SENATO DELLA REPUBBLICA
—— XVIII LEGISLATURA ——




Giovedì 17 gennaio 2019


alle ore 15


80a Seduta Pubblica
————



ORDINE DEL GIORNO



Interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (testi allegati)
INTERROGAZIONE SULLA RISERVA DI POSTI PER IL PERSONALE BILINGUE NELLE FORZE DI POLIZIA IN PROVINCIA DI BOLZANO


(3-00509) (17 gennaio 2019)

DURNWALDER, UNTERBERGER, STEGER - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

la legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio per il 2019), all'articolo 1, commi 381 e seguenti, autorizza assunzioni straordinarie nelle forze di polizia (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia penitenziaria);

le assunzioni sono finalizzate, come indicato nella disposizione citata, all'incremento dei servizi di prevenzione e di controllo del territorio e di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, connessi, in particolare, alle esigenze di contrasto al terrorismo internazionale;

la legge 27 dicembre 2017, n. 205 (legge di bilancio per il 2018), all'articolo 1, comma 293, allo scopo di assicurare il rispetto delle disposizioni di cui all'articolo 33 del decreto del Presidente della Repubblica 15 luglio 1988, n. 574, ha previsto espressamente una riserva di posti per il personale bilingue, relativamente alle nuove assunzioni;

considerato che:

tale disposizione ha contribuito a determinare un clima di migliore serenità nel territorio con le popolazioni di frontiera;

l'organico delle forze di Polizia bilingue in Alto Adige/Südtirol è in forte diminuzione, specialmente nelle valli e nelle zone periferiche e, per ovviare a tale carenza, era stato presentato un apposito emendamento durante l'iter di approvazione della legge di bilancio per il 2019, che prevedeva di riservare un'aliquota di posti pari all'1 per cento del totale dei posti messi a concorso dalle rispettive forze di Polizia,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno assicurare il rispetto delle norme in materia di bilinguismo, prevedendo, nell'ambito delle assunzioni straordinarie nelle forze di Polizia, di cui alla legge di bilancio per il 2019, un'adeguata quota di riserva per il personale bilingue sul numero dei posti complessivamente messi a concorso.


INTERROGAZIONE SULL'AGGUATO MAFIOSO AVVENUTO A PESARO IL 25 DICEMBRE 2018


(3-00514) (17 gennaio 2019)

GRASSO, DE PETRIS - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

il 25 dicembre 2018, nel centro storico di Pesaro, si è consumato un agguato in puro stile mafioso, che ha causato la morte di Marcello Bruzzese, fratello del collaboratore di giustizia della 'ndrangheta, Girolamo;

Girolamo Bruzzese era un uomo di fiducia del boss di 'ndrangheta Teodoro Crea, con cui trascorreva la latitanza dopo una condanna per omicidio. Nel 2003 Girolamo ha tentato di uccidere Crea, sparandogli in testa e successivamente si è costituito e ha iniziato iniziare a collaborare con la giustizia;

grazie alla collaborazione con la giustizia, ai pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria fu possibile conoscere gli affari della cosca di Rizziconi e i suoi legami con l'imprenditoria e la politica locale, consentendo l'arresto di importanti esponenti del clan e l'apertura di nuove inchieste;

Teodoro Crea è sopravvissuto al tentativo di omicidio e quando nel 2004 si è consumato l'omicidio del suocero di Girolamo Bruzzese non è stato difficile per gli inquirenti ricollegare l'episodio ad una vendetta del clan Crea;

considerato che:

Marcello Bruzzese, che già nel 1995 subì un attentato, come gli altri familiari del collaboratore di giustizia, era sottoposto ad un programma speciale di protezione ed è per questo che viveva a Pesaro con la sua famiglia, in una casa del Ministero dell'interno;

dalle modalità dell'esecuzione, risulta evidente che i sicari erano a conoscenza di molti dettagli della vita di Marcello Bruzzese: lo hanno aspettato al suo indirizzo di casa, in teoria segreto, e non hanno avuto alcuna difficoltà nel crivellarlo di colpi nel centro della città;

non sembra sia stato disposto il cambio del nome, tanto che era in evidenza sul citofono, e non sembra avesse limitazioni negli spostamenti;

tenuto conto che:

