DIFESA (4a)

MERCOLEDI' 7 MARZO 2001
282a Seduta

Presidenza del Presidente
DI BENEDETTO


Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Ostillio.

La seduta inizia alle ore 15,10.

AFFARE ASSEGNATO

Affare relativo agli appalti per le pulizie nelle caserme
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 50, comma 2, del Regolamento, e rinvio)

Riprende l'esame, sospeso nella seduta del 27 febbraio 2001.

Il PRESIDENTE ricorda di aver trasmesso la scorsa settimana ai commissari la seguente proposta di risoluzione, che illustra:
"La 4a Commissione permanente, premesso:
che il 2 febbraio 2001 davanti la Caserma Pasquali dell'Aquila stazionava un picchetto di lavoratori che protestavano contro presunte irregolarità commesse dalla ditta "La Gaia s.r.l." sin dal momento in cui aveva assunto l'appalto della pulizia della caserma;
che gli stessi lavoratori chiedevano ed ottenevano un incontro con il Presidente Di Benedetto in visita alla predetta caserma accompagnato dal senatore Di Orio al fine di illustrare le loro rivendicazioni e a denunciare le gravi irregolarità commesse dalla ditta appaltatrice;
che anche la dottoressa Pezzopane, Vice Presidente del Consiglio Regionale d'Abruzzo unitamente al dottor Giuliante, Vice presidente della Provincia dell'Aquila, prospettavano identiche rimostranze;
che successivamente perveniva al Presidente della Commissione una memoria, a firma di Tarquinio Mango, segretario della Filcams Cgil dell'Aquila, con la quale si evidenziavano una serie di presunte irregolarità nell'espletamento della gara;
che per verificare se rispondeva al vero quanto denunciato, il Presidente chiedeva al Presidente del Senato in data 6 febbraio 2001, di attivare la procedura di esame dell'affare assegnato in relazione agli appalti per le pulizie nelle caserme ai sensi dell'articolo 50, comma 2, del Regolamento e in data 8 febbraio 2001 ne otteneva l'autorizzazione;
che ritenuta la estrema delicatezza e la rilevanza del problema, veniva richiesta l'autorizzazione al ministro della Difesa di audire il direttore generale del Commissariato e dei servizi generali della Difesa, tenente generale Beniamino Sensi e i dirigenti responsabili dell'iter amministrativo della gara predetta. Inoltre, il Presidente della Commissione richiedeva al ministro del Lavoro di verificare se i lavoratori dipendenti della società "La Gaia s.r.l.", operanti presso le caserme de L'Aquila, avevano in essere un regolare rapporto di lavoro e al ministro della Sanità di accertare se il servizio di pulizia veniva effettuato in maniera appropriata;
che il ministro della Difesa riteneva di autorizzare solo l'audizione del generale Sensi, il quale veniva a riferire in Commissione in data 21 e 27 febbraio scorsi sull'iter dell'intera vicenda, consegnando contestualmente tutti gli atti relativi alla gara d'appalto;
che in data 14 febbraio perveniva al Presidente della Commissione una lettera del signor Tarquinio Mango nella quale venivano elencate alcune irregolarità commesse dalla società "La Gaia s.r.l." in ordine al mancato rispetto dell'articolo 6 del capitolato di appalto;
che in data 15 febbraio perveniva al Presidente della Commissione una lettera a firma del signor Quattrini della Filcams Cgil di Civitavecchia, con la quale venivano denunciate pesanti irregolarità commesse dalla società "La Gaia s.r.l.", anche presso le caserme di Civitavecchia;
che in data 20 febbraio 2001 il ministro del Lavoro inviava copia di una lettera del "Direttore provinciale del Lavoro – servizio di ispezione de L'Aquila" dalla quale, nel corso dei nuovi accertamenti eseguiti in data 16 febbraio 2001, risultava quanto segue:
1) presso la Caserma degli Alpini "Rossi" erano state trovate cinque lavoratrici, ex dipendenti (fino al 31 gennaio 2001) della precedente ditta che aveva in appalto le pulizie della caserma. Di queste, due risultavano occupate dal 1° febbraio 2001, mentre tre dall'8 febbraio 2001. Dagli accertamenti eseguiti presso il Centro per l'Impiego di L'Aquila era risultato che dette lavoratrici ancora non erano state assunte, risultando, pertanto, occupate "tutte in nero";
2) presso la Caserma "Pasquali – Camponizzi" erano presenti al lavoro quattordici lavoratrici, su quindici occupate (una lavoratrice era assente per malattia). Di queste lavoratrici, sei erano residenti e provengono da Roma (di queste cinque avevano dichiarato di essere occupate da diverso tempo, mentre una era occupata dal 1° febbraio 2001 ed era stata già trovata nel corso della precedente visita ispettiva) e nove erano residenti in questa provincia. Di queste ultime: quattro erano occupate dall'8 febbraio 2001; quattro erano occupate dal 13 febbraio 2001; una era occupata dal 14 febbraio 2001.
3) I nominativi delle quindici lavoratrici occupate presso la predetta caserma erano riportati in una lettera datata 14 febbraio 2001 trasmessa dalla Società "La Gaia" al comandante del Reggimento "Acqui";
4) da accertamenti eseguiti presso il Centro per l'impiego de L'Aquila risultava che delle nove lavoratrici residenti in questa provincia, solamente tre erano state assunte dal giorno 8 febbraio 2001. Pertanto le altre sei erano occupate "in nero";
5) si faceva presente che dall'esame dei fogli di ingresso consegnati dal Colonnello Calissano, Comandante della Caserma "Pasquali – Campomizzi", risultavano indicati altri nominativi che avrebbero eseguito i lavori di pulizia;
