B I L A N C I O (5a)

GIOVEDI' 30 LUGLIO 1998

147a Seduta


Presidenza del Vice Presidente
MORANDO


Intervengono i sottosegretari di Stato per il tesoro, il bilancio e la programmazione economica Cavazzuti e Macciotta.

La seduta inizia alle ore 15,15.


IN SEDE DELIBERANTE

(3421) Disposizioni in materia di minori entrate delle regioni a statuto ordinario a seguito della soppressione dell'addizionale regionale all'imposta erariale di trascrizione (ARIET)
(Seguito della discussione e rinvio)

Riprende la discussione, sospesa nella seduta di ieri.

Il sottosegretario CAVAZZUTI, nel rispondere ai quesiti sollevati dal relatore e dal senatore Vegas, precisa che in sede di Conferenza Stato-Regioni il disegno di legge è stato valutato positivamente. Concorda poi con l'opportunità segnalata dal relatore di posticipare il termine per il versamento delle eccedenze, anche se valutazioni di ordine tecnico ne richiederebbero la fissazione non oltre il 15 ottobre. Precisa, peraltro, che l'ammontare complessivo del rimborso previsto nel disegno di legge, che riguarda il consuntivo per il 1996 e una stima per il 1997, è pari a circa 620 miliardi di lire; per la copertura dell'onere era stato previsto uno specifico accantonamento in tabella A della legge finanziaria per il 1998, in parte successivamente utilizzato per altre finalità. La insufficiente disponibilità di risorse non consente di trasferire alle regioni l'intero importo dovuto e richiederà, a conguaglio della rimanente quota per il 1997, l'inserimento di una specifica finalizzazione nel disegno di legge finanziaria per il 1999. In relazione alla capacità di autofinanziamento, conferma che l'introduzione dell'IRAP dovrebbe consentire comunque alle regioni di avere adeguati margini di disponibilità.

Il relatore DE MARTINO Guido ritiene opportuno che sia precisato nel disegno di legge che le somme erogate costituiscono un acconto del complessivo importo dovuto.

Il senatore VEGAS condivide le osservazioni del relatore sull'esigenza di esplicitare che l'importo erogato per il 1997 non esaurisce completamente i rapporti tra Stato e regioni, ritenendo, peraltro, che sia necessario trovare una formula alternativa al mero rinvio programmatico alla legge finanziaria per il 1999. Esprime, infine, la propria contrarietà sul comma 3, che esclude forme di recupero perequativo per le regioni a decorrere dal 1999.

Il presidente MORANDO propone di fissare il termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge in titolo alle ore 14 di Mercoledì 16 settembre.

Conviene la Commissione e il seguito della discussione è quindi rinviato.

IN SEDE REFERENTE

(2793-B-ter) Disposizioni in materia finanziaria e contabile, risultante dallo stralcio, deliberato dalla Camera dei deputati, dell'articolo 43, commi 2 e 3, del disegno di legge di iniziativa governativa, approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati.
(Seguito dell'esame e rinvio)

Prosegue l'esame, sospeso nella seduta di ieri.

Il sottosegretario MACCIOTTA, soffermandosi sull'articolo 1 del disegno di legge, precisa che le modifiche di cui ai commi 3 e 4, ampiamente concordate con enti locali e regioni, estendono alla contabilità di tali enti una riforma i cui criteri sono ormai consolidati dalla avanzata sperimentazione sul bilancio dello Stato. Si sofferma, successivamente, sulle disposizioni di cui all'articolo 2, derivanti da un'esigenza di ridefinizione del contenuto specifico delle tabelle della legge finanziaria. Per quanto riguarda la tabella C, si vuole prevedere una struttura che riguardi esclusivamente le spese permanenti, composta da due sezioni, per la parte corrente e per quella in conto capitale. A titolo di esempio, dovrebbe risultare esclusa dalla tabella C la legge per la ricostruzione dopo il terremoto dell'Umbria e delle Marche, che evidentemente non costituisce una spesa permanente.
La legislazione vigente consente il rifinanziamento di leggi di cui non si intende modificare l'impianto normativo limitatamente ad un anno; la necessità di consentire una programmazione finanziaria per più anni, sempre senza modificare l'impianto normativo della originaria autorizzazione di spesa - come ad esempio il finanziamento del Fondo per le aree depresse o della legge per i trasporti rapidi di massa - è alla base dell'ulteriore proposta di modifica relativa alla tabella D della legge finanziaria; poichè occorre evitare che le richieste di rifinanziamento pluriennale si moltiplichino, è stato previsto che la dimensione pluriennale sia possibile solo in caso di esplicito rinvio presente nella legge sostanziale. Dopo aver precisato che l'intervento sulla tabella E, di definanziamento, deriva da esigenze di simmetria, concorda con le osservazioni del relatore sull'improprietà del rinvio alla tabella E di cui al comma 4; non si deve infatti escludere la possibilità di definanziare leggi non contenute nell'elenco che dovrebbe essere inserito nel disegno di legge collegato, anche se, a suo avviso, non appare necessaria, per ottenere tale chiarimento, la modifica del testo approvato dalla Camera.