il tempo per le organizzazioni criminali di stampo mafioso non è un deterrente. Le promesse di morte provenienti da un clan costituiscono una reale minaccia anche dopo moltissimi anni, quindici in questo caso. Questo non deve spaventare, ma deve portare le istituzioni competenti a monitorare ed aggiornare costantemente i programmi di protezione di coloro, che hanno il coraggio di testimoniare e collaborare con la giustizia e dei loro familiari. Mafia, 'ndrangheta e camorra sono ancora pericolose, la lotta alla criminalità organizzata deve essere una priorità nelle azioni politiche di ogni Governo;

quello che è accaduto a Pesaro è un fatto gravissimo, lo Stato dovrebbe tutelare chi decide di stare dalla parte della giustizia, e invece destina sempre meno risorse ai programmi di protezione;

si ha notizia di altri casi eclatanti nelle ultime settimane: la revoca della scorta al Capitano Ultimo, poi bloccata dal Tribunale amministrativo del Lazio; la revoca della protezione all'imprenditore palermitano Vincenzo Conticello, proprio quando i condannati per l'estorsione hanno finito di scontare la pena e sono tornati in libertà;

non era mai successo, per quel che è dato sapere, che un individuo sottoposto a tale regime di protezione sia mai stato vittima di un agguato mortale,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga ci siano state delle gravi mancanze nell'attuazione del programma di protezione;

se ritenga adeguate le risorse umane e materiali per il Servizio centrale di protezione, a fronte di un aumento della popolazione protetta del 26 per cento rispetto al 2010;

se non ritenga necessaria una riforma del Servizio di protezione, demandando a un corpo specializzato la tutela delle persone fisiche, allorché vengono spostate in località protette secondo il criterio cardine della mimetizzazione:

se risulti che fossero state disposte il cambio di generalità dei congiunti del collaboratore di giustizia, se fossero stati forniti documenti di copertura o predisposto un polo di residenza fittizio per la posta e le notifiche;

se fosse stata presa in considerazione la volontà di vendette trasversali del gruppo criminale a seguito delle dure condanne della corte di Appello del 28 aprile 2017 ad appartenenti al clan Crea (20 e 15 anni rispettivamente a Teodoro Crea e a Domenico e Giuseppe Crea);

quali iniziative il Ministro intenda adottare per garantire la massima protezione a quanti, siano essi collaboratori di giustizia, testimoni di giustizia, giornalisti, magistrati, esponenti politici, siano sotto la tutela dello Stato.


INTERROGAZIONE SULLA REALIZZAZIONE DI UN PIANO STRAORDINARIO PER LA SICUREZZA DELL'AREA DI CASTELVOLTURNO


(3-00510) (17 gennaio 2019)

IANNONE, CIRIANI - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

la cronaca riporta quotidianamente notizie sulle attività criminali della mafia nigeriana sul nostro territorio nazionale;

le attività investigative condotte dalle Forze di polizia in questi anni hanno evidenziato come tali organizzazioni abbiano assunto la conformazione di vere e proprie associazioni per delinquere, caratterizzate da modus operandi tipicamente mafiosi e da comportamenti particolarmente aggressivi, finalizzati al perseguimento dei propri interessi anche economici;

nelle relazioni della Direzione investigativa antimafia e dei Servizi di informazione e sicurezza, quello nigeriano viene definito come uno tra i più efficienti e pericolosi sistemi criminali africani a livello transnazionale, rivolti a specifici settori illeciti, quali il narcotraffico, il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, il traffico di organi, la prostituzione, truffe e frodi telematiche;

questi sodalizi nigeriani hanno progressivamente esteso la loro presenza criminale in quasi tutte le aree del territorio nazionale;

in particolare, altissima è la concentrazione nella zona di Castelvolturno (Caserta) che ormai rappresenta la base per tutti i traffici criminali e rappresenta una vera e propria emergenza sicurezza dal momento che la mafia nigeriana pare si sia ivi dotata di un'organizzazione in squadre paramilitari, dedita allo spaccio di droga, alla prostituzione, e addirittura al traffico di organi, come accertato anche dalle recenti indagini condotte dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli con l'FBI americano e la Polizia canadese;