che in data 23 febbraio 2001 perveniva una lettera dal ministro della Sanità con la quale comunicava che le ispezioni nelle Caserme per verificare le condizioni igienico sanitarie non erano di competenza dei suoi uffici;
che, esaminata la documentazione, risulta:
In data 25 settembre 2000, indetta dal Centro Amministrativo Regionale – Firenze – servizio amministrativo, veniva esperita la gara secondo le modalità di cui all'oggetto e con il criterio dell'aggiudicazione del prezzo più basso, tramite offerte segrete da confrontarsi con i prezzi palesi posti a base d'asta da parte dell'amministrazione militare.
Per individuare l'esatta computazione degli importi da porre in gara la stazione appaltante aveva definito i costi, utilizzando una serie di parametri. Questi erano, la tipologia dei locali, le caratteristiche degli stessi, le superfici, le prestazioni da rendere, la resa degli operai. Il risultato di questo lavoro svolto dagli uffici preposti, sulla scorta delle varie perizie e cognizioni, dava come importo a base d'asta la cifra di lire 573.416.088 mensile. Su questo importo le aziende in sede di offerta modulavano lo sconto rispetto al quale erano disponibili a gestire l'appalto. Per ulteriore precisazione, ci si riferisce al lotto n. 4. In questo lotto sono ricompresi ben 13 Enti dislocati tra Abruzzo e Lazio.
La commissione di gara, dopo aver esaminato i documenti di ammissione, ammetteva alla gara 28 ditte. Sempre in seduta pubblica, nella stessa giornata, la commissione apriva i plichi contenenti le offerte. Alla fine di detta fase risultava aver offerto il prezzo più basso la ditta "La Gaia s.r.l.", con sede in Roma, che praticava una riduzione pari al 53,43 % sul prezzo "stimato", che come già detto pari a lire 573.416.088: quindi "La Gaia", dopo aver valutato ogni onere contrattuale cui doveva sottostare era disponibile a gestire l'appalto al prezzo mensile di lire 267.039.862,1816.
Sempre la stessa commissione, in ottemperanza al disposto ex articolo 25, comma 3 del decreto legislativo n. 157/95, individuava le offerte che si erano appalesate anormalmente basse (cioè tutte quelle offerte che superavano di un quinto la media delle offerte: detta soglia risultava pari al 37,6 per cento).
In ossequio a quanto disposto con circolare prot. n. UCT/3221 del 30 aprile 1999, una sub-commissione di verifica valutava l'offerta anomala de "La Gaia s.r.l.". L'analisi doveva prendere in considerazione una serie di parametri che sotto l'aspetto qualitativo, sono: le prestazioni richieste, con l'esigenza di manodopera, materiali di consumo, utilizzo di attrezzature e che sotto l'aspetto quantitativo sono le superfici, considerando altresì le altre voci di costo dell'offerta quali le spese generali e l'utile d'impresa.
La procedura indicata nell'innanzi citata circolare prevedeva di valutare singolarmente ogni offerta anomala. Risultato finale di detta operazione: scartare l'offerta se ritenuta non congrua e quindi procedere ad altro esame, di contro emissione giudizio di congruità, indi aggiudicazione.
Il 28 dicembre 2000 la commissione di gara, visti i verbali della sub-commissione per le offerte anomale, aggiudicava l'appalto alla società "La Gaia s.r.l.", dopo lunghi mesi di valutazione;
considerato che sono maturati forti dubbi sulla regolarità della procedura ed in particolare, dissonanze tra la lettera di invito della stazione appaltante e l'offerta della società, altresì un'ulteriore dissonanza fra gli elementi giustificativi presentati alla commissione di congruità e il contratto finale; che in altre parole, non è chiaro nella lettera d'invito se il servizio rifacimento letti fosse elemento costitutivo del bando di gara; viceversa, risulta ben chiaro che nell'offerta della società "La Gaia s.r.l." il costo del servizio rifacimento letti era parte integrante, a tal punto che negli elementi giustificativi forniti dalla ditta il 21 settembre 2000 erano inseriti i costi relativi per ogni singola caserma, mentre nel contratto sottoscritto in data 11 gennaio 2001 tale servizio veniva espunto a seguito di corrispondenza intercorsa tra la regione militare centro e la direzione generale commissariato e dei servizi;
che il generale Sensi ha fornito adeguati elementi informativi non sufficienti a suffragare le regolarità delle operazioni relative alla gara e alla aggiudicazione;
che dopo lo svolgimento in data 27 febbraio 2001 delle interrogazioni nn. 3-04328 del senatore Di Orio e 3-04329 del senatore Di Benedetto, le risposte alle predette interrogazioni sono state reputate dagli interroganti profondamente insufficienti;
impegna il Governo
a) ad effettuare un'indagine, tendente ad accertare se la gara in oggetto si sia svolta regolarmente e a riferirne gli esiti al Parlamento;
b) ad avviare una indagine tendente ad accertare se tutte le gare relative ai servizi che presentano offerte di ribasso anomalo si siano svolte regolarmente ed accertare anche se i servizi prestati (pulizie, mensa, etc.) dalle ditte appaltatrici siano idonei a soddisfare le esigenze del personale e degli altri fruitori;
c) a disporre per il tramite degli uffici responsabili, a seguito delle gravi irregolarità riscontrate dall'Ispettorato del Lavoro, la immediata sospensione dei pagamenti alla ditta "La Gaia s.r.l." e la immediata rescissione del contratto in forza dell'articolo 10 del contratto in essere e a norma dell'articolo 36 dello statuto dei lavoratori;
d) ad inviare tutte le documentazioni per gli accertamenti del caso ai competenti uffici della Corte dei Conti".

