – Premesso:
            che l’attuale proprietà «Villeroy & Boch» dello stabilimento «Ceramica Ligure» Srl di Ponzano Magra (La Spezia) ha reso noto alle organizzazioni sindacali, fin dalla fine del 2003, di voler uscire dal settore delle piastrelle e quindi l’intenzione di procedere alla vendita di tale ramo di produzione;
            che l’acquirente interessato è il gruppo austriaco della «Tasselsberger» di Pochlam;
            che, in numerosi incontri svolti con le organizzazioni sindacali, queste ultime hanno ripetutamente richiesto alla proprietà che la vendita fosse accompagnata dall’elaborazione e dall’adozione di un piano industriale, volto a fissare le necessarie garanzie per il destino dello stabilimento e dei lavoratori addetti;
            che un piano industriale è oggettivamente indispensabile per la sopravvivenza dello stabilimento di Ponzano, che assorbe circa 200 dipendenti e che può contare, fino alla fine dell’anno, su un portafoglio ordini molto limitato;
            che nonostante ciò il piano industriale non è stato adottato, mentre si è appreso che il 25 giugno 2004 la proprietà procederà alla formalizzazione della cessione dell’azienda;
            considerato che la cessione in mancanza di un piano industriale riduce enormemente le garanzie per i lavoratori e determina un comprensibile stato di apprensione sia fra i dipendenti che fra gli operatori economici della zona, tenuto conto che lo stabilimento rappresenta un’importante realtà produttiva della Val di Magra,
        l’interrogante chiede di sapere:
            se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione sopra descritta;
            quali iniziative intenda adottare per tutelare efficacemente la capacità, la continuità produttiva ed il futuro dello stabilimento e, conseguentemente, per tutelare la posizione ed il futuro dei lavoratori addetti e dell’economia dell’area.
(3-01658)