anche la stampa estera ("Time", "The Guardian") ha denunciato, ormai da tempo, l'organizzazione di vere e proprie "bande paramilitari nigeriane e centrafricane per controllare il territorio italiano", il quale sarebbe, dunque, secondo fonti risalenti all'intelligence britannica, a forte rischio di "tribalizzazione territoriale", nel senso che le bande di migranti potrebbero appropriarsi di aree e difenderle come usano fare nelle zone del centro Africa, già attraversate da guerre civili e atavici conflitti tribali;

queste organizzazioni molto gerarchizzate, con capi presenti in molte città, potrebbero armare i centri d'accoglienza, e coloro che vivono nei palazzi occupati, per fronteggiare le forze dell'ordine in eventuali focolai di guerriglia urbana;

negli scorsi decenni più volte è stato impiegato l'Esercito in operazioni straordinarie di contrasto alla criminalità organizzata, con finalità di supporto nel controllo del territorio;

nel 2008 è stata avviata la cosiddetta operazione "Strade Sicure", che prevedeva il coinvolgimento dei militari al fianco delle Forze di polizia per i servizi di vigilanza dei siti e obiettivi sensibili e attività di perlustrazione e pattuglia delle strade;

l'operazione è stata successivamente limitata solo ai servizi di controllo dei siti e degli obiettivi sensibili, data la sua complessità;

alla luce del preoccupante acuirsi dei fenomeni di criminalità su tutto il territorio italiano, sarebbe necessario ripristinare la piena operatività del Piano Strade sicure anche avviando un piano specifico di azioni per un più efficace controllo della zona di Castelvolturno, in considerazione dei fenomeni di emergenza criminale citati,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga necessario attivarsi, per quanto di competenza, per avviare, di concerto con il Ministero della difesa, un Piano specifico di impiego di un contingente di personale militare appartenente alle Forze armate per riportare la legalità e la sicurezza nella zona di Castelvolturno (Caserta), attualmente sotto il controllo di bande criminali legate alla mafia nigeriana.


INTERROGAZIONE SULL'ARRESTO DI CESARE BATTISTI E SULLA RICERCA DEI LATITANTI ALL'ESTERO


(3-00508) (17 gennaio 2019)

OSTELLARI, PELLEGRINI Emanuele, CANDURA, PILLON - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

nel pomeriggio di sabato 12 gennaio 2019, Cesare Battisti è stato arrestato a Santa Cruz de La Sierra, una città al centro della Bolivia;

a portare a termine l'operazione, secondo quanto si apprende dagli organi di stampa, sarebbe stata una squadra speciale dell'Interpol, composta da agenti boliviani, italiani e brasiliani;

l'ex terrorista, già evaso dal carcere di Frosinone nel 1981 e successivamente condannato in contumacia per il coinvolgimento in alcuni omicidi commessi negli anni '70, è fuggito dall'Italia da tempo ed ha vissuto in tutti questi anni all'estero;

recatosi in Brasile, è stato arrestato una prima volta nel 2007, ha chiesto e ottenuto lo status di rifugiato politico, sino a quando il Tribunale supremo federale (Stf) brasiliano, nel 2009, ha dichiarato illegittimo tale status, esprimendosi a favore dell'estradizione in Italia;

il Presidente pro tempore Lula da Silva, nel dicembre 2010, ha però deciso di non concedere l'estradizione;

considerato che:

l'ex terrorista aveva fatto perdere le sue tracce nel mese di dicembre 2018, dopo che era stato spiccato nei suoi confronti un ordine di cattura;

il neo Presidente brasiliano Bolsonaro, appena entrato in carica, nei primi giorni di gennaio, ha dichiarato di essere favorevole all'estradizione di Battisti in Italia;

a seguito dell'arresto, l'ex terrorista è stato condotto in Italia, dove è atterrato presso l'aeroporto di Ciampino, ed è stato successivamente trasferito nel carcere di Massama (Oristano),

si chiede di sapere:

se le ricostruzioni fornite dalla stampa delle vicende che hanno portato all'arresto di Battisti siano conformi al vero;

quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere nei confronti di altri eventuali individui, condannati con sentenza definitiva, che si siano resi latitanti fuggendo all'estero.