Il PRESIDENTE rende poi noto di aver ricevuto dal senatore Pelella una proposta integrativa ed invita il collega ad illustrarla.

Il senatore PELELLA invita il rappresentante del Governo a riflettere sulle modalità organizzative delle gare. Infatti, rileva che un ulteriore elemento critico nella effettiva tutela dei lavoratori attiene alla mancata applicazione delle garanzie contrattuali di ricollocazione del personale nelle ipotesi di cambio di gestione dei servizi, come emerso con grande evidenza nell'appalto per la gestione del servizio di mensa presso la caserma SARVAM di Viterbo.
Invita il Ministro ad una rigorosa verifica degli appalti in corso, al fine di garantire la qualità dei servizi e i diritti del lavoratori in essi impegnati, ed a prevedere l'inclusione obbligatoria in tutti i capitolati d'appalto di una apposita clausola che obblighi le imprese aggiudicatrici dei servizi al rispetto integrale delle disposizioni di parte economica e normativa contenute nei contatti collettivi nazionali di settore.

Il senatore GUBERT chiede di sapere se siano stati fissati i termini per la presentazione di emendamenti.

Il PRESIDENTE ricorda che nel corso della precedente seduta non era emersa l'idea di fissare alcun termine.

Il senatore GUBERT reputa affrettata la procedura adottata dal Presidente, senza aver ascoltato i soggetti coinvolti dall'affare assegnato.

Il PRESIDENTE reputa sufficientemente gravi le risultanze dell'ispezione disposta dal ministero del Lavoro, al punto da indurlo a favorire l'approvazione della risoluzione che chiede la rescissione del contratto stipulato con la Società "La Gaia s.r.l.".