Il senatore VEGAS, dopo aver precisato che a suo avviso il riferimento alla tabella E di cui al comma 4 dovrebbe essere soppresso, sottolinea che già in sede di esame del disegno di legge delega per la riforma del bilancio, la propria parte politica aveva manifestato una esplicita preferenza per un'impostazione del bilancio per funzioni-obiettivo, in contrapposizione con la soluzione poi adottata, di un bilancio per centri di costo; le osservazioni della Corte dei conti e della Commissione bicamerale per il parere sulla riforma hanno portato il Governo a modificare l'impostazione originaria. Rileva, quindi, che sarebbe stato più semplice perseguire sin dall'inizio tale linea piuttosto che effettuare correzioni in un momento successivo. Osserva, inoltre, che potrebbero essere introdotte nel disegno di legge in esame ulteriori modifiche alla legislazione contabile, come ad esempio la unificazione dei termini di presentazione per i disegni di legge di bilancio e finanziaria. Dopo aver precisato che la delega di cui al comma 3 richiederebbe una più puntuale definizione dei contenuti, sottolinea che il comma 4 limita fortemente l'autonomia delle regioni nella definizione delle proprie regole di contabilità e nella gestione dei bilanci. A tale riguardo, un riscontro ulteriore rispetto al patto di stabilità interno citato dal relatore, potrebbe derivare dalla istituzione, nello stesso disegno di legge, di un bilancio consolidato di tutti gli enti del settore pubblico.
In relazione all'articolo 2, osserva che le esigenze di maggiore chiarezza richiamate dal rappresentante del Governo per motivare le modifiche proposte non sembrano soddisfatte dalla formulazione approvata dalla Camera che non migliora la trasparenza dei documenti di bilancio. Le modifiche relative alla tabella C, comportando la trasformazione di autorizzazioni di spesa pluriennale in finanziamenti di singole annualità, non appaiono auspicabili soprattutto in relazione alle spese in conto capitale. Le modifiche relative alle tabelle D ed E, consentendo il rifinanziamento e il definanziamento pluriennale, possono alterare le competenze delle Commissioni parlamentari e, soprattutto nel caso della tabella E, sarebbe preferibile comunque intervenire direttamente sulla legislazione sostanziale. Per ciò che concerne il comma 4, dopo aver rilevato l'improprio riferimento alla "prima applicazione", osserva che la disposizione introduce lo "scavalco" tra disegni di legge di bilancio, finanziaria e collegato. In tal modo, peraltro, il Parlamento avrà maggiori difficoltà nella comprensione dei documenti contabili e, conseguentemente, si manifesterà - a causa delle difficoltà indicate - una limitazione ulteriore della facoltà emendativa. Se il Governo ha l'obiettivo di rendere completamente inemendabili i documenti di bilancio, dovrebbe affermarlo esplicitamente e non agire attraverso l'introduzione di inutili complicazioni. Nel preannunciare la presentazione di alcuni emendamenti al testo del disegno di legge, ribadisce che la ricerca di una maggiore trasparenza deve passare attraverso la semplificazione degli strumenti e delle procedure e che il disegno di legge in esame non contiene in tal senso soluzioni condivisibili. Auspica, quindi, una riflessione sulla ipotesi di introdurre termini di scadenza alla legislazione di spesa, dopo i quali l'eventuale rifinanziamento deve essere nuovamente deliberato e confermato.

Il presidente MORANDO propone di fissare il termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge in titolo alle ore 14 di Mercoledì 16 settembre.

Conviene la Commissione e il seguito dell'esame è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 16.