INTERROGAZIONE SUL FABBISOGNO DI DOCENTI DI SOSTEGNO NEL PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE


(3-00511) (17 gennaio 2019)

MALPEZZI, MARCUCCI, IORI, MIRABELLI, VALENTE, FERRARI, COLLINA, BINI, CIRINNA', RAMPI, VERDUCCI - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca - Premesso che:

nella legge di bilancio per il 2019 (legge n. 145 del 2018), stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, missione "Istruzione scolastica", programma "Istruzione del primo ciclo", la spesa per gli "Interventi di integrazione scolastica degli studenti con bisogni educativi speciali incluse le spese del personale (docenti di sostegno)" è pari a 3.489 milioni di euro per l'anno 2019, a 3.078 milioni di euro per l'anno 2020 ed a 2.457 milioni di euro per l'anno 2021;

queste cifre evidenziano in modo netto la riduzione della spesa per i docenti di sostegno rispetto alla precedente legge di bilancio (legge n. 205 del 2017), spesa pari, quanto al programma "Istruzione del primo ciclo", a 3.654 milioni di euro per l'anno 2018, a 3.562 milioni di euro per l'anno 2019 e a 3.308 milioni di euro per l'anno 2020;

rispetto a quanto previsto dalla legge di bilancio per il 2018, c'è una riduzione di ben 73 milioni di euro per l'anno 2019 e di 230 milioni di euro per l'anno 2020;

tale grave riduzione penalizza gli oltre 245.500 alunni disabili, che incorrono quotidianamente in grandi difficoltà a causa della mancanza di personale specializzato a loro destinato, poiché, di fatto, si traduce nella impossibilità di assumere oltre 40.000 insegnanti specializzati;

secondo quanto riportato da un'intervista del 16 gennaio 2019, rilasciata al sito on line "Orizzonte scuola", il Ministro in indirizzo avrebbe dichiarato "Le tabelle che stanno circolando in questi giorni vanno lette bene. Da quest'anno le risorse per le supplenze del sostegno vengono individuate anno per anno. Quindi con le prossime manovre saranno di volta in volta iscritte in bilancio, programmando la spesa sulle necessità previste. Il Ministero continuerà sempre a garantire il sostegno a chi ne ha bisogno";

la dichiarazione del Ministro riguarda l'"intenzione futura" di stanziare ulteriori risorse, cosa però non avvenuta nell'ultima legge di bilancio, in quanto le cifre riportate nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca attestano la suddetta riduzione;

premesso inoltre che:

secondo quanto riportato in un'agenzia ANSA del 15 gennaio 2019, il ministro Bussetti, intervenendo al Congresso nazionale della Confederazione dei sindacati autonomi dei lavoratori, avrebbe dichiarato "Io il sostegno non l'ho tagliato, ma ho puntato alla formazione di 40.000 docenti, nessuno lo aveva fatto prima. Le risorse verranno iscritte a bilancio di volta in volta";

inoltre, nel corso di un'intervista alla trasmissione televisiva "Uno Mattina" del 7 gennaio 2019, il Ministro avrebbe ribadito l'impegno del Governo e del Ministero per l'attivazione dei corsi di specializzazione sul sostegno, considerato che "la scuola non ha insegnanti specializzati in sostegno. Per questo motivo nei prossimi tre anni formeremo 40.000 nuovi insegnanti";

considerato che:

le leggi del nostro Paese sul tema dell'integrazione scolastica degli alunni con disabilità sono tra le più evolute e moderne dell'Unione europea;

il decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66 recante "Norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità", ha cercato di dare una risposta concreta al tema dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità, garantendo una scuola sempre più accogliente e inclusiva per gli alunni disabili, nel rispetto delle loro esigenze;

nonostante un quadro legislativo così evoluto e chiaro, il sostegno ai bambini e ragazzi con disabilità presenta alcuni problemi; uno di questi riguarda l'assegnazione di posti di sostegno affidati a personale "non specializzato", che non possiede alcuna formazione specifica per i fruitori finali del servizio e che contemporaneamente svilisce il ruolo e le finalità sociali e formative dei docenti di sostegno;

l'articolo 1, comma 1138, della legge di bilancio per il 2019 differisce (dal 1° gennaio 2019) al 1° settembre 2019 l'entrata in vigore di alcune disposizioni previste dal citato decreto legislativo, relative alla costituzione presso ogni ambito territoriale dei Gruppi territoriali di inclusione, alla sostituzione della Diagnosi funzionale e del Profilo dinamico funzionale con il Profilo di funzionamento, alla redazione del Progetto individuale ed alla richiesta e assegnazione delle risorse per il sostegno didattico,

si chiede di sapere in quali provvedimenti e in quali tempi il Ministro in indirizzo intenda dar seguito alle sue dichiarazioni, che risultano contrastanti con le disposizioni di legge finora approvate in questa Legislatura.


INTERROGAZIONE SUL MANCATO FUNZIONAMENTO DEGLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO DELLE AULE SCOLASTICHE


(3-00512) (17 gennaio 2019)

BERNINI, MALAN, MASINI, AIMI, ALDERISI, BARACHINI, BARBONI, BATTISTONI, BERARDI, BERUTTI, BIASOTTI, BINETTI, CALIENDO, CANGINI, CARBONE, CAUSIN, CESARO, CONZATTI, CRAXI, DAL MAS, DAMIANI, DE POLI, DE SIANO, FANTETTI, FAZZONE, FERRO, FLORIS, GALLIANI, GALLONE, GASPARRI, GHEDINI, GIAMMANCO, GIRO, LONARDO, MALLEGNI, MANGIALAVORI, MESSINA Alfredo, MINUTO, MODENA, MOLES, PAGANO, PAPATHEU, PAROLI, PEROSINO, PICHETTO FRATIN, QUAGLIARIELLO, RIZZOTTI, ROMANI, RONZULLI, ROSSI, SACCONE, SCHIFANI, SCIASCIA, SERAFINI, SICLARI, STABILE, TESTOR, TIRABOSCHI, TOFFANIN, VITALI - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca - Premesso che:

da autorevoli fonti di stampa si apprende come moltissimi istituti scolastici, sparsi in diverse regioni del nostro Paese, debbano affrontare quotidianamente la problematica inerente al mancato riscaldamento delle aule;

la normativa nazionale di riferimento relativa alle norme per l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici è contenuta nel decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412 e nel decreto legislativo 29 dicembre 2006, n. 311;

il citato decreto del Presidente della Repubblica n. 412 del 1993, all'articolo 3, classifica le diverse tipologie di edifici e assegna alla lettera E7 la categoria degli edifici adibiti ad attività scolastiche, mentre, all'articolo 4, vengono definiti i valori massimi della temperatura dell'ambiente;

è sempre più frequente la situazione per cui molti studenti e personale scolastico debbano operare all'interno degli istituti anche in deroga a quanto previsto dalla normativa sulla idoneità dei luoghi di lavoro, rischiando di configurare un'interruzione di pubblico servizio;

la legge 7 aprile 2014, n. 56, cosiddetta legge Delrio, ha notevolmente depotenziato le prerogative economiche delle Province, enti locali deputati alla gestione e manutenzione dell'edilizia scolastica;

successivamente, la mancata approvazione del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 ha di fatto relegato le Province italiane ad una situazione ibrida, per cui sono rimaste in vigore nella carta costituzionale, ma con notevole depotenziamento dal punto di vista economico finanziario;

questa situazione si è riversata negativamente, in particolar modo su due competenze esclusive delle Province: la manutenzione della rete viaria provinciale e l'edilizia scolastica;

è recentissima la lettera inviata dall'Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola (ANP) al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, e al Ministro dell'interno, in cui si segnala "il grave problema della sicurezza nelle scuole italiane": "una media di 44 crolli all'anno, una scuola su 4 con manutenzione inadeguata";

la mancanza di risorse si ripercuote negativamente anche sugli impianti di riscaldamento, che spesso hanno bisogno di manutenzione regolare e certificata, ma che sono sporadicamente oggetto di riparazioni saltuarie e approssimative;

nella peggiore delle ipotesi, invece, gli impianti non funzionano e comportano un serio danno per gli studenti ed il personale in servizio presso gli istituti;

situazione maggiormente grave consiste nel ritardo dell'erogazione del metano per il riscaldamento delle aule, dei laboratori e degli spazi comuni, dove studenti e docenti svolgono le proprie attività per mancanza di risorse economiche e problematiche concernenti i contratti di fornitura degli stessi;

questa situazione, che sta riguardando numerosissimi istituti in tutta Italia rischia di diventare maggiormente problematica nei prossimi giorni, considerato l'annunciato peggioramento climatico nelle settimane a venire;

sono numerosi gli scioperi delle organizzazioni degli studenti, che in tutta Italia, hanno lamentato questa situazione, che rischia di avere ripercussioni negative anche sull'attività scolastica degli studenti stessi, alle prese con gli scrutini del primo quadrimestre,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, in caso affermativo, quali azioni intenda adottare per garantire il regolare svolgimento delle attività scolastiche;

quali urgenti iniziative intenda adottare, al fine di consentire agli enti locali di provvedere repentinamente nel caso si verifichino situazioni, come quelle citate in premessa;

se non ritenga di intervenire per prevedere una revisione della legge 7 aprile 2014, n. 56, per garantire alle Province le risorse necessarie allo svolgimento delle proprie prerogative, in particolare quelle attinenti alla gestione dell'edilizia e manutenzione delle strutture scolastiche;

se non ritenga che debba essere adottato un piano straordinario per la manutenzione e l'efficientamento energetico nelle scuole.


INTERROGAZIONE SULL'INSEGNAMENTO DEGLI STRUMENTI JAZZ NEI LICEI MUSICALI


(3-00507) (17 gennaio 2019)

RUSSO, MONTEVECCHI, GRANATO, VANIN, FLORIDIA, DE LUCIA - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca - Premesso che:

antecedentemente al decreto del Presidente della Repubblica n. 19 del 2016 non erano state previste distinte classi di concorso per ogni strumento insegnato nei licei musicali; i docenti erano impiegati sulla base delle abilitazioni nelle classi A031, A032, A077, facendo valere, per l'individuazione dell'avente titolo rispetto ai singoli strumenti, l'abilitazione strumentale per la A077, ovvero il titolo Afam (Alta formazione artistica musicale e coreutica). Le segreterie scolastiche dovevano poi procedere ad inserimenti manuali delle specificazioni;

con il decreto del Presidente della Repubblica n. 19 del 2016, recante «Regolamento recante disposizioni per la razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso a cattedre e a posti di insegnamento», promosso dal primo Governo pro tempore Renzi, le classi di concorso sono state razionalizzate e accorpate;

il decreto del Presidente della Repubblica in parte appare, però, lacunoso e privo di criteri direttivi univoci;

infatti, nella tabella A, codice A-55, relativa all'insegnamento degli strumenti musicali nei licei, sono confluiti indistintamente i titoli Afam relativi, sia alla «Musica classica», sia alla «Musica Jazz», senza operare una necessaria e specifica distinzione;

all'attuale stato dei fatti gli strumenti di musica classica hanno una loro classe di concorso specifica (ad esempio AB55 per la chitarra, AC55 per il clarinetto) mentre gli strumenti jazz non sono stati disciplinati;

considerato che:

a causa di tale lacuna normativa, non è garantita agli studenti la possibilità di scegliere di improntare il proprio percorso scolastico sullo studio di uno strumento jazz;

in assenza di classi di concorso specifiche, i docenti di strumento jazz non possono partecipare a concorsi a cattedra e quindi nemmeno acquisire l'abilitazione all'insegnamento. Infatti non è stato bandito alcun posto a cattedra in occasione del concorso 2016, come si evince dal contingente allegato al bando, di cui alla delibera del direttore generale n. 106 del 2016;

l'art. 4, comma 1, del decreto legislativo n. 59 del 2017, prevede che, con decreto, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca riordini e aggiorni periodicamente le classi di concorso «al fine di assicurare la coerenza tra gli insegnamenti impartiti, le classi disciplinari di titolarità dei docenti e le classi dei corsi di laurea, dei corsi di laurea magistrale e dei corsi di diploma di I e di II livello dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica»;

con decreto ministeriale n. 259 del 2017, il ministro pro tempore Fedeli ha revisionato il decreto del Presidente della Repubblica n. 19 del 2016, ma in quell'occasione non ha provveduto a risolvere il problema delle classi di concorso di strumento jazz,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione e quali iniziative intenda eventualmente adottare per confermare la musica jazz negli ordinamenti del liceo musicale e, di conseguenza, procedere con tutte le iniziative legislative opportune per garantire che già dal prossimo anno scolastico sia possibile iscriversi a una classe di strumento jazz.