Il sottosegretario OSTILLIO sottolinea la delicatezza del tema in oggetto e ricostruisce l'evoluzione delle norme e dei comportamenti nel corso degli ultimi anni. Fa presente che l'orientamento più recente del ministero della Difesa è volto ad evitare gare a livello nazionale.

Il senatore PALOMBO, pur condividendo le critiche all'operato della Società "La Gaia s.r.l.", ravvisa qualche contraddizione all'interno delle premesse del documento dianzi illustrato. Reputa altresì opportuno mutare la "parte dispositiva" della proposta di risoluzione per renderla ancor più penetrante ed appropriata.

Il senatore MANCA evidenzia il sospetto di incompetenza del Parlamento, supremo organo legislativo, mentre vorrebbe occuparsi di aspetti squisitamente amministrativi. Non ricorda iniziative similari nel passato e reputa doveroso, qualora vi sia da parte di qualcuno il sospetto di violazioni di norme penali, informare l'autorità giurisdizionale.

Il PRESIDENTE rammenta di essere venuto a conoscenza di irregolarità da lavoratori dell'Aquila che da tempo sono scesi in sciopero. Illustra i documenti acquisiti e dichiara altresì che la proposta di risoluzione scaturisce proprio dai preoccupanti elementi emersi nel corso dell'esame dell'affare assegnato, anche sulla base delle dichiarazione rese dal generale Sensi. Cita altresì che nella giornata di ieri ha avuto luogo una prima udienza presso il Tribunale dell'Aquila per accertare le irregolarità per i comportamenti antisindacali.

Il senatore GUBERT condivide quanto dichiarato dal Sottosegretario e dal collega Manca. Reputa oltretutto poco corretto, nell'imminenza della competizione elettorale, affrontare la tematica, che per molti aspetti esula dai confini istituzionali del Parlamento. Preannuncia la sua astensione sul testo presentato dal Presidente e ciò non solo per motivi di metodo, ma anche per una contrarietà alla procedura adottata.

Il sottosegretario OSTILLIO fa presente che molto sottile è in questo ambito il confine fra indagine parlamentare e indagine amministrativa; ribadisce che il Governo ha fornito tutta la documentazione richiesta e le assicurazioni scaturenti dalla proposta di risoluzione, nella parte in cui chiede indagini per accertare se la gara in oggetto si sia svolta in modo regolare e se tutte le gare relative ai servizi che presentino offerte di ribasso anomale si siano svolte in modo regolare. Rileva però esistere vincoli giuridici a realizzare legittimamente gli altri obiettivi indicati nella parte dispositiva della proposta di risoluzione. Precisa che le questioni rappresentate nella ipotizzata risoluzione involgono profili procedurali e di merito che fanno capo alle autorità periferiche della Difesa, autonomamente responsabili del procedimento di gara e dell'esecuzione del contratto. Egli ricorda che la riforma dettata dal decreto legislativo 1993, n. 29 si sostanzia nella netta divisione tra l'attività di indirizzo politico-amministrativo, propria del vertice del dicastero, e la responsabilità operativa e gestionale, interamente devoluta agli organi della struttura organizzativa. Consegue che il ministro non può revocare o adottare provvedimenti di competenza dei dirigenti, salvo il generale potere di annullamento ministeriale in caso di illegittimità.
Con riferimento alla gara di appalto della pulizia delle caserme "Pasquali" e "Rossi" di L'Aquila, vinta dalla ditta "La Gaia", trattandosi di contratto stipulato in seguito a gara decentrata, previa definizione delle condizioni generali di appalto da parte della competente direzione generale, l'autorità amministrativa legittimata ad adottare provvedimenti amministrativi incidenti sul procedimento è appunto il titolare del decentramento, cui è stato affidato il progetto di gara d'appalto del servizio di pulizia di 125 enti dell'Esercito.
Per quanto attiene alla regolarità della verifica delle condizioni anomale e la mancata considerazione, nella predetta attività, della fattibilità delle prestazioni, dagli elementi emersi anche durante l'audizione del tenente gen. Sensi è risultato che la Commissione di congruità ha definito i criteri di valutazione prima dell'apertura dei plichi limitandosi ad accertare solamente se, alla luce del rapporto prezzo offerto/costi verificati, della rispondenza dei dati di costo della manodopera con quelli riportati nelle tabelle delle organizzazioni di categoria, dei dati relativi ai materiali di consumo e dell'utile aziendale fornito, emergeva con ampia certezza la oggettiva possibilità della prestazione contrattualmente richiesta, in considerazione del fatto che la stessa si pone, sotto il profilo giuridico, come una obbligazione di risultato e, pertanto, non ancorata all'impiego di risorse strumentali predeterminate dall'Amministrazione. In questo contesto, riguardo agli aspetti occupazionali conseguenti ai passaggi di gestione, si evidenzia che essi attengono più propriamente a relazioni industriali cui, in un sistema di libero mercato, l'amministrazione appaltante deve rimanere estranea. Tali aspetti occupazionali sono, peraltro, tutelati dall'applicazione delle attività procedimentalizzate previste dal contratto collettivo di lavoro di categoria.
Dai comportamenti sopra descritti non sono risultati profili di illegittimità tali da suggerire al ministro di procedere d'autorità all'annullamento dell'aggiudicazione alla ditta "La Gaia s.r.l.".
Il Ministro non mancherà, quindi, di seguire l'esito degli accertamenti disposti dalla competente Direzione Generale, alla quale sarà richiesto un costante aggiornamento della situazione.
Diverso è il caso dell'aggiudicazione dell'appalto al prezzo totale offerto dalla ditta, in presenza di una esplicita indicazione da parte della stessa che tale prezzo ricomprendeva anche i costi di un servizio non richiesto (rifacimento letti). Su tale aspetto, infatti, è intendimento dell'Amministrazione acquisire il parere degli organi competenti prima che il contratto divenga formalmente esecutivo. E' da evidenziare, infatti, che l'iter contrattuale non è stato ancora perfezionato in quanto il contratto non è stato ancora sottoposto alla prevista registrazione della Corte dei Conti, ed attualmente la ditta, per motivi di urgenza, opera in regime di esecuzione anticipata del quinto contrattuale, ai sensi dell'articolo 2 del DPR 1482 del 1965 che recepisce l'articolo 3 della legge n. 1958 del 22 dicembre 1932. Allo scopo di dirimere ogni dubbio sui possibili interventi da effettuare, la richiesta di registrazione del contratto alla Corte dei Conti sarà corredata da una dettagliata relazione, in cui la questione sarà messa in dovuto risalto in modo che la suprema magistratura contabile sia in grado di valutare ogni aspetto della procedura di aggiudicazione. Per quanto attiene poi alla possibilità di risoluzione del contratto per inosservanza agli obblighi posti a tutela dei lavoratori, occorre evidenziare che il dicastero, nel quadro procedimentale offerto dagli articoli 6 e 10 del contratto, si è immediatamente attivato. Infatti, sulla scorta delle comunicazioni inoltrate dal ministero del Lavoro e dal senatore Di Benedetto e dalle verifiche ispettive svolte dagli organi periferici dello stesso ministero è stato immediatamente interessato il comando della regione militare centro, competente in materia, ai fini dell'avvio del procedimento formale di contestazione alla ditta di quanto citato dagli organi ispettivi. Il Governo comunque si impegna ad una costante informativa sulla vicenda de qua, proprio per testimoniare la massima vigilanza sull'esigenza del rispetto delle regole amministrative. Prospetta quindi una riformulazione della parte dispositiva così configurata:
"a) a verificare la regolarità della gara in oggetto e a riferirne gli esiti al Parlamento;
b) a verificare se tutte le gare relative ai servizi che presentano offerte di ribasso anomalo si siano svolte regolarmente ed accertare anche se i servizi prestati dalle ditte appaltatrici siano idonei a soddisfare le esigenze del personale e degli altri fruitori;
c) ad invitare gli uffici responsabili ad una rigorosa applicazione degli articoli del contratto, valutando la possibilità di sospensione dei pagamenti e di risoluzione del contratto stesso;
d) ad inviare tutta la documentazione per gli accertamenti del caso ai competenti uffici della Corte dei conti".

Il senatore GUBERT dichiara di aderire alla proposta da ultimo prospettata dal Sottosegretario.

Il senatore LORETO apprezza l'elevato livello di sintesi raggiunto dalle proposte del Sottosegretario e annuncia il suo sostegno ad esse.

Il senatore AGOSTINI dichiara di condividere quanto testè formulato dagli intervenuti, apprezzando sia le motivazioni che le proposte avanzate dal Sottosegretario.
Poiché la Commissione non è in grado di votare il PRESIDENTE rinvia l'esame alla prossima seduta.

IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto legislativo recante disposizioni per disciplinare la trasformazione progressiva dello strumento militare in professionale (n. 886)
(Parere al Ministro per i rapporti con il Parlamento, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, della legge 14 novembre 2000, n. 331. Esame e rinvio)

Il senatore LORETO riferisce sul provvedimento in titolo, largamente atteso dal personale; esprime in linea di massima adesione a quel testo pur con qualche perplessità che si riserva di evidenziare in sede di proposta di parere. L'articolato in esame contribuisce a perfezionare il nuovo modello di difesa. Le Forze Armate si sono trasformate in un efficace strumento con il quale il Paese ha potuto concretamente ottemperare agli impegni assunti nei consessi internazionali. Il provvedimento è fortemente atteso anche perché un suo ritardo nell'approvazione, potrebbe avere conseguenze irreparabili sullo strumento militare vanificando di fatto, la pianificazione dei reclutamenti e la riorganizzazione delle unità e dei Comandi, fino ad ora attuata, con enormi sacrifici da richiedere al personale e con una perdita di efficienza che, il Paese non può assolutamente permettersi. Illustra, quindi, la seguente proposta di parere:
"La Commissione Difesa del Senato,
esaminato nella seduta del 7 marzo 2001 lo schema di decreto legislativo in titolo e condiviso l'impianto dello stesso;
esprime parere favorevole
con le seguenti condizioni:
all'articolo 1, comma 1, dopo le parole: "con volontari di truppa e", siano inserite le seguenti: ", nonché, in coerenza con i relativi compiti e attribuzioni, con";
l'articolo 6 sia modificato come segue:
a) al comma 1, sesto rigo, la parola: "o" sia sostituita dall'altra: "nonché";
b) al comma 2, sia aggiunto in fine, il seguente periodo: "Il transito dovrà, in ogni caso, avvenire salvaguardando i processi di riqualificazione previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro e comunque nell'ambito della quota prevista per l'accesso dall'esterno";
c) al comma 4, dopo le parole: "commi 2 e 3" del primo periodo, siano aggiunte le seguenti: "semprechè sussista la possibilità di reimpiego in relazione alle esigenze, ai profili di impiego ed alla programmazione delle assunzioni";
d) al comma 7, il secondo periodo sia riformulato, specificando che l'ufficiale transitato deve essere collocato in congedo nella categoria della riserva di complemento, mentre il sottufficiale in quella della riserva.
all'articolo 29, terzo comma, le parole: "è consentito da parte delle" siano sostituite con le parola: "le"; al medesimo comma, dopo le parole: "inclusa l'Arma dei Carabinieri" siano aggiunte le seguenti: "promuovono, anche mediante specifici corsi di riqualificazione,";
il volume organico totale del personale della Marina, previsto all'articolo 2, tab. A, sia rideterminato in 36.000 unità, atteso che quello già indicato appare inadeguato ai compiti e alle esigenze di assicurare al nostro Paese un ruolo di rilievo nella realizzazione delle forze navali europee e multinazionali".

Il seguito dell'esame è rinviato alla prossima seduta

Schema di decreto ministeriale concernente il piano annuale di gestione del patrimonio abitativo della difesa per l'anno 2000 (n. 900)
(Parere al Ministro della difesa, ai sensi dell'articolo 9, comma 7, della legge 24 dicembre 1993, n. 537. Esame e rinvio)

Il senatore LORETO riferisce segnalando l'ennesimo ritardo nella trasmissione al Parlamento. Propone, alla luce della drammatica situazione abitativa nella quale versano molti nuclei familiari, di emettere un parere favorevole con un'osservazione, e precisamente nel senso di innalzare il tetto di reddito necessario per mantenere la conduzione degli alloggi, giacchè rimasto da troppi anni a livelli eccessivamente bassi. Per l'esattezza, ipotizza un incremento di tale tetto (dal 1995 ad oggi) che rifletta l'andamento di inflazione accertato dall'ISTAT.

Il sottosegretario OSTILLIO, apprezzata la relazione del senatore Loreto, precisa che il Governo si trova ad adoperare entro margini giuridici molto ristretti, stante la posizione assunta in merito al divieto imposto al Ministro dalla legislazione vigente in ordine alla possibilità di elevare il tetto di reddito in questione oltre i sessanta milioni, assunta dal ministero del Tesoro e condivisa dalla Corte dei Conti.

Il seguito dell'esame è pertanto rinviato alla prossima seduta.

La seduta termina alle ore 16